Per capire qualcosa di più della politica il direttore di Tribuna ha rivolto
nove domande a Claudio Felici
Aria da Grand Hotel: siamo solo ai
preliminari e i ‘baci’ hanno il sapore dei contenuti
Sull’Europa
pretendiamo che questa volta si lasci esprimere la cittadinanza. Il Psd ha posto
il tema delle elezioni anticipate ma la decisione ancora non c’è
Dopo mesi di tira e molla pare che la politica stia per effettuare quei cambiamenti che alcuni auspicano, altri contrastano. Al centro delle decisioni il rapporto fra la Dc e il Psd che proprio in questi giorni pare essersi sbloccato. Abbiamo cercato di capire qualcosa di più in un’intervista a Claudio Felici, capogruppo consiliare del Psd. Le domande sono molto dirette, le risposte ovviamente devono essere tradotte dal gergo diplomatico della politica.
Domanda: Venerdì scorso al Grand Hotel di San Marino sono stati attivati quattro tavoli tecnici di verifica delle compatibilità programmatiche fra Psd e Dc. Quali sono ancora i punti critici? Il confronto tra il nostro partito ed il Pdcs puntava a verificare le vicinanze circa gli elementi di riforma principali che attendono il Paese nei prossimi pesanti periodi. E’ chiaro che su diversi punti esistono e permangono delle divergenze nelle posizioni di partenza, ma la ragione di questi confronti è la comune convinzione che i prossimi passaggi saranno impegnativi ed onerosi e richiedono il convinto contributo delle forze politiche più rappresentative e responsabili per produrre una sintesi di azione.
D.: Come pensate di poter conciliare la vostra posizione europeista con il rifiuto che continua a caratterizzare la politica non solo della Dc ma anche dei suoi alleati attuali? Il Psd da lungo tempo si è caratterizzato con la proposta della via europea dello sviluppo futuro di San Marino ed ha messo in campo ed ha favorito numerose iniziative di diversa natura. E allo stesso modo ha sostenuto la presentazione del quesito referendario dei giorni scorsi. Abbiamo comunicato al Pdcs che sul tema dell’adesione europea la sintesi migliore e più utile al Paese in questa fase è consentire finalmente ai sammarinesi di scegliere con la libera espressione democratica la via sammarinese all’Europa.
D.: Al di là dei contenuti programmatici esiste un accordo politico fra voi e la Dc? Cioè avete deciso la data delle elezioni, quale sarà la coalizione che si presenterà, quali garanzie di controllo dell’azione del governo avrà il Psd nella fase intermedia? C’è in vista una Reggenza di garanzia oppure qualche altra forma di partecipazione al tavolo del governo dei membri del Psd? Guardi, con la legge elettorale che abbiamo voluto prima di tutto noi i ruoli di maggioranza e di opposizione restano tali e non vanno confusi. Nell’incontro abbiamo approfondito la serie di provvedimenti prioritari da realizzare per fare ripartire San Marino, la loro successione ed i tempi per realizzarli. In questo contesto abbiamo posto con franchezza anche la valutazione sulla durata della legislatura più utile e conveniente per questo obbiettivo. Se questo confronto porterà a sintesi concrete non c’è dubbio che servirà anche definire una sede in cui le forze che si assumono le responsabilità possano confrontarsi anche sulla gestione del percorso. In altre realtà questi passaggi hanno avuto anche speciali caratterizzazioni istituzionali. Abbiamo posto anche questa riflessione.
D.: Quale effetto questo accordo con la Dc produce dentro al Patto per San Marino. Ci sono forze ostili, magari per ragioni diverse? E’ emerso il disappunto di Ap di essere esclusa dal tavolo di confronto, ma soprattutto l’ostilità è con Augusto Casali, o sbagliamo? Questo confronto parte dall’incontro tra la maggiore forza di maggioranza e la maggiore forza di opposizione ed il significato credo sia sufficientemente chiaro. Ovviamente questo percorso contiene le forze disponibili ed interessate. Devo dire che nel corso degli ultimi mesi abbiamo ripetutamente constatato alcune forze politiche nell’esprimere un interessamento convinto e preciso a questo percorso come Alleanza Popolare ed altre invece che hanno espresso a più riprese a dir poco scetticismo e diffidenza. Noi restiamo disponibili a svolgere il nostro ruolo consapevoli che la politica deve essere capace di dare risposte concrete e indicare progetti e realizzarli. Il resto sono chiacchere e giochi spesso molto interessati.
D.: Dopo anni di assoluta incertezza, con la firma del 13 giugno e l’accordo fra Psd e Dc, sembrava che la politica stesse recuperando la stabilità necessaria per iniziare a pensare al progetto del rilancio economico del Paese, ed invece dalla maggioranza arrivano segni inconfutabili di divisione. San Marino è destinato a non avere mai pace? San Marino sta attraversando una fase di cambiamento profondo, con passaggi stretti e prezzi da pagare, e solo mettendo in secondo piano interessi individuali o di gruppo e concentrandosi sugli obiettivi generali saremo in grado di superarla. Sono sorpreso anch’io di queste impreviste schermaglie nel Patto, probabilmente qualche esperto guastatore all’opera non manca e lavora per increspare le acque… Credo che solo una maggiore e più decisa risolutezza sulle scelte possa rimuovere le difficoltà di questa natura. E questo sta innanzitutto alle forze più grandi, dimostrare chiarezza dei propri obiettivi, uscendo dalle ambiguità e operando con tutte le carte sul tavolo.
D. : L’a pp o r to de l Psd alla maggioranza dovrebbe prevedere anche la possibilità dell’apertura di un miglior dialogo con le forze sociali che ormai non si fidano più dell’azione del governo. Eppure voi fate l’accordo e la Csu indice subito uno sciopero generale. Qualcosa non ha funzionato? Intanto l’apporto del Psd vuol essere al Paese ed alla soluzione dei suoi mali. E proprio per curare questi mali che serve senza dubbio un responsabile ed attivo coinvolgimento delle forze sociali ed economiche. Lo stiamo ripetendo fino alla noia. La qualità della politica sta anche nella propria capacità di condividere e creare partecipazione sui propri progetti.
D.: Ma chi ha ragione sulla riforma tributaria, il governo o la Csu? Se il confronto impostato da tempo dal Governo con la Csu sulla riforma fiscale aveva incardinato degli elementi di riferimento, in particolare rispetto all’equità di trattamento, questi non possono cambiare nottetempo senza che questo provochi strappi dolorosi e laceranti. Quello che è successo non doveva capitare ed il primo a cogliere questo credo sia innanzitutto il Segretario alle Finanze. Dobbiamo essere tutti quanti impegnati a recuperare questo strappo se vogliamo affrontare il resto del percorso con la consapevolezza di farcela. Ci sono i tempi e i modi per riuscirci da qui alla pausa estiva.
D.: Il Psd è in una situazione pericolosa che rischia di fargli perdere voti a destra e a sinistra. Se l’attuale governo dovesse rimanere in carica fino alla scadenza naturale, come farete a spiegare alla vostra base elettorale la sospensione delle attività che competono ad una forza di opposizione senza che questa riesca però ad esercitare un ruolo attivo nelle decisioni di governo? Non abbiamo intenzione di sospendere proprio nulla, sappiamo qual è il nostro ruolo e sappiamo di avere cultura di governo. Il Psd è una forza riformista che spesso lancia obiettivi difficili, vedi la legge sullo scambio delle informazioni o il progetto per l’Europa. Ma è proprio lì che sa dare il meglio. Se vogliamo parlare di voti credo che i sammarinesi oggi guardano alle forze politiche che sono in grado di risolvere le questioni di fondo, magari proponendo cure amare, ma dicendo la verità e proponendo soluzioni concrete. So benissimo che la tentazione alla facile demagogia o alla politica di testimonianza magari ideologica alberga in molti, ma non è con questi attrezzi, tipici questi si della vecchia politica che potremo assicurarci un futuro. Spiegheremo agli elettori, anzi, lo stiamo già facendo, che oggi è in gioco molto del paese che conosciamo ed in questa fase vanno messe assieme le migliori risorse. Sono convinto che i sammarinesi capiranno.
D.: La politica tradizionale, di certo le figure che sono state protagoniste del passato, sono alle corde, sottoposte ad un giudizio severo dell’opinione pubblica. Cosa farà il Psd di fronte a questa micro rivoluzione che rischia di travolgere i partiti? Riconosco che in un momento come questo in cui l’orizzonte è irto di difficoltà la prima reazione di chi osserva la politica possa essere quella di sferrarle un bel calcio. Ma sono anche convinto che poi la valutazione passa anche all’esame delle capacità e dell’affidabilità della persona, dell’amministratore, del politico. Non mi piacciono mai i polveroni, ci sono responsabilità e responsabilità, opzioni ed opzioni. Ma è anche vero che i partiti hanno un senso se riescono ad essere portatori di progetti e soluzioni concrete, e questo sta sempre al di sopra degli uomini che volta per volta li rappresentano. Il Psd ha già fatto in varie fasi scelte precise di rinnovamento, ha contribuito a cambiare le regole della rappresentanza ed è capace di comporre la propria squadra coerentemente col progetto da sostenere volta per volta. Abbiamo uomini e donne intelligenti, capaci di capire qual è la migliore posizione in campo di ciascuno in relazione all’interesse generale. Ma dev’essere chiaro che il rinnovamento è in funzione del progetto politico e non il contrario.