Le opposizioni abbandonano i lavori della Commissione Interni

Le opposizioni abbandonano i lavori della Commissione Interni

Di vergogna in vergogna!
Una maggioranza da tempo agonizzante continua ad arrampicarsi sugli specchi per cercare di conservare la poltrona, e a questo scopo stravolge sistematicamente le regole democratiche con violazioni del regolamento e con una spudoratezza veramente senza precedenti.
In questi ultimi mesi sono sempre più numerosi i casi in cui la maggioranza non accetta più il verdetto dei numeri e costringe l’Aula a rivotare dopo avere collezionato una bocciatura.
Il presidente di Banca Centrale è stato nominato alla seconda votazione con una procedura giudicata irregolare persino dal Collegio Garante che ha stigmatizzato l’episodio censurando l’operato della Reggenza pro tempore. Di recente la prepotenza della maggioranza si è intensificata concentrandosi nelle Commissioni Consiliari i cui Presidenti non sono soggetti ad alcuna forma di sindacatura.
In Commissione Finanze, a luglio, è stato dichiarato respinto l’ordine del giorno sul caso Licenzopoli nonostante avesse riportato più voti favorevoli di quelli contrari. Alcuni giorni fa in Commissione Previdenza un articolo bocciato è stato rimesso in votazione in aperta violazione del Regolamento (che è comunque una legge dello Stato!), e proprio oggi è stato reinserito un articolo del progetto di legge sulla PA che era stato precedentemente abrogato dalla maggioranza dei Consiglieri (9 contro 7 e 1 astenuto).
Al di là degli aspetti prettamente regolamentari c’è da rilevare che la maggioranza non rispetta nemmeno gli accordi che con fatica si cerca di raggiungere grazie al senso di responsabilità dell’opposizione. Dopo la bocciatura dell’art. 8 inerente le incompatibilità per dirigenti e dipendenti pubblici, che con l’emendamento della minoranza approvato vengono semplicemente rinviate ad una legge ordinaria anziché essere lasciati alla discrezione di un decreto delegato del Governo, i gruppi di PSD, PSRSR, SU e UPR avevano accordato la propria disponibilità a recuperare alcune incompatibilità per le figure dirigenziali dei nuovi Dipartimenti, ferma restando la procedura individuata dall’emendamento approvato per tutti gli altri ruoli all’interno della PA.
Il Governo invece, anziché apprezzare la collaborazione proveniente dall’opposizione, ha deciso di tirare dritto e dopo avere votato le modifiche “concordate”, con un blitz ha ripresentato in toto i contenuti dell’articolo bocciato. A quel punto i Consiglieri della minoranza hanno abbandonato l’Aula ritenendo inutile un confronto in tali condizioni.
Questi episodi testimoniano l’arroganza e l’inaffidabilità dell’attuale maggioranza ormai in costante debito d’ossigeno che riesce a galleggiare solo uscendo dall’alveo delle regole democratiche mostrando così la sua natura autoritaria e da regime, e che, nonostante non abbia più i numeri, si ostina a non volersene andare tenendo sotto scacco un intero Paese.
Qualcuno ricorderà quando in passato AP abbandonava l’Aula scandalizzata appena si verificava una minima difformità dal regolamento da parte del governo di turno, o quando le altre forze dell’attuale Patto per San Marino se ne andavano sbattendo la porta per delle quisquilie.
Se poi si aggiunge che in talune votazioni diversi Consiglieri di maggioranza hanno votato al posto di colleghi assenti contribuendo a fare scattare il quorum che non consente alla minoranza di ripresentare gli emendamenti in Consiglio, abbiamo un quadro chiaro di come funziona la democrazia nel 2011 nella Repubblica di San Marino. A questo punto, le scriventi forze di minoranza ritengono che sia a rischio la tenuta democratica poiché non venendo più rispettato l’esito delle votazioni parlamentari perde di senso l’azione di controllo e di contrasto dell’opposizione. A questo proposito ci riserviamo di valutare la possibilità di segnalare agli Organismi internazionali di cui San Marino fa parte la sistematica violazione delle regole e la cancellazione dei diritti che devono essere garantiti alle minoranze.
I Consiglieri dei Gruppi PSD, PSRS, SU, UPR

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