La Voce di Romagna San Marino: Incontro ‘segreto’ Murray- Segretari di Stato

La Voce di Romagna San Marino: Incontro ‘segreto’ Murray- Segretari di Stato

La Voce di Romagna San Marino

San Marino Telecom

Incontro ‘segreto’ Murray- Segretari di Stato

Il futuro dell’operatore telefonico Prima divide il governo. 31 maggio d-day delle telecomunicazioni

Giorni  decisivi per San Marino Telecom, la società che -con il marchio Prima- commercializza servizi di telefonia mobile e che è detenuta in maggioranza dal magnate delle telecomunicazioni Simon Murray in società con il sammarinese Andrea Della Balda. Di “spegnere” l’unico operatore tutto sammarinese, però, i due non ne vogliono sentir parlare, nonostante gli “sgambetti” ricevuti in questi anni abbiano compromesso lo sviluppo gettando l’azienda in una profonda crisi. Il futuro di San Marino Telecom, infatti, sarebbe stato al centro di un incontro “segreto” che martedì scorso, in occasione della visita sul Titano dell’uomo di affari inglese, chiamato a testimoniare nell’ambito del processo Mazzini, avrebbe portato lo stesso Murray al cospetto di almeno due Segretari di Stato per affrontare la questione e definire il futuro della compagnia telefonica. Nessuno conferma… Ma tutto lascia intendere che quell’incontro ci sia davvero stato.

Anche le tensioni interne all’Esecutivo trapelate poche ore fa. San Marino Telecom nasce nel 2005, quando Murray rileva la maggioranza della società di Della Balda, la quale poco prima aveva ricevuto la concessione. L’investimento iniziale è di sei milioni di euro e subito vengono assunti 35 dipendenti, necessari fin dalle prime fasi per allestire l’intera struttura tecnologica all’interno dei confini sammarinesi. Infatti, Prima è -si scusi il bisticcio- la prima compagnia telefonica veramente sammarinese, poiché -mentre gli altri operatori sono una sorta di rivenditori appoggiati su tecnologie di Telecom Italia e Tim- fornisce il servizio attraverso una propria rete interamente sammarinese. E’, di fatto, la prima e unica compagnia telefonica nazionale. La fase di start-up dura 18 mesi e nel settembre del 2007 viene rilasciata la prima sim con il prefisso internazionale sammarinese “+378”. E’ subito un successo, anche se non è prevista la portabilità dei numeri.

La risposta dei sammarinesi è fin da subito massiccia e nel 2009, quando i dipendenti diventano una cinquantina, sono 12mila le sim rilasciate da Prima, la quale ormai fattura 5 milioni di euro annui e, da sola, fra contributi, stipendi corrisposti e così via riversa oltre due milioni ogni anno nell’economia in terna. Si può dire nata, quindi, una grande realtà imprenditoriale sammarinese, creata da zero senza, al contrario di altri concorrenti, alcun contributo o agevolazione pubblica, ma esclusivamente dall’iniziativa privata. Non è, però, tutto oro quel che luccica… I primi problemi per PRIMA arrivano poco dopo l’avvio dell’operatività e appaiono come diretta conseguenza di una “dimenticanza” politica. Seppure il Congresso di Stato, su iniziativa dell’allora Segretario di Stato alle Tlc, Paride Andreoli, emani il decreto per la creazione dell’Autority per le telecomunicazioni, questa non si è mai insediata perchè mai nominata e mai resa operativa… Non esisteva -e incredibilmente non esiste tuttora- alcun organismo che vigili sul mercato delle telecomunicazioni e garantisca reale concorrenza fra gli operatori.

Così, ben presto, mentre un utente Prima spende 12 centesimi di euro al minuto per chiamare il numero di un qualunque altro operatore, gli abbonati di TMS o Tim che chiamano un numero Prima -al contrario di chi ha una sim Tre, Wind eccetera, che beneficiano di una normale tariffa nazionale – oltre ad essere costretti a comporre il prefisso internazionale sammarinese si vedono addebitare costi come se stessero effettuando una telefonata in Argentina. Nasce una prima disaffezione verso Prima, perchè se è vero che la tariffa per chi ne è utente è la più vantaggiosa del mercato dell’epoca, è altrettanto vero che quando una madre, magari dal telefono di casa o al telefonino Tms, chiama il figlio al cellulare Prima, spende un capitale… Nel 2008, così, Smt avvia una causa in Italia che -a conferma dell’importanza della questione- trova la procedura di urgenza e, prima di arrivare a sentenza, induce l’operatore italiano ad allineare la tariffa di terminazione verso Prima a quella degli altri operatori italiani. Pur fra mille problemi e importanti rifiuti ricevuti dalla controparte politica, San Marino Telecom continua ad investire con il preciso obiettivo di innovare. Tanto che, dopo aver allestito nel 2007 una rete wi-Fi gratuita sul territorio, a beneficio soprattutto dei turisti, nel 2011 avanza la richiesta per vedersi assegnate le frequenze necessarie ad allestire una rete superveloce, “4G”. La risposta è “picche” e la Repubblica ancora oggi è sprovvista del “segnale” “4G”…

Nella storia dell’unica compagnia nazionale non manca neppure un sabotaggio. Il 23 dicembre del 2011 ignoti -dimostrando una profonda conoscenza della rete- tagliano quattro cavi di collegamento a Torraccia, Montalbo, Faetano e presso il Nido del Falco di Città rendendo i telefoni di Prima per ore e ore come dei fermacarte: inutilizzabili perchè non agganciati alla rete, spenta… Arriva, così, il giugno 2015, quando scade la concessione e non viene rinnovata nonostante la richiesta di Smt. Prima inizia ad accusare la crisi, accusa i primi ritardi nel pagamento dei lavoratori e effettua una pesante riduzione del personale tanto che ad oggi i dipendenti e collaboratori sono soltanto quattro. Nonostante tutto, nel settembre dello scorso anno i soci dispongono un aumento di capitale di mezzo milione di euro che permette di far fronte ad alcuni debiti accumulati e conferma, nei fatti, la volontà degli investitori di rilanciare l’iniziativa. Il resto è storia dei giorni nostri, caratterizzata anche da annunci governativi di spegnimento e successive proroghe, sempre governative, che li smentiscono… Una telenovela che, però, non sembra destinata a durare all’infinito, non tanto perchè l’ennesima proroga scadrà il 31 maggio prossimo, ma perchè Simon Murray e Andrea Della Balda, che da anni rivendicano regole certe e concorrenza leale, sembrano aver esaurito la pazienza…

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