La Serenissima: Intervista a Marco Gatti che avverte l’opposizione: ‘Non abbiamo paura del voto’

La Serenissima: Intervista a Marco Gatti che avverte l’opposizione: ‘Non abbiamo paura del voto’

La Serenissima

Gatti avverte l’opposizione:
“Non abbiamo paura del voto”

Intervista esclusiva al segretario del Partito Democratico Cristiano cominciando dalle questioni interne ai rapporti con l’Italia

SUL POLO DEL LUSSO:“QUESTO INVESTIMENTO
CORRISPONDE AL 10% DEL PIL
E VALE UN TERZO DEL
BILANCIO STATALE”

SULLA FESTA DELL’AMICIZIA:“SIAMO SODDISFATTI,
OCCASIONE FONDAMENTALE
ANCHE PER ASCOLTARE
LE ESIGENZE DEI CITTADINI”

SUL FUTURO DELLA DC: “LA BASE DELLA COALIZIONE
DOVRÀ ESSERE
LA STESSA ANCHE PER LE
PROSSIME ELEZIONI”

Stiven Ciacci

“Non abbiamo paura del voto”
è un messaggio forte quello del
segretario del Partito Democratico
Cristiano Sammarinese Marco
Gatti. Per chi in questi giorni ha
paventato la possibilità di elezioni
anticipate Gatti rispedisce le affermazioni
al mittente: “non ci saranno
elezioni prima del 2017”.
La Festa dell’Amicizia ha dato
un segnale forte: la Dc è presente
e sarà presente ancora per tanto
tempo, e sui possibili alleati per
la prossima coalizione, Gatti apre
definitivamente al Partito Socialista.
Questi e tanti altri sono i temi
che abbiamo toccato con il segretario
della Democrazia Cristiana
che si concede a un’intervista per
la nostra testata.

Marco Gatti partiamo proprio
dalla Festa dell’Amicizia: com’è
andata, siete soddisfatti?

“Siamo molto contenti e soddisfatti;
tanta gente nei quattro giorni; la
Festa dell’Amicizia è sempre un
momento di incontro importante
per gli aderenti, ma non solo; per il
nostro Partito è fondamentale avere
momenti di ascolto come questo
per dare le migliori risposte alle
esigenze dei nostri cittadini”.

Come sta la Dc, la base della Dc?
“La partecipazione alla festa dei
tanti aderenti ed amici, dimostra
grande attenzione verso il nostro
Partito; sicuramente è un momento
difficile ma continuiamo
a constatare, con piacere, come i
cittadini si aspettano in primis da
noi risposte alle problematiche del
nostro paese”.

La prima risposta credo che è
arrivata con il Polo del Lusso, o
meglio con l’approvazione della
variante del Prg, è stato un risultato
importante per il governo e
maggioranza?

“Un risultato importante non solo
per la maggioranza e per il Governo
ma per il paese; che imprenditori
importanti, di primo livello,
così riconosciuti da tutti, anche
dall’opposizione, si siano interessati
al nostro Stato per realizzare
un investimento di immenso valore
è il giusto riconoscimento per
le scelte di politica economica fatte.
Questo è un investimento che,
vorrei ricordare, corrisponde al
10% del nostro Pil ed ad un terzo
del bilancio del nostro Stato. Il
Polo velocizzerà anche lo sviluppo
economico in Repubblica, richiamando
ulteriori investimenti esteri
in tutti i settori. Tanto è vero che
da quando questo interesse all’investimento
è diventato di dominio
pubblico tanti altri imprenditori si sono avvicinati per verificare
la convenienza ad investire a San
Marino: già sul Queen Outlet, per
esempio, qualcosa si sta muovendo”.

Al Queen Outlet gli investitori
dovrebbero riqualificare un’area
edificata esistente, per il Polo del
Lusso invece si è fatta la variante
e si costruirà su un area parco.
.
“È chiaro che in un territorio limitato
come il nostro territorio, con
un Piano Regolatore che risale al
1992, strutture di un questo tipo,
che non sono impresa “tradizionale”
servono scelte di impatto non
semplici. Questo perché non sono
progetti che possono essere realizzati
convertendo dei capannoni. Il
progetto di Borletti, dal punto di
vista logistico ed architettonico, ha
necessità di essere posizionato su
aree con buona viabilità, visibilità
e spazi per parcheggi; i promotori
ci hanno proposto l’area di Rovereta,
che ha queste caratteristiche
e, considerata l’importante ricaduta
generale sul territorio in termini
di occupazione ed investimento,
abbiamo ritenuto di dover fare la
variante al Prg”.

Negli ultimi giorni si è parlato di
un possibile referendum abrogativo
proprio alla variante del Prg cosa ne pensa?

“Mi auguro che ci sia un ripensamento.
Uno strumento importante
come il referendum non deve
essere strumentalizzato per lotta
politica contro un Governo od
una Maggioranza. Se come Paese
ci chiudiamo anche di fronte
ad investitori di questa qualità,
non solo il progetto sarà realizzato
nelle zone limitrofe, ma questo
costituirebbe un segnale negativo
verso tutti coloro che volessero
oggi ed in futuro investire in Repubblica”.

Veniamo all’incontro avuto a
Roma tra i Segretari Capicchioni
e Valentini e il ministro Padoan:
nel comunicato congiunto si
parla di volontà di aprire tavoli
tecnici con San Marino per l’implementazione
dell’accordo di
cooperazione economica. Qual è
il giudizio?
“Innanzitutto posso dire che i rapporti
politici fra San Marino e Italia
sono molto buoni. Il programma
che abbiamo condiviso assieme
deve accompagnare la nostra Repubblica
verso una maggiore integrazione
europea, verso una maggiore
trasparenza e tutto questo ha
delle tappe da seguire insieme, in
sinergia anche con l’Italia. Sotto questo punto di vista credo che
l’incontro con Padoan possa aiutarci
ad andare in questa direzione.
È chiaro che ci sono tante cose
che San Marino deve riconsiderare
nel rapporto italo-sammarinese
perché da un economia basata sui
tre pilastri, principalmente legati
al settore bancario finanziario, si
è passati ad un’economia di mercato
diversa, e quindi bisogna che
San Marino abbia le stesse possibilità
che hanno tutti gli altri stati.
In particolare parliamo della
gestione delle dogane e delle accise.
Dobbiamo essere uno Stato
uguale agli altri. Questi argomenti
dovranno essere affrontati prima
in tavoli politici dove vengono
stabilite le linee di intervento poi
si affronteranno gli argomenti in
tavoli tecnici per dare attuazione
alle linee guida stabilite nei tavoli
politici. Le scelte di fondo devono
essere fatte dalla politica”.

Nell’incontro con Padoan si è
parlato anche di voluntary disclosure:
sulla famosa linea di credito
che si sta cercando di ottenere
dall’Italia, quali sono le conclusioni?

“Posso assicurare che la linea di
credito non sarà fra Stato Italiano
e lo Stato Sammarinese, perché non riguarda i bilanci degli Stati
ma eventuali carenze temporanee
di liquidità nel settore bancario
finanziario. Sarà Banca Centrale
quindi delegata a questa eventuale
gestione. Perché di questo tema si
è interessata la politica? Perché la
politica ha il compito di assicurare
una stabilità di sistema ed oggi
la voluntary disclosure potrebbe
generare una emergenza in liquida
per le nostre banche. È quindi
una misura temporanea per far
fronte ad una eventuale necessità
immediata di liquidità; questo anche
per consentire alle banche che
dovessero averne bisogno di non
smobilizzare titoli se le condizioni
di mercato non sono favorevoli,
evitando così perdite patrimoniali
alle banche stesse. Quindi non è
un indebitamento dello Stato”.

Ha parlato di Banca Centrale si
era fatto il nome del professore
Azzaro come Presidente, a che
punto siamo per la nomina della
governance?
“Il Consiglio Grande e Generale
ha impegnato il Governo con un
Ordine del Giorno affinché venisse
condiviso un percorso con tutte
le forze politiche disponibili. Il
Consiglio ha indicato un profilo
per ricoprire i principali incarichi,pertanto vi è un impegno dettato
dallo stesso: in maggioranza ad
oggi non abbiamo mai discusso di
possibili candidati e pertanto neppure
del professore Azzaro”.

Per il nome della governance cercherete
la condivisione con le altre
forze politiche o presenterete
il vostro nome?

“Le ripeto: è nostra intenzione
ampliare il confronto con tutte le
forze politiche disponibili. Voglio
perciò tranquillizzare anche
gli amici dell’UPR, che nei giorni
scorsi avevano evidenziato perplessità
sulla reale volontà di confronto
di Governo e Maggioranza,
che la scelta sarà dettata dal confronto
e mi auguro condivisa. Spero
si possa decidere per la nuova
governance di Banca Centrale il
prima possibile.”

Parliamo ora del fabbisogno, ci
sono stati i primi incontri con i
sindacati per arrivare alla sua definizione,
quali saranno le tempistiche?

“Bisogna arrivare al fabbisogno
nel più breve tempo possibile,
perché è fondamentale per attuare
appieno la riforma della PA. Il
mio auspicio è che tutto possa concludersi
entro la fine del corrente
anno, dopo gli accordi con le forzesindacali”.

Politica. Alleanze future? Mario
Venturini di Alleanza Popolare
ha chiesto un cambiamento forte
della Dc, un cambio di nome,
simbolo e metodo queste sue affermazioni
l’hanno indispettita?
“Ognuno fa le sue considerazioni
e queste vanno rispettate; i processi
dei partiti, però, devono tenere
in considerazione della storia degli
stessi e della volontà degli aderenti;
io ritengo che le motivazioni
che hanno fatto nascere la DC
oggi siano ancora tutte presenti,
pertanto la DC non è in discussione.
Siamo un partito popolare, la
Festa dell’Amicizia lo dimostra,
il cambio di nome e simbolo non
è corrispondente a quello che ci
chiedono i cittadini e gli aderenti”.

In prospettiva, cosa farà la Dc?
“Al di là dei vari movimenti in
atto, la base della coalizione attuale
deve, responsabilmente, essere
la base anche della prossima
coalizione. Abbiamo dei risultati
da raggiungere e per questi dobbiamo
impegnarci tutti senza farci
distrarre da vantaggi o svantaggi
di parte; il Paese prima di tutto”.

Quindi punta ad ampliare l’attuale
coalizione di Bene Comune. Sull’allargamento al Partito Socialista
cosa mi dice?

“Il confronto con il Ps lo ha richiesto
tutta la maggioranza quale
conseguenza del congresso in cui
il Partito Socialista ha delineato
una linea chiara di confronto, in
particolare con le forze di maggioranza.
L’obiettivo è quello di
rafforzare una necessaria azione
di fine legislatura nell’interesse
del Paese, ma anche pensando al
futuro, quindi con lo sguardo in
prospettiva oltre al 2017”.

Il rapporto con il Psd com’è?
“Il rapporto con loro non è in discussione,
anzi abbiamo lavorato
molto bene assieme in questi due
anni; abbiamo molti temi condividendo
dei percorsi e sono certo
che continueremo così. Il Psd ci ha
sorpreso positivamente”.

Se si riuscisse a arrivare un accordo
tra tutte le forze politiche, si
potrebbe pensare a un voto anticipato?

“Al voto si va alla fine di una legislatura
oppure se non ci sono
più le condizioni per Governare.
Noi non abbiamo paura del voto
per questo ci stiamo dedicando a
ricercare le soluzioni ai problemi e
non alle strategie partitiche. Sono
certo poi che in questo momento il
voto non sia utile”.

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