La Svizzera (col presidente Hans-Rudolf Merz) sarà il 23 giugno a Berlino quando l’Ocse riprenderà in esame la grey list stilata dal G20 di Londra e la questione dei paradisi fiscali in genere.
In un primo momento la Svizzera non era stata invitata a Berlino, pur facendo parte della Organizzazione, in quanto – un pretesto?- aveva disertato una precedente riunione sui paradisi fiscali che aveva avuto luogo a Parigi nell’ottobre del 2008.
Sta adesso alla Svizzera (capofila per il segreto bancario) decidere se rappresentare una problematica comune a tutti i paesi grey list, San Marino compreso,oppure limitarsi a quella dei paesi-grey list dell’Ocse, oppure addirittura privilegiare la condizione di una ulteriore selezione di Paesi, in base al livello dei rapporti con Unione Europea.
A San Marino non resta che continuare sulla strada del dialogo con l’Ocse. Direttamente (lettera del 24 marzo scorso). Indirettamente, attraverso l’Italia, accelerando l’iter dei due accordi in discussione (collaborazione finanziaria e quello contro le doppie imposizioni). Fanno ben sperare, in tal senso, le recenti
affermazioni del Ministro dell’Economia italiano Giulio Tremonti
presso gli organismi di Bretton Woods (Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale).