Rassegna Stampa – L’Informazione di San Marino, editoriale di Marino Cecchetti: “Accordo Ue Il cambiamento”
MARINO CECCHETTI. Con la firma dell’Accordo di Associazione alla Unione Europea di San Marino e Andorra, tanti saranno i cambiamenti da apportare nella pubblica amministrazione. Anche di grosso peso. Il fatto che alcuni non siano di immediata completa attuazione («al più tardi entro 15 anni») non allevia la preoccupazione per quel che comportano nel nostro ministato.
Guardiamo ad esempio la legislazione.
Uno Stato paragonabile al nostro per dimensioni, il Liechtenstein, continuerà a gestire il rapporto con la Ue come ha fatto San Marino finora. Cioè attraverso accordi specifici. Per contarli bastano le dita di una sola mano o quasi. La Svizzera – certamente un megastato rispetto a San Marino, Liechtenstein, eccetera – nel 2021 in atto ne aveva 120.
L’Accordo di Associazione prevede che San Marino (e Andorra) – come anticipò il consulente tecnico prof. Roberto Baratta a marzo 2021 – faccia proprio «il corpus iuris dell’Unione (grosso modo 10.000 atti normativi)» cui andranno aggiunti quelli varati dalla Ue dopo il 2021 fino alla firma dell’Accordo, nonché – in «automatico»! – quelli che saranno varati dopo la firma. Lo apprendiamo dal “Documento illustrativo” dell’Accordo di Associazione, messo a punto dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e consultabile via internet.
L’impegno è tassativo. Gli «Stati associati dovranno garantire l’adeguamento automatico ai mutamenti del diritto del mercato interno europeo che è, per definizione, dinamico».
In pratica i due ministati «assumeranno la veste di rule takers (*), non potendo, ovviamente, in quanto Stati terzi, partecipare alle attività normative delle istituzioni (Commissione, Consiglio e Parlamento europeo)».
Marino Cecchetti
(*) Ci affidiamo per la traduzione ai tecnici della materia.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino, pubblicato per intero dopo le ore 22:30
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