L’Informazione di San Marino: “Bcsm e Finanze non riescono ancora a portare a casa il memorandum, per Gatti la colpa è dei giornali”

L’Informazione di San Marino: “Bcsm e Finanze non riescono ancora a portare a casa il memorandum, per Gatti la colpa è dei giornali”

ANTONIO FABBRI – La battuta più bella del dibattito di ieri su Bcsm è di sicuro del Segretario alla finanze Marco Gatti.

È riuscito ad affermare, senza ridere, che il Memorandum di intesa con Bankitalia non si firma ancora perché ci sono i giornali che criticano il tribunale e quindi questo rende faticoso riacquistare fiducia. Eppure c’è stato anche chi, come l’avvocato consigliere Rossano Fabbri, lo ha preso sul serio il contorto assunto.

Per ricostruire un po’ più precisamente di quanto abbia fatto il Segretario alle finanze: dopo la vicenda Papi, Caringi, Bossone cacciati con la Dc in maggioranza, Marco Gatti in Consiglio e lo zio Gabriele Gatti alle Finanze, nel 2010 arriva Renato Clarizia alla presidenza di Bcsm. Subito la priorità: memorandum di intesa che Clarizia definisce imprescindibile. Viene annunciata l’imminente firma a cadenza pressoché mensile. Poi però, dopo un incontro con Visco e Saccomanni a Palazzo Koch, dichiara: non è che il Memorandum sia poi così necessario. Accettò quindi di accantonarlo nonostante, era il settembre 2011, fosse già pronto e pure trapelato il testo per la firma. Allora Clarizia propose la Centrale rischi sammarinese per dialogare con Banca D’Italia. Ma le banche sammarinesi, tutte, erano contrarie a diventare soggetti vigilati di Bankitalia.

Passa qualche anno e nel 2014 il Segretario alle finanze Claudio Felici dichiara: questo sarà l’anno del memorandum.

Febbraio 2015, il presidente Clarizia dichiara che si sta lavorando al memorandum con Bankitalia, dato per imminente.
Poi di nuovo contrordine e non si firma nulla.

Arriva Wafik Grais che dichiara esplicitamente in un comunicato di voler reimpostare la Centrale rischi “per evitare
di causare gravi rischi e danni al sistema bancario sammarinese”, sostiene di voler “realizzare una Centrale Rischi tutta sammarinese che dialoghi poi con analoghe strutture di altri Paesi, facendo di San Marino un Paese normale, cioè di piena sovranità”.

Grais dichiara di puntare ad un rapporto più internazionale e il Memorandum di intesa con Bankitalia non lo ritiene determinante.

Poi le vicende Lorenzo Savorelli, Francesco Confuorti e compagnia cantante.

Arriva Catia Tomasetti. La presidente attuale dichiara a settembre 2018 che: per quanto riguarda i rapporti con Banca d’Italia, è stato ripreso il dialogo e il Memorandum di intesa ha dei contenuti tutti da tutto da scrivere, ma a quattro anni di distanza non se ne è vista ancora, almeno pubblicamente, neppure una riga.

Inoltre, in mezzo a tutta questa travagliata trafila di rapporti e avvicendamenti in Via del Voltone, come tutti sanno ci
sono state operazioni della Gdf  tipo “Torre d’avorio”; decine di procedimenti per riciclaggio anche di denaro di  provenienza mafiosa; poi false fatturazioni, tra cui anche il caso Seven Eleven che il Segretario alle Finanze conosce bene.

Per carità di patria tralasciamo di dettagliare l’esito del processo Re Nero. In più, oggi, succede che processi per riciclaggio vengono ammucchiati anzi, addirittura, con questo governo si introduce la previsione ad hoc di ricorso in Terza istanza per riavere i soldi in caso di confisca senza condanna, ancorché in due gradi di giudizio il denaro sia già stato accertato di provenienza illecita… Per non parlare, recentissimamente, della nostalgia di una sorta di “anonimato mascherato”…
Ecco, di fronte a tutto questo, sostenere come fa il segretario Gatti che il Memorandum con Bankitalia non si firma perché “una piccola parte della stampa critica il tribunale” – peraltro per delle evidenti storture su tutt’altre questioni – è la scusa di chi implicitamente ammette che il Memorandum è di là da venire e pertanto non sa cosa dire dopo essere stato colto in fallo.
Allora, con tutto il rispetto, non si può che richiamare la famigerata frase che pronunciò l’allora ministro Giulio Tremonti a Doro Lonfernini nella buvette del parlamento italiano: “…ma vada a prendere in giro qualcun altro”.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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