L’informazione di San Marino: Libertà di Stampa, a San Marino ‘la situazione e’ piuttosto brutta’

L’informazione di San Marino: Libertà di Stampa, a San Marino ‘la situazione e’ piuttosto brutta’

L’informazione di San Marino

Libertà di Stampa, a San Marino “la situazione è piuttosto brutta”

Il Commissario per i diritti umani, intervistato da “Ossigeno per l’informazione” insiste e annovera il Titano nell’elenco con Turchia, Ucraina, Bulgaria… Poi parla di “giornali attaccati da mafie, politici, uomini d’affari”

Alla vigilia del 3 Maggio, giornata della libertà di stampa, Nils Muiznieks, Commissario europeo per i diritti umani, traccia un quadro internazionale preoccupante e avanza proposte per “invertire la tendenza”. In una intervista a “Ossigeno per l’informazione”, l’Osservatorio sui giornalisti minacciati in Italia promosso dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) e Ordine dei Giornalisti, il Commissario per i diritti umani ribadisce quello che a San Marino non si vuole ascoltare. La legge sull’editoria recentemente approvata va cambiata perché non rispettosa dei diritti fondamentali. Il Commissario lo ha detto più volte e, anzi, lo ha pure scritto nelle raccomandazioni, inascoltate, date a San Marino dopo la sua missione sul Titano. In questa intervista realizzata da Alberto Spampinato di “Ossigeno per l’informazione”, Muiznieks senza mezzi termini affianca il Titano a Turchia, Ucraina, Serbia, Bulgaria. “È triste dirlo, ma la libertà
di informazione e il diritto di
espressione si stanno riducendo
in molti paesi. Dobbiamo
assolutamente invertire questa
tendenza, rafforzare la libertà
di stampa, con una visione
più ampia e dettagliata del
problema e sviluppando iniziative
coerenti. Dobbiamo farlo
perché la libertà dei media
è essenziale per esercitare i
diritti. Senza media liberi non
ci sono elezioni libere, non c’è
libertà”,
dice il Commissario
per i Diritti Umani del Consiglio
d’Europa, a “Ossigeno per l’Informazione”.

Poi il Commissario traccia un
quadro che non può non fare
fischiare le orecchie a qualcuno
anche sul Titano: “Mi sono
imposto di essere uno specchio
onesto e sincero di questi problemi,
ma le assicuro che non
è facile – dice – convincere la
gente a guardarsi allo specchio.
Non è facile convincere
un governo che nel suo paese
si avvertono problemi di questo
genere e sono quelli che a me
risultano. Purtroppo, come ho
detto, si avvertono problemi crescenti per la libertà di informazione
e per la sicurezza dei
giornalisti, in molti paesi. Le
ragioni sono diverse da paese
a paese, ma il trend è lo stesso.
Dal mio punto di osservazione,
considerando le violazioni di
tutti i diritti fondamentali, vedo
che la democrazia sta arretrando
in Europa. Sta facendo
passi indietro anche nei paesi
nei quali sembrava consolidata.
La situazione in cui lavorano
i giornalisti sta peggiorando
in molti paesi: non solo nei
Balcani e in Turchia, ma anche
in Europa occidentale e in
alcuni paesi entrati nell’Unione
Europea, nei quali supponevamo
che la democrazia ormai
fosse consolidata, stabile. Non
è così”.
“Da cosa le risulta?”,
è la
domanda di Spampinato.
“Da molte segnalazioni e da
ciò che ho potuto verificare
durante le missioni svolte per
assolvere il mio mandato, in
Polonia, in Ungheria, in Bulgaria,
come pure in Turchia,
a San Marino, in Serbia, in
Ucraina, risulta che la situazione
è piuttosto brutta. In questi
e in altri paesi, e non soltanto
in Turchia, in Ucraina, in
Crimea, vediamo giornalisti in
difficoltà. In Francia c’è stato
l’attacco terroristico a Charlie
Hebdo. In altri paesi i giornalisti
sono attaccati dalle mafie,
da politici che non accettano
critiche, da uomini d’affari
che non vogliono si parli dei
loro problemi. La situazione
sta peggiorando in molti paesi.
Negli ultimi anni in alcuni paesi
che da diverso tempo hanno
aderito all’Unione Europea il
processo democratico ha fatto
passi indietro. Intendo dire che
non soltanto la libertà di stampa,
ma l’intera democrazia ha
fatto passi indietro”.
Preoccupazione espressa dal
commissario anche per le interferenze
mutuate da una sorta di
“ragion di Stato”
“C’è anche questo. Certamente
dilagano le limitazioni imposte
per esigenze di sicurezza
nazionale, per la lotta al
terrorismo. Ma soprattutto aumentano
pressioni e limitazioni
provenienti da maggioranze
politiche arroganti che hanno
vinto nettamente le elezioni e
non tollerano alcuna critica
”.
Quindi nell’intervista di
Spampinato il Commissario
dà alcune direttrici per cercare
soluzioni al crescente deficit di
libertà di Stampa.
È molto importante che i
giornalisti difendano e promuovano
una concezione etica
della professione, soprattutto
in tempi in cui come adesso ci
sono guerre d’informazione e
propaganda. I giornalisti non
devono diventare strumenti di
battaglie geopolitiche. Questa
è una sfida cruciale: come fare
per confrontare la propaganda?
Come rispondere ai media
legati ai governi, rispettando
allo stesso tempo la libertà
d’espressione e un giornalismo
di qualità? Non credo che la
risposta sia una contropropaganda,
ma piuttosto media
pluralisti, indipendenti, autonomi
dal potere, con un buon
modello imprenditoriale, e che
non siano strumenti di interessi
politici ed economici. È anche
necessario che i media pubblici
siano ben finanziati e indipendenti
dal governo
”.

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