Legge ‘tutela investimenti’, normative sotto dettatura . Cittadinanza Attiva

Legge ‘tutela investimenti’, normative sotto dettatura . Cittadinanza Attiva

Un conto è scrivere normative sotto dettatura per combattere la corruzione, o allinearsi agli standard internazionali in materia di antiriciclaggio.
Un conto è farlo su esplicita richiesta di investitori che si avvicinano al nostro Paese, con l’obiettivo di istituzionalizzare, addirittura consolidare per 20 anni, gli effetti di una convenzione ad hoc sottoscritta fra un Governo e degli imprenditori.
La cosiddetta legge “tutela investimenti”, appena depositata dal Governo, dovrebbe preoccupare tutti. Si cerca, con due righe scritte di fretta per fare in modo di eliminare i dubbi post-referendari degli investitori del Polo della Moda, di mettere una toppa ad un problema su cui si potrebbe anche ragionare, ma non in questo modo. Non sotto dettato, e non con la spada di Damocle dell’emergenza che penzola sul progetto di Rovereta.
Un progetto il cui inizio è stato recentemente prorogato perché, ormai è chiaro, il gruppo Borletti non intende iniziare alcun investimento senza questa protezione.
E’ sicuramente vero che per chi investe tanto denaro in un Paese è importante avere delle certezze. Stabilità politica, stabilità normativa, certezza del diritto, iter amministrativi semplici e uguali per tutti. Lo diciamo e chiediamo da quattro anni. Sono tutti elementi importanti per favorire un ambiente positivo per gli imprenditori.
Ma non si può pensare di dare stabilità concedendo la totale discrezionalità ad un Governo e ad una maggioranza, eletti magari per uno zero virgola, determinando in una convenzione ad hoc – quindi caso per caso – e per ben per 20 anni (!!!!) l’impossibilità di modificare le normative con cui quel determinato investitore si confronterà.
Si tratta di temi delicati, visto che si toglie sovranità al Consiglio per molti anni e potenzialmente si potrebbe anche rinunciare ad introiti considerevoli, impattare in maniera notevole sul territorio, sulla società e sul mondo del lavoro.
Tutto questo tramite convenzioni ad hoc che, ricordiamo, verrebbero negoziate da un team di Segretari di Stato direttamente con il singolo imprenditore, e che possono prevedere appunto qualunque tipo di deroga alle norme e trattamento di favore. Basterebbe ricordarne qualcuna, come quella del Parcheggione, per capire la follia di una proposta di questo tipo.
L’approvazione a maggioranza semplice da parte del Cgg, prevista in alcuni casi, non cambia nulla rispetto a questa logica.
Si potrebbero studiare delle alternative, se solo ci trovassimo in un altro contesto politico.
Ma quello che è stato proposto non è rispettoso delle Istituzioni e della storia di questo Paese. Non si può chiamare neppure politica economica. E’ solo volontà di tenersi le mani libere per dire sì a qualunque richiesta di qualunque investitore, con un atteggiamento supino che la politica non dovrebbe mai avere.
Cittadinanza Attiva

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy