Lavori del Consiglio Grande e Generale mattino 1 marzo. Agenzia Della Torre 1

Lavori del Consiglio Grande e Generale mattino 1 marzo. Agenzia Della Torre 1

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 28 FEBBRAIO-6 MARZO

 

Venerdì 1 marzo – Mattina

 

            I lavori del Consiglio grande e generale
sono ripartiti dalla presentazione in prima lettura dei progetti di legge “La
mediazione familiare”, “L’ordinamento del notariato” e “Disposizioni su alcuni
negozi giuridici e atti notarili”, illustrati in Aula dal segretario di Stato
per gli Affari interni, Gian Carlo Venturini.

E’ stata poi la volta
della ratifica dei decreti delegati e dei decreti legge. I Capitani reggenti,
Teodoro Lonfernini e Denise Bronzetti, hanno convocato i capigruppo per
decidere il modo con cui procedere. Si è optato per mettere alla ratifica
per  primi i decreti di
reiterazione in ordine di tempo. Il segretario di Stato per gli Affari interni,
Gian Carlo Venturini, ha poi chiesto lo scorporo dei decreti 53 e 158; il
segretario di Stato per il lavoro, Iro Belluzzi, del 111; il consigliere di C10
Andrea Zafferani dei decreti 63, 67, 99, 107, 116, 144, 147, 156, 157 e il 3
del 2013; il consigliere Elena Tonnini di Rete i numeri 129, 130 e 141; il
consigliere Francesca Michelotti di Su i numeri 113, 115, 129, 144, 155 e il 2
e il 3 del 2013. Quelli non scorporati sono stati approvati a maggioranza. La
seduta si è interrotta al dibattito sul decreto delegato 166.

Di seguito un
riassunto dei lavori.

 

Mediazione familiare

Gian Carlo Venturini,
segretario di Stato per gli Affari interni
:
“Si introduce nell’ordinamento sammarinese un istituto nuovo. La Mediazione
familiare (Mf) è un percorso finalizzato alla riorganizzazione delle relazioni
familiari in vista, o in seguito a una separazione o a un divorzio. Il
mediatore familiare viene attivato dai genitori e, assicurando imparzialità e
riservatezza, facilita il confronto rispetto al rapporto con i figli e a temi
oggetto di discussione. La Mf si colloca nel più ampio panorama degli
interventi per un decentramento del conflitto rispetto alla sede propriamente
giurisdizionale. L’esperienza vissuta nelle aule di giustizia insegna che la
vicenda separativa è sempre produttiva di un lutto, che va poi elaborato.
Inoltre la maggior parte delle coppie che si separano consensualmente si
trovano a dover ricorrere nuovamente al tribunale. Ed è assurdo poter
pretendere che siano giudici o avvocati o i servizi sociali a intervenire sulla
coppia per ricostruire un ponte di comunicazione. Tale funzione può invece
essere efficacemente svolta dal mediatore familiare.

L’introduzione e la regolamentazione della Mf
nell’ordinamento sammarinese sarebbe una preziosa occasione per riaffermare la
validità e l’autonomia delle rispettive sfere di competenza di tutti i soggetti
che ruotano intorno alle parti nei giudizi di separazione e divorzio. Il
mediatore familiare esercita infatti la sua attività nel retro dell’azione
giudiziaria. Il Servizio minori potrebbe inoltre tornare a occuparsi
principalmente delle situazioni limite.

La Mf non è un arbitrato né una consulenza legale,
finanziaria o psicopedagogica, libera l’ufficio del magistrato sammarinese da
molte incombenze”.

Francesca Michelotti,
Su
: “Esprimo soddisfazione per la
normativa anche se siamo in ritardo. Si dota il tribunale di strumenti più
chiari per gestire situazioni delicate. Chiedo però di superare la tuttologia
della giurisprudenza. Non prevede esami di psicologia per cui non ne capisco la
necessità per il mediatore.

Ogni volta che cade un governo alcuni segretari di Stato
svuotano gli armadi. Che senso ha allora depositare l’Albo dei mediatori in una
segreteria di Stato?”.

Mimma Zavoli, C10: “Mi associo al consigliere Michelotti. Accolgo con piacere
la proposta di legge che affronta una tematica difficile. Mi associo anche sul
deposito dell’Albo, va gestito dal tribunale. Occorre chiarire meglio la
condizione tra pubblico e privato”.

Roberto Venturini,
Pdcs
: “Il ricorso al mediatore è
facoltativo, ma forse quando sono coinvolti dei minori andrebbe reso
obbligatorio. La figura è importantissima”.

Gian Matteo Zeppa,
Rete
: “Siamo in ritardo eccessivo ma
cerchiamo di arrivare comunque bene. La proposta dà dei canoni da cui partire.
Le difficoltà a livello genitoriale pesano sui figli. Si delega troppo agli
avvocati. Una parte fondamentale devono essere i requisiti umani ma non
demonizzo la laure in giurisprudenza. Il Servizio minori va maggiormente
coinvolto, anche se spesso la sua attività esula da quello che dovrebbe
effettivamente fare”.

William Giardi, Upr: “Ben venga questo progetto di legge anche se in ritardo.
Comunque il Servizio di salute mentale e quello minori hanno sempre provveduto
a queste problematiche, spesso su invito del tribunale. Gli avvocati spesso
fanno dei corsi specifici di psicologia. Questa legge però contrasta con la
Finanziaria che ha abolito il rimborso al 50% delle psicoterapie. D’altronde è
meno nobile il disturbo psichiatrico rispetto a quello fisico”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Ben venga il progetto di legge, già presentato in prima
lettura nella scorsa legislatura. Si tratta di uno strumento di aiuto per
famiglie in difficoltà, ma non vorrei fosse ritenuto l’unica possibile
soluzione. Sarebbe un grande errore, il percorso di mediazione spesso non
basta. C’è la possibilità di svolgere la funzione anche per chi ha una
professionalità legale, ma occorre prevedere alcune incompatibilità per
impedire che mediatore e avvocato che assiste la parte siano dentro lo stesso
studio”.

Antonella Mularoni,
Ap
: “Il ritardo è dovuto anche
all’interruzione della precedente legislatura. Il progetto di legge è fatto
bene, concordo con il consigliere Berti: occorre eliminare ogni possibile
distorsione. La legge prevede la possibilità di un registro pubblico per i meno
abbienti”.

Vladimiro Selva, Psd: “Esprimo l’apprezzamento del Psd per l’iniziativa. Il
dialogo è fondamentale per garantire gli interessi dei figli. Speriamo in una
approvazione in tempi brevi”.

Gian Carlo Venturini,
segretario di Stato per gli Affari interni, replica
: “E’ un progetto di legge importante. La laurea in
giurisprudenza serve per avere certe conoscenze legali, ma  è comunque prevista la necessità di
sostenere un corso di formazione di almeno 12 mesi. Il registro, da conservare
alla segreteria di Stato per la Giustizia, è utile e io da segretario di Stato
non ho mai svuotato i cassetti a fine legislatura. E’ già previsto un servizio
pubblico che può essere al Servizio minori e in un altro istituto. Su ricorso
facoltativo e norme di incompatibilità, infine, si può intervenire”.

 

Ordinamento del
notariato

Gian Carlo Venturini,
segretario di Stato per gli Affari interni
:
“Da molti anni si sente l’esigenza di una normativa organica in materia di
notariato, premessa imprescindibile per la certezza del diritto. Il progetto di
legge, derivato da una bozza prodotta dall’Ordine degli avvocati e dei notai
tende a adeguare la legislazione notarile sammarinese alle normative
internazionali. Una commissione dell’Unione internazionale del notariato ha
esaminato il progetto di legge e, pur sollevando alcune osservazioni, lo ha
definito conforme ai principi internazionali.

Gli obiettivi della legge sono effettuare una raccolta delle
norme e introdurre rigorose regole deontologiche. Sono previsti la libera
consultazione degli atti, l’obbligatorietà dell’iscrizione nel repertorio delle
scritture autenticate, un apposito repertorio per gli atti di ultima volontà
oltre che per gli atti di protesto, un’intensificazione dei controlli. Il
progetto di legge costituisce un traguardo atteso da tempo”.

Francesca Michelotti. Su: “E’ un progetto condivisibile. Faccio però
una considerazione un po’ polemica perché nel testo si esprime ‘vivo
ringraziamento all’ordine e ai notai che hanno elaborato il provvedimento’, ma
sottolineo che nulla è mai solamente tecnico in una legge. La figura notarile
costituisce uno degli elementi fondamentali su cui poggia il presupposto di
sovranità della nostra Repubblica e anche la conservazione di una
documentazione che attesta questa sovranità è un aspetto importante. Allora
ringrazio il segretario Stato e l’ordine degli avvocati, ma chiedo se è stata
chiesta l’opinione sul provvedimento al direttore dell’archivio di Stato, che
avrebbe potuto segnalare questioni pertinenti, in quanto fine conoscitore del
patrimonio notarile. Poi vorrei sapere se la prossima volta che facciamo una
legge, per esempio sui medici, chiameremo i medici? E’ bene poter contare sul
contributo di esperienze degli ordini, però è anche vero che sono portatori di
interessi e vanno messi in equilibrio con la comunità quando si fanno le
leggi”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Intervengo per sostenere questo progetto
di legge che era stato presentato già in prima lettura nella precedente legislatura.
E’ vero che è stato un gruppo di notai all’interno dell’ordine a promuovere
questa materia, su cui il nostro ordinamento è lacunoso. Se finalmente c’è una
legge che regola la conservazione atti notarili, non vedo comunque alcune
preoccupazione ai fini archivisti. Poi il progetto è stato valutato in
congresso di Stato e nella precedente legislatura è stato inviato con largo
anticipo agli uffici competenti e ai gruppi consiliari. Quindi il fatto che ci
siano ringraziamenti, che io stesso avevo formulato, a chi ha lavorato a questo
progetto di legge non deve far ritenere che sia stato subito supinamente dalla
politica. Anzi, la legge mette paletti e rende credibile l’atto notarile agli
occhi del notariato internazionale che ha fatto proposte recepite poi nella
legge. C’è quindi anche controllo massimo dell’autorità internazionale in
materia, in generale rappresenta un grosso passo in avanti nella certezza del
diritto”

Antonella Mularoni, Ap: “Finalmente una legge di questo tipo
arriva nella nostra Aula. Colgo l’occasione per esprimere due perplessità che
rinvio poi alla commissione competente. Personalmente, rispetto all’articolo 5,
comma 9 e 10, dove si parla di separazioni e divorzi consensuali, che in
assenza di figli possono essere certificati da notai, senza ricorrere al
commissario di legge. A riguardo, faccio notare che potrebbero esserci coppie
in cui una delle due persone si trova in posizione di debolezza rispetto
all’altro coniuge e il commissario della legge assume in questo caso il ruolo
di garante. La supervisione del magistrato a me pare importante, anche perché
non risultano ritardi particolari in Tribunale. Altro dubbio riguarda
l’articolo 24 in cui si parla di persone che non sanno legge o non possono
leggere per problemi alla vista. Si prevede infatti la presenza di
un’interprete, che può essere un parente, ma mi lascia un po’ perplessa, visto
che comunque la persona è capace di sentire e può  ascoltare il notaio. Auspicherei quindi un approfondimento”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per
gli Affari interni, replica:
“Il progetto di legge è molto tecnico e va a colmare un vuoto e a
disciplinare certe procedure. E’ un atto significativo, voluto dal segretario
della precedente legislatura, da parte mia ho voluto portarlo subito in prima
lettura. Potrà essere oggetto di valutazione tra prima e seconda lettura,
perché credo sia interesse di tutti che ci possano essere atti chiari e
precisi, definiti e con valenza oltre i nostri confini. Riguardo ai dubbi
sollevati da consigliere Mularoni, in particolare, sull’articolo 5, da
cittadino è sembrato strano anche a me, ma prima di depositare progetto ho
chiesto motivazioni agli estensori della legge. Mi è stato spiegato che
l’obiettivo era, da un lato, sgravare il lavoro dei commissari, dall’altro che
in molte realtà europee è già stata adottata questa prassi rispetto alle
separazioni consensuali e senza figli. Comunque rappresenta una possibilità,
perché gli altri strumenti sono sempre in essere. Possiamo in ogni caso
compiere una riflessione più dettagliata tra prima e seconda lettura, in
Commissione”.

 

Disposizioni su
alcuni negozi giuridici e atti notarili

Gian Carlo Venturini,
segretario di Stato per gli Affari interni
:
“Con il progetto di legge si chiariscono e si aggiornano disposizioni e
interpretazioni e si risponde così a esigenze pratiche e di principio emerse da
tempo. Tra l’altro, si interviene sugli atti di donazione, si elimina il
divieto di donazione tra coniugi, si limita il ricorso all’istituto delle
cessione in antiparte, si salvano alcuni tipi di testamento”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Vorrei precisare che quando il progetto fu
depositato in prima lettura, c’era tra chi aveva seguito un po’ i lavori, un
accordo a considerare prioritario un altro testo rispetto questo, perché introduce
modifiche al diritto civile e quindi non riguarda solo il negozio giuridico in
senso formale, ma anche diritti e doveri. Alcuni tra gli avvocati non sono
convinti, per esempio, del rendere lecita la donazione tra coniugi, bisogna
fare degli approfondimenti su questa materia perché non è possibile dare per
scontata la soluzione individuata. Ritengo che questo progetto di legge debba
essere valutato con attenzione perché va a toccare anche i diritti e non solo
la forma degli atti notarili”.

Andrea Belluzi, Psd: “Mi limito ad alcune precisazioni.
Sull’articolo 5 sarebbe opportuno fare un riferimento, in caso di separazione
consensuale, su quanto previsto dalla legge precedente, visto che questo
provvedimento precisa alcuni negozi giuridici”.

Rossano Fabbri, Ps: “Si tratta di materie molto tecniche da
approfondire in commissione. In particolare, su cessioni antiparte, pongo la
problematica del perché tutti gli ordinamenti vietano disposizioni anticipate
di eredità, invece il nostro ordinamento le preveda. Credo che questo
ordinamento sia pronto a valutare l’ipotesi di fare in modo che i beni vadano a
chi ne ha il diritto in altri modi. Una breve parentesi poi sulla questione
delle separazioni consensuali davanti al notaio, non credo ci siano particolari
problematiche in questi casi, il giudice omologa solo la pratica”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per
gli Affari interni, replica:
“Anche questo provvedimento è estremamente tecnico e va
nell’ottica di porre chiarezza negli atti giuridici e notarili, nel tempo si
sono riscontrate infatti necessità di chiarimenti per evitare distorsioni.
Anche in questo caso, in commissione si potranno chiarire alcuni di questi
aspetti indicati dai diversi consiglieri intervenuti. Inoltre, nell’articolo 5
sono state definite le somme per determinati atti giuridici su cui bisognerà
valutare l’equità dell’importo.    

 

Decreti

Alessandro Rossi, Su: “Faccio delle considerazioni generali sull’utilizzo e
sulla modalità di reiterazione e produzione di questa mole di decreti, oltre 30
oggi. Dal 2009 al 2012 sono stati prodotti 83 decreti legge e anche in questa
seduta sono molti. Nel 2012 ne sono stati fatti 20. Dobbiamo interrogarci sulle
modalità di produzione legislativa. Abbiamo votato una reiterazione senza
dibattito, poteva esserci una seduta ad hoc per i decreti, così non si possono
approfondire. Ma qualche grande manovratore ritiene corretto usare i decreti.
Manca una valutazione di equità sugli interventi. Trascendiamo dalle
responsabilità e verifichiamo le modalità di utilizzo di uno strumento
legislativo che depotenzia il ruolo del consigliere. Studiare una mole del
genere di decreti è impossibile. Dobbiamo capire come migliorare la situazione,
si tratta di un trend forte negli ultimi anni”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Rispetto alla presa di posizione del consigliere Rossi
ricordo che la promulgazione dei decreti è responsabilità della Reggenza. Parla
poi di una presenza diabolica che governa in materia di decreti, ma chi è
questa persona? Sulla necessità che il Consiglio grande e generale si
riappropri del suo potere legislativo sono intervenuta in ogni Ufficio di
presidenza e nessuno ha preso parola a sostegno. Se si fa una delega di legge
deve essere il più stringente possibile, non tanto nei tempi quanto nei
contenuti. La delega legislativa, se fatta bene, non toglie nulla al Consiglio.
Spiace però che si aspetti il microfono per esprimere una posizione che andava
affermata in Ufficio di presidenza”.

Andrea Zafferani, C10: “Mi  associo
al consigliere Rossi, non  per dare
colpe. Per esempio il decreto 53 è del maggio 2012, il 63 finiva gli effetti lo
scorso dicembre, e vanno ora in ratifica. La maggioranza ha avuto problemi su
diversi decreti. Giustifico in parte il ritardo per la crisi di governo ma il
ricorso è comunque eccessivo ed è un grido di dolore lanciato nella scorsa
legislatura anche da consiglieri di maggioranza. La moda ora continua e non
vorrei nascesse anche l’uso di ritardare la ratifica”.

Luigi Mazza. Pdcs: “La precedente legislatura, quando si è interrotta,
richiedeva urgenza su certi contenuti. La maggior parte sono decreti delegati,
non legge, e nel 2012 ne sono stati prodotti 6 non 20. Nella nuova legislatura
sono pochissimi e necessari. Non accetto il richiamo del consigliere Zafferani:
nell’Ufficio di presidenza di dicembre quando abbiamo rimandato l’esame dei
decreti tutti erano d’accordo. Il lungo ritardo nella nuova legislatura non
c’è. Che i decreti legge siano usati solo per motivi di urgenza siamo concordi”.

Rossano Fabbri, Ps: “Condivido l’intervento del consigliere Zafferani. Se ci
sono dei termini per la ratifica sono tassativi. Altrimenti ci sono conseguenze
giuridiche”.

Elena Tonnini, Rete: “Perché c’è urgenza per il n. 141, già prorogato e che è
un decreto legge? Dove è prevista la possibilità di reiterarli?”.

Alessandro Rossi, Su,
per fatto personale
: “Non lo faccio per parlare alla
radio. Il problema oggettivo è che nella scorsa legislatura c’è stata un’alta
produzione di decreti legge, non solo per atti urgenti”

Andrea Zafferani, C10,
per fatto personale
: “Confermo che si era concordato in
Ufficio di presidenza di non portare decreti in Aula fino alla nomina del
governo. Ma è in carica da tre mesi, non credo che ogni volta serva una
richiesta di pietà da parte dell’opposizione per portare i decreti”.

Gian Matteo Zeppa,
Rete
: “I decreti sono uno strumento
funzionale all’urgenza. Ma in questo comma stiamo dando un pessimo esempio.
Ognuno dà la colpa agli altri e alle passate legislature. Noi siamo nuovi e mi
sento in imbarazzo per questo pessimo spettacolo. Discutiamo dei decreti”.

 

Decreto delegato 27/07/12 n.99 “Disposizioni per
l’attuazione della Legge sulla Cooperazione Sociale e di Servizio – Legge 21
settembre 2010 n.160”, approvato a maggioranza.

Andrea Zafferani, C10: “C’è un dato sulle domande, quante cooperative di questo
tipo sono state registrate?”.

Roberto Ciavatta, Rete:
“E’ un decreto molto delicato, mi aspettavo un’illustrazione da parte del
segretario di Stato. qual è l’impostazione del governo?”.

Tony Margiotta, Su:
“Qual è la filosofia del decreto? Alcuni punti sono molto importanti e
colpiscono alcune problematiche che il territorio vive. Il decreto parla di
soggetti a rischio grave di esclusione sociale. Fa poi pensare che sia
individuata una percentuale, nel senso di numero minimo di persone a rischio,
che le cooperative devono avere per partecipare alle gare di appalti. E’ troppo
vincolante”.

Franco Santi, C10:
“Qual è il livello di applicazione della normativa? Nel settore c’è molta
confusione. Se la ratio è l’inserimento lavorativo delle persone più
svantaggiate, il decreto introduce un ventaglio di opzioni nella definizione di
queste persone che la vanifica. Va perseguita la volontà di dare opportunità di
una maggiore integrazione”.

Iro Belluzzi,
segretario di Stato per il Lavoro
: “Ho esteso il confronto a chi ha
esperienza nel settore. Mettiamo in campo uno sforzo per essere in linea con le
reali esigenze del comparto. La cooperazione sociale ha una validità ulteriore
rispetto alla possibilità di svolgere lavoro. Nessuno ha chiesto correzioni. Il
decreto nasce per attuare la legge 160. Il governo comunque intende mettere
mano a tutta la normativa”.

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