Le interviste di Stiven Muccioli

Le interviste di Stiven Muccioli

Pubblico oggi la prima di una serie di interviste realizzate a personaggi politici ed esponenti di istituzioni di San Marino. Sia chiaro: L’appartenenza politica degli intervistati è un fattore che non ho assolutamente tenuto in considerazione.

Certo, ho cercato di dare voce a tutte le parti. Senza voler portare il discorso lungo binari prestabiliti, ma con l’obiettivo di accorciare quella distanza, oggi troppo grande, fra popolazione e classe politica.

Quello che ho cercato di realizzare, è un discorso spontaneo fra due cittadini dello stesso paese che parlano senza censure e senza pregiudizi. Se sono riuscito nel mio intento, sta a voi giudicarlo.

Il tema è la democrazia. Quella con la D maiuscola.

Quel sistema di governo che dovrebbe avere come obiettivo ultimo quello di rappresentare la popolazione e fare il bene di un paese. Parleremo anche di E-Democracy, una parola che a molti sembrerà azzardata, ma che in alcune realtà sta dimostrando di poter essere la strada maestra per una politica più rappresentativa ed attenta alle esigenze della comunità.

Per chi ci crede, questa può essere una risposta vera. Nuova. Capace di un rapporto diretto e quotidiano con la popolazione. Senza paura di confrontarsi.

La prima di queste persone intervistate è Alessandro Rossi, politico sammarinese e Capitano Reggente dal 1 Aprile 2007 al 30 Settembre dello stesso anno. E’ stato membro del Consiglio dei XII, della commissione Affari Esteri ed è attualmente delegato sammarinese presso l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, con l’incarico di vice presidente della commissione Migrazioni, Rifugiati e Demografia. E’ membro del partito di Sinistra Unita.

Incominciamo.

SM: Immagini che io sia un cittadino di un qualsiasi paese europeo che le chiede in modo informale e sincero di descriverle brevemente San Marino e la sua politica. Cosa mi risponderebbe?

AR: Immagina un paese in festa ogni sei mesi che festeggia la propria democrazia, immagina un panorama che va dalla neve al mare, immagina un piccolo lembo di terra dominato da un monte chiamato titano, non sappiamo perché non siamo Italia, ma siamo fieri del nostro non esserlo.

Uno degli effetti più evidenti della crisi sociale che sta investendo il nostro paese è la frattura che si sta formando fra la politica e la cittadinanza. Come crede sia stato possibile, in un paese piccolo come il nostro?

Non è la frattura fra politica e cittadinanza la causa, la causa è la dispersione del senso di comunitá messo sotto pressione dai colpi di un benessere per molti versi immeritato.

Negli ultimi tempi si sentono storie di ogni tipo su San Marino. In particolare si parla spesso e volentieri di collegamenti fra politica, istituti finanziari e malavita organizzata. Quanto c’è di vero secondo lei?

Purtroppo c’è anche questo a San Marino, e dobbiamo liberarcene quanto prima.

Crede che questo tipo di notizie “stupiscano” oppure crede che la popolazione fosse già in passato a conoscenza di queste situazioni “ambigue”?

La popolazione in fondo alla propria coscienza sapeva che la nostra economia era border line, ma il fatto che garantiva una qualitá di vita elevata per molti faceva chiudere gli occhi e la coscienza di fronte ai vari filibustieri che si stavano addensando all’ombra del monte.

Esiste il problema dell’omertà a San Marino?

Il nostro non è un sistema mafioso, ovvero non piú della media nazionale italiana, non è l’omertá il problema, spesso è la mancanza di coscienza e di conoscenza, si compiono atti illegali credendo che sia solo un sano approfittarsi delle opportunitá del sistema.

Che opinione ha degli organi di inforamzione sammarinesi (Televisioni, giornali, portali web)?

La televisione non essendoci pluralismo possibile è per sua natura governativa, i giornali essendoci un mercato ristretto spesso non privilegiano la qualitá dell’informazione rispetto al gossip, i portali sono in crescita.

Crede che l’informazione a San Marino sia veramente libera?

Cosa è la libertá? Il potere esercita il proprio dominio solo su uomini liberi che decidono di piegarsi ad esso per opportunismo.
Ma sono sempre uomini liberi.

L’informazione a San Marino io credo sia libera, ma non abbastanza per fare un salto di qualitá per diventare veramente un servizio di crescita culturale per il cittadino ed uno strumento di controllo del potere.

Lasciamo ora da parte la bagarre politica sammarinese e parliamo di Democrazia. I paesi del nord europa, e qualche lungimirante regione italiana stanno attuando da anni progetti di democrazia “dal basso”. Si tratta di tentativi di avvicinamento fra popolazione ed istituzioni. Lei crede che sarebbe importante un contributo concreto e diretto della popolazione alla vita politica del paese?

Il vero cambiamento si attuerá a San Marino solo nel momento in cui i cittadini si riprenderanno la politica con azioni dal basso, il momento di crisi a questo fine puó

fungere da ottimo incubatore per una democrazia migliore.

Sempre a proposito di “democrazia dal basso”. San Marino, è uno dei paesi al mondo con le più alte percentuali di utilizzo di internet da parte della popolazione. Uno studio sulla popolazione sammarinese condotto nel 2006 da Gallina e Vertecchi dice che non c’è da stupirsi, visto che il paese non ha praticamente nè primo nè secondo settore, mentre concentra quasi tutta la sua forza lavoro nel terziario avanzato. A questo proposito, una delle “parole nuove” della democrazia europea è E-Democracy, ovvero l’esercizio della democrazia attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Pensa che questo tipo di pratica avrebbe terreno fertile in un paese come San Marino?

A San Marino, viste le distanze e i numeri si può fare una ottima Democracy senza le E, ma occorre un grande sforzo culturale che porti il cittadino a comprendere che è veramente Lui e il suo senso di responsabilitá il suo lavoro ed i suoi valori il centro e il motore della democrazia.

La E, ovvero la tecnologia sta giá in parte aiutando questo processo di consapevolizzazione, ma in tutta onesta preferisco vedere dal vivo un viso davanti a me e convincerlo delle mie idee che non cercare di diffonderle attraverso uno strumento che crea comunque delle incomprensioni nella comunicazione.

Amy Gutman famosa teorica politica americana nonché preside dell’univerità della Pennsylvania, in un suo saggio affermava che la democrazia è una pratica che va insegnata, e che si dovrebbe puntare sulla formazione democratica nelle scuole. Non serve però andare in America per vedere pratiche di questo tipo. In Emilia Romagna ad esempio, ci sono progetti rivolti in questo senso, anche se i risultati sono incoraggianti ma non ancora soddisfacenti. Lei pensa che lavorare su una formazione democratica nelle scuole sia importante? Crede che il nostro sistema scolastico ne trarrebbe benefici concreti?

Cancellare l’insegnamento della educazione civica nelle scuole è stato un grande errore, mi auguro senza dolo, ripristinare qualcosa di aggiornato è un dovere che dobbiamo alla continuitá della nostra storia democratica.

“Rinnovamento” è la parola che più spesso si sente ripetere dai politici sammarinesi. Siamo veramente alla fine di un ciclo, o anche questa volta basterà qualche piccolo sacrificio per mantenere lo status quo?

End of the trail! Punto di biforcazione o nuova democrazia o dittatura.

I protagonisti di una rinascita politica ed economica di un paese peculiare come San Marino non possono che essere i giovani. Crede nelle capacità della gioventù di questo paese? Se si, pensa che siano messi nelle condizioni migliori per emergere?

Non sono messi nelle condizioni migliori per emergere e credo sinceramente che la politica non debba nemmeno troppo preoccuparsi di metterli nelle condizioni migliori, una sana competizione politica crea selezione, il problema è stato che la competezione è stata posta in essere nel riprodurre il modello dominante e non nel produrne uno nuovo, è qui che i giovani di diverse generazioni hanno fallito. Sono certo che una nuova classe dirigente emergerá a breve, ma come detto siamo in un punto di biforcazione e non so predire verso cosa muoverá questa classe dirigente che verrá, io lavoro per migliorare la nostra democrazia.

Una delle cause principali dell’attuale situazione sammarinese è la mancanza di una vera economia locale. Secondo lei, su cosa deve puntare San Marino per creare quell’economia “vera” di cui ha bisogno?

Le dinamiche economiche di un comprensorio ristretto come quello della Repubblica di San Marino sono molto brevi, recuperare reputazione e concentrarsi sul nostro territorio e quello circostante sono i due obiettivi prioritari per stabilire una economia di continuitá, quello che deve interessare ai sammarinesi non è la performance di breve periodo ma la sostenibilità nel lungo periodo per garantire la continuitá della indipendenza come abbiamo fatto nei secoli precedenti.

L’economia sostenibile è quella di territorio, il resto sono opportunitá da cogliere ma che non possono diventare core business della nostra comunitá.
Tutte le grandi civiltá sono stati spazzate via per eccessi di espansione non sostenibile, San Marino è un piccolo paradigma di civiltá e su questo i sammarinesi tutti devono riflettere attentamente.

Ringrazio Alessandro Rossi della disponibilità dimostrata.

Vi lascio con una frase di un “Rocker”, che durante un concerto mi colpì molto.


“Dovremmo ricordarci un po’ più spesso, che un paese non è di chi lo governa, ma di chi lo abita.”


– Luciano Ligabue

SM

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