L’Informazione di San Marino, editoriale di Marino Cecchetti: “Integrazione europea… “La politica ne ha piena consapevolezza?””
MARINO CECCHETTI – L’Accordo di Associazione alla Unione Europea (Ue) è stato recepito dai governi di Andorra e San Marino. Andorra sottoporrà la decisione a referendum.
Secondo il prof. Michele Chiaruzzi (sammarinese, Università di San Marino) la vicenda “comunque vada, influenzerà in modo incalcolabile la vita per le prossime generazioni”.
La decisione dei governanti sammarinesi di esplorare la via della Associazione alla Ue risale al 2012. Ce lo ha ricordato il prof. Roberto Baratta (ora Università Roma III), consulente giuridico di San Marino in detta trattativa, e, a Roma, già consigliere giuridico del Ministro dell’Economia e Finanze, Capo Ufficio Legislativo del Ministero per gli affari europei.
Nel 2012 San Marino è ancora sotto l’effetto degli attacchi di Roma (Tremonti, Ministro dell’Economia) e di Strasburgo (Moneyval, Consiglio d’Europa). In quei frangenti, secondo il prof. Baratta, nell’Accordo di Associazione alla Ue i governanti hanno intravisto la possibilità di uscire dall’angolo “tramite la integrazione della Repubblica di San Marino” – e quindi dei nostri operatori economici – nel “mercato europeo”.
“Integrazione”!
Parola pesante, “integrazione”. Gravida di conseguenze. È stata ben valutata dai sammarinesi? Come dice il prof. Baratta, potrebbe risolvere – resta ancora in ballo il “T2”! – la questione della ‘parificazione’ degli operatori economici sammarinesi a quelli Ue. Ma a che prezzo?
“Il negoziato europeo riguarda infatti la collocazione internazionale di San Marino”, cioè “un aspetto esistenziale [NB, corsivo dell’Autore] per la vita della comunità politica sammarinese”, spiega Chiaruzzi. Che aggiunge: “Non è un mero fatto tecnico, bensì eminentemente politico”.
La politica ne ha piena consapevolezza?
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato per intero dopo le 23