Legge editoria in Commissione: notturno, Agenzia Dire

Legge editoria in Commissione: notturno, Agenzia Dire

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE AFFARI ESTERI,
EMIGRAZIONE ED IMMIGRAZIONE, SICUREZZA E ORDINE PUBBLICO, INFORMAZIONE

 

LUNEDI’ 25 AGOSTO -seconda parte

 

            Nelle
ore serali e notturne prosegue a singhiozzi, con numerose pause per rivedere il
testo e concordare ulteriori precisazioni richieste dalla minoranza, l’esame
dei
41 articoli della “Legge in materia di editoria e di professione degli
operatori dell’informazione”. E non mancano momenti di forte tensione, quando
un articolo bocciato, il 15, viene riproposto poco dopo dal governo come
emendamento.

            Nella seduta del 30 aprile scorso l’esame
si era fermato alla discussione dell’articolo 7 “Autorità garante per
l’Informazione”: l’articolo viene approvato e gli emendamenti dell’opposizione
respinti solo dopo i duri interventi dei commissari di minoranza che sollevano
dubbi sulla risoluzione messa in atta dall’esecutivo per sciogliere il nodo su
cui la Commissione si era arenata lo scorso 30 aprile, ovvero l’eliminazione
della Commissione di vigilanza.  Il
problema“è stato risolto in modo incredibile- osserva Marco Podeschi, Upr
mantenendo la commissione, non mi sembra una grande trovata, si creano quindi tre
organismi, mi chiedo quale autorevolezza possano avere”.  I commissari di minoranza contestano poi la
presentazione di un emendamento da parte del governo successivo alla
discussione dell’articolo stesso, ritenendola una forzatura del regolamento, ma
i commissari di maggioranza ritengono lecita la tempistica per un proposta di
modifica tecnica.  

            La polemica prosegue nell’articolo
successivo, aggiuntivo all’articolo 7, proposto dal governo, che
reintroduce proprio la commissione di Vigilanza. Matteo Zeppa, Rete, contesta
la nomina del presidente in seno alla stessa commissione:  “Significa che la presidenza sarà sempre della
maggioranza, si continua a utilizzare pugno di ferro”. Alessandro Mancini,
Ps
, punta il dito sul ridimensionamento del ruolo dell’organismo:“La
commissione aveva numerosi e importanti compiti, ora le viene limitato il ruolo
di controllo sulle trasmissioni politiche durante la fase elettorale e poi è da
precisare quali trasmissioni saranno sotto oggetto di vigilanza”.

Dopo
una pausa di confronto, i
l
segretario di Stato Iro Belluzzi

riformula l’articolo sulla base delle osservazioni fatte e propone quindi di
inserire al comma 2 che la nomina del presidente avvenga tra le liste di
minoranza e al comma 6 che ‘compete alla commissione di Vigilanza la conoscenza
preventiva delle linee di programmazione politica semestrale
radiotelevisiva’.  Ma poiché la modifica
ulteriore dell’articolo 7 forza nuovamente il regolamento, in quanto presentato
successivamente alla discussione del testo, il presidente Marino Riccardi chiede
il consenso di tutti i gruppi per la sua messa al voto. Tutti acconsentono,
ritenendo questa forzatura giustificata, e l’articolo 7 aggiuntivo viene
approvato.

            All’articolo
8
, “Codice deontologico degli operatori dell’informazione”, la nuova
versione del governo accoglie al comma 2 due emendamenti di C10 e Upr che
attribuiscono il compito di elaborare e approvare il codice alla Consulta e non
più all’Authority. Tutti gli altri emendamenti sono respinti.

L’esame prosegue in modo più rapido: approvati, senza che
gli emendamenti dell’opposizione siano accolti, gli articoli 9,
“Abilitazione alla professione del giornalista” e 10, “Requisiti per
l’ammissione all’esame per l’abilitazione alla professione di giornalista”, 11
“Pratica giornalistica”. All’articolo 12 “Prova di idoneità
professionale, Commissione d’esame”, viene accolto l’emendamento di Upr per
eliminare la specifica che l’esame ‘si svolge in Repubblica’, considerato
pleonastico.

Anche all’articolo 13, “Tesserino dei
giornalisti- Press card”, viene accolto un emendamento dell’Upr. Approvato
senza emendamenti l’articolo 14, “Registro speciale dei giornalisti”.

            Colpo
di scena all’articolo 15,
“Operatore dell’informazione inviato presso la
Repubblica di San Marino”, che dopo un dibattito sulla non opportunità dei
paletti richiesti agli inviati di testate straniere, non viene approvato (10
voti contrari, 3 favorevoli).
Rete e Su-C10 avevano proposto poco prima, con
due emendamenti simili, di eliminare interamente il testo.

Per Zeppa di Rete l’articolo 15 è medioevale:
“Si vanno a dare pratiche di accreditamento- stigmatizza il commissario- e non
ci può stare se a San Marino viene un giornalista di inchiesta che dovrebbe invece
potersi tutelare. Gli si chiede di accreditarsi, mettere in moto consulta e
segreteria, gli si dice che non può restare a San Marino più di 20 giorni, è un
modo di cacciare il giornalismo di inchiesta perché a qualcuno ha fatto molto
male, ma ad altri ricordo che ha aperto gli occhi. Ricordo come il giornalista
di Report non abbia comunicato la sua presenza in Repubblica per intervistare
Vendemini e non credo che la Gabanelli avrebbe dovuto farlo. Si evitano in
altri modi servizi falsi, questo è un passo indietro per il giornalismo di
inchiesta”.

Il commissario Podeschi, Upr, mette in guardia
dai rischi connessi a tale articolo: “Capisco lo spirito, ma un conto è
accreditarsi per eventi istituzionali, un conto accreditarsi per fare
informazione in uno Stato, c’è il rischio di andare contro convenzioni
internazionali sulla libertà di informazione, forse in Corea del Nord si chiede
qualcosa di simile agli inviati”.

Per il segretario di Stato Belluzzi si tratta
di “preoccupazioni eccessive” perché “le considerazioni fatte- ovvero voler
limitare l’accesso a chi fa giornalismo d’inchiesta- non mi erano passate
neanche per l’anticamera del cervello”.

Approvato l’articolo 16, “Il Freelance”, il
segretario Belluzzi accende gli animi dei commissari di minoranza, riproponendo
l’articolo respinto pochi minuti prima,
il 15 che sarebbe diventato il
16 bis
, come emendamento. Luca Santolini, C10: “Mi sento preso in
giro, è la ripresentazione di un articolo bocciato con un’altra numerazione, è
una cosa ridicola”. Zeppa, Rete: “Ripresentarlo come emendamento è una
presa in giro, anche se il regolamento lo può prevedere. La non attenzione
verso questa legge dei commissari di minoranza è bassa o menefreghista, perché
10 persone hanno votato contrari e 3 favorevoli, e se un articolo è stato
bocciato per disattenzione poi si ripresenta per emendamento è una presa in
giro”. Podeschi, Upr: “Il regolamento prevede che gli emendamenti
possano essere presentati in ogni momento, ma mi sto molto scocciando, fino a
questo momento avevamo tenuto un atteggiamento propositivo, ora farò
ostruzionismo. Non sapete nemmeno cosa state discutendo voi della maggioranza,
avete rimediato una figuraccia già il 30 aprile, vi dovete vergognare”.

Viste le reazioni, il segretario Belluzzi chiede
di ritirare l’emendamento integrale, ma di poter essere inserirne solo il comma
1 per definire che “rientra nelle funzioni della Consulta elaborare un
regolamento per i giornalisti che si accreditano in Repubblica come inviati”. I
lavori sono sospesi di nuovo per definire un nuova versione dell’emendamento così
come definito dal segretario. Ma anche la nuova versione scontenta la
minoranza. Zeppa, Rete, insiste: “Prendetevi le vostre responsabilità,
volete fare una forzatura per disattenzione, gli escamotage li potete fare con
decreto”. Per Podeschi, Upr, anche in questo modo si rischia la censura
internazionale.

Belluzzi
decide alla fine di ritirare del tutto l’emendamento anche se si tratta di
“un’occasione persa per poter raccogliere contatti con testate importanti”. Il
segretario auspica quindi che i lavori riprendano con un “atteggiamento
costruttivo”.

Di fatto l’esame riprende un po’ più spedito:
approvati l’articolo 17, “Definizione e disciplina del prodotto
editoriale”,  il 18, “Tutela del
prodotto editoriale”, 19, “Editori Puri”, il 20, “Testate
giornalistiche”, il 21 “Testate giornalistiche on line”. La seduta si
chiude con l’accoglimento dell’articolo 22, “Elenco delle testate
giornalistiche”; l’esame del progetto di legge riprenderà domani pomeriggio.

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