La Voce di Romagna San Marino. L’avv. Massimiliano Annetta: ‘Ho chiesto tutela al Consiglio nazionale forense e al ministro della Giustizia italiani’

La Voce di Romagna San Marino. L’avv. Massimiliano Annetta: ‘Ho chiesto tutela al Consiglio nazionale forense e al ministro della Giustizia italiani’

La Voce di Romagna

Inquirenti contro difensori 

 E’ concreto il rischio di crisi diplomatica 

 L’avv. Annetta: “Ho chiesto tutela al Consiglio nazionale forense e al ministro della Giustizia italiani”

SAN MARINO. Sessantaquattro pagine di ordinanza
ricca di accuse e di “veleni”.
“Veleni” addotti dai commissari
Alberto Buriani e Antonella
Volpinari a sostegno del rigetto alla
domanda di revoca di ogni restrizione
della libertà richiesta dai legali di Claudio
Podeschi e Bilana Baruca che hanno
letteralmente fatto infuriare Massimiliano
Annetta, con Stefano Pagliai difensore
dei due sammarinesi, i quali hanno
già “interessato” sia il Ministero della
Giustizia che il Consiglio Nazionale Forense
italiani di questa vicenda che potrebbe
dar vita ad una sorta di crisi diplomatica
italo-sammarinese.Del resto,
il prof. Annetta a Roma non è uno sconosciuto.
Basta una semplice ricerca su
Google per appurare che il legale, docente
di diritto penale presso la Link Campus
University di Roma e lì direttore del
più importante master universitario anticorruzione
italiano, ha lungamente collaborato
con il Ministro Andrea Orlando
nel Forum Giustizia del Partito Democratico,
mentre il Vice Ministro Gennaro
Migliore insegna presso la stessa Università.
Ciò lascia temere che, oggi, la polemica,
lo scontro possa varcare pericolosamente
il confine di Stato… Ma tant’è.

Avvocato Annetta, perchè ha deciso di interessare
le due autorità italiane di questa
vicenda?

“Perchè al pari del mio collega non posso
accettare di essere accusato, seppure
non esplicitamente, di una condotta non
ineccepibile”.

Ma i giudici si riferiscono a non meglio
precisati “professionisti”…

“Come al solito gli inquirenti dicono e
non dicono e poi qualche giornale ‘ben
disposto’ come è già accaduto e accade
tuttora, si incarica di fare da megafono
a tesi suffragate dal nulla. Prenda ad esempio
quanto si legge a pagina 48 relativamente
alle dichiarazioni giurate prodotte
dalla difesa a conferma della fondatezza
del contratto prodotto a giustificazione
di quei pagamenti. Secondo gli
Inquirenti -che si sono ben guardati dal
sentire, anche solo per rogatoria i dichiaranti- le stesse sarebbero prove false, testualmente
‘create a tavolino allo scopo
di confermare rapporti contrattuali irreali’.

Una così netta accusa da cosa è suffragata
in questo nuovo teorema accusatorio?

“Da nulla… Gli inquirenti non hanno accertato
nessuna falsità, ma poiché hanno
ormai deciso di ritenere falso il contratto
ritengono, a cascata, falsi tutti quegli
atti che smentiscono la loro convinzione.
Mi spiego meglio, siccome il contratto
per loro è falso anche le dichiarazioni
che ne confermano l’autenticità e
la legittimità devono essere false. Questo
è un modo di procedere inaccettabile”.

I contratti, però, si firmano almeno in due.
Gli inquirenti ritengono falso il contratto
ma non mi risultano indagate le altre parti
che lo hanno sottoscritto. Giusto?
“Questa è un’altra singolare particolarità
di questa indagine… Una parte è indagata
mentre l’altra no e, addirittura,
quando dichiara ai difensori che quel
contratto lo ha firmato e che è reale, viene
tacciata di falso. Ovviamente, ripeto,
non si fa la cosa più semplice: andarli ad
ascoltare”.

Ora, però, si parla di corruzione e non più
di solo riciclaggio…
“Non voglio fare lezioncine a nessuno,
ma voglio ricordare che la corruzione è
un reato a concorso necessario, ovvero
se c’è un corruttore ci deve essere anche
un pubblico funzionario corrotto. Se, come
dice l’ordinanza ci fu ‘mercimonio
degli incarichi diplomatici’ e quegli incarichi
non li ha conferiti Podeschi, che
stava alla Sanità, insieme a lui dovrebbe
essere indagato chi quegli incarichi li ha
conferiti”.

Si riferisce al Ministro degli esteri dell’epoca,
Antonella Mularoni?

“Non faccio l’accusatore ed anzi in questa
vicenda sono convinto che non ci
siano elementi per accusare nessuno di
corruzione. Ma se si indaga bisogna indagare
tutti, altrimenti l’indagine non è
né seria né imparziale”.

Dunque, se ho ben capito, con questa ordinanza
e questa nuova indagine si riconosce
che la prima ipotesi di reato sul
flusso finanziario dei soldi della “galassia
Phua” che è costata il rinvio a giudizio a
Podeschi e Baruca non era fondata. Ho
ben compreso?

“Direi di sì, perchè la corruzione contestata
oggi è, già solo tecnicamente, incompatibile
con il riciclaggio contestato
ieri. Quindi oggi, probabilmente senza
accorgersene, gli inquirenti ci dicono
che Podeschi e Baruca sono stati in carcere
ingiustamente, con una accusa che
oggi viene totalmente stravolta da chi la
aveva all’epoca formulata”.

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