L’Informazione di San Marino. Risarcito e reintegrato Paolo Rondelli al vertice degli Istituti Culturali, Marco Podeschi: “Sono felice per lui”

L’Informazione di San Marino. Risarcito e reintegrato Paolo Rondelli al vertice degli Istituti Culturali, Marco Podeschi: “Sono felice per lui”

L’Informazione di San Marino. Risarcimento e reintegro Rondelli, Podeschi: “Sono felice per lui”

ANTONIO FABBRI – È dei giorni scorsi la notizia della delibera con la quale il governo ha avallato al decisione assunta in commissione conciliativa di transare con Paolo Rondelli, risarcendogli il danno subito e rimettendolo al vertice degli Istituti culturali, dove non era stato rinnovato dopo che gli era scaduto il contratto. Oggetto della condanna amministrativa dello Stato non è, però, questo mancato rinnovo, bensì questioni legate al concorso che era stato istruito dal competente ufficio della Pubblica amministrazione. Nonostante questo è stato additato l’ex segretario alla Cultura, Marco Podeschi, che nella scorsa legislatura aveva assieme all’allora esecutivo deciso di non rinnovare a Rondelli il contratto scaduto. Abbiamo voluto sentire cosa ne pensi Podeschi di questa conciliazione dell’attuale Governo.

Paolo Rondelli torna direttore degli Istituti Culturali con un indennizzo di 45.000 euro. Nei social si chiede che chi ha sbagliato paghi e il dito è puntato su di lei, cosa ne pensa? “Chi sbaglia paga vale per tutti, compreso il sottoscritto. Ma da quanto apprendo dai giornali è il concorso all’origine della sentenza di primo grado del giudice amministrativo, la base dell’accordo transattivo e non la decisione del governo. Concorso che venne predisposto e istruito dai competenti uffici dell’amministrazione, e non dal governo di allora”.

Ah, ma se a Rondelli fosse stato fatto un secondo contratto non si sarebbe sollevato tutto questo putiferio… “Putiferio è riduttivo. E’ stata raccontata una storia in cui un dipendente pubblico, non uno qualsiasi, era la vittima del tiranno politico analfabeta. Ero stato messo sul chi vive con tono leggermente minatorio dal diretto interessato facendo poi riferimento anche ai colleghi di governo a cui si sarebbe rivolto”.

Non ha avuto poi dei ripensamenti o mea culpa? “No, era una scelta già maturata. Il consigliere Rondelli utilizzò all’epoca tutti gli strumenti a sua disposizione costruendo una storia molto al di sopra della realtà. All’epoca mi fece specie il suo commento sarcastico, espresso nel corso di un colloquio, riferito al fatto che se avesse saputo della decisione prima, non avrebbe fatto nulla nei mesi che mancavano alla scadenza del contratto e che la mia decisione era una ritorsione avviata su mandato di un ex politico”.

Di questi aspetti non ne ha mai fatto menzione, nemmeno negli infuocati dibattiti consiliari. Perché? “Per scelta. Non mi interessava allora, né mi interessa oggi, lanciarmi in polemiche estranee rispetto alle norme sul pubblico impiego. Tutte le persone sono uguali e devono avere rispetto e la vicenda è una lezione di come, con una esposizione mediatica abnorme, c’è chi può e chi non può”.

Ma anche nel governo, nella maggioranza e nel suo movimento ci sarà stato qualcuno che ha vacillato alle picconate di Rondelli, agli attacchi dell’opposizione e alle raccolte firme dei dipendenti in favore del dirigente? “Sì certo, infatti non tornò all’ISS da dove proveniva, ma fu assegnato all’unità organizzativa più prestigiosa dell’Amministrazione, la Funzione Pubblica una cosa che non ho mai vista in anni nell’amministrazione. Attivò legittimamente le azioni legali a sua tutela e partì una guerra politica sotterranea al sotto[1]scritto, come se si fosse leso un diritto divino di proprietà su un ufficio pubblico”.

Le rifaccio allora la domanda. Non si pente di niente? “Sì mi pento di avere pensato che ci potessero essere persone, oltre al consigliere Rondelli, con capacità, ambizione e professionalità per ricoprire l’incarico di Dirigente degli istituti culturali, messo a selezione con un bando di concorso pubblico. Mi pento di avere pensato che la cultura in un micro stato non è un one-show, ma un processo più ampio composto da una pluralità di soggetti e amministra risorse pubbliche. Mi pento di avere taciuto quando in quel periodo il sottoscritto sembrava avesse ammazzato la cultura”.

Rondelli ha sempre però sbandierato i risultati e sostegno. Lei cosa replica? “Il sostegno l’ha avuto: è membro del Consiglio Grande e Generale, sindaco di Governo, Presidente della Commissione Affari Esteri. Sui risultati ci sarebbe da discutere e tanto. Ma lascio la medaglia di più bravo a chi se l’appunta da solo sul petto ed è in questa fase storica una delle persone più potenti della Repubblica. Sarebbe semplice fare demagogia, in altre epoche storiche, scorrerebbe a fiumi. Ma ciò che mi ha colpito è l’indiretto discredito sparso su chi ha vinto un concorso e fino al 31 gennaio 2022 è stato Direttore di un ufficio in cui opera uno staff articolato. Un gruppo di professionisti che ha sviluppato dal 2018 a oggi progetti culturali rilevanti fra i quali la Biennale dei Giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo, lo sviluppo e apertura del Museo filatelico e numismatico, l’apertura e la gestione della Galleria Nazionale di arte moderna e contemporanea. E mi si permetta un inciso, la maggioranza in cui il consigliere Rondelli è parte come presidente di un partito non ha fatto sfracelli per la cultura. Spero onestamente che prima o poi qualcosa cambi e si arrivi a delle scelte di fondo che l’amministrazione e la politica ha fino a oggi evitato, perché se è semplice farsi post autocelebrativi a uso social, è più complesso lottare con un’amministrazione in alcuni casi impazzita rispetto a norme e prassi operative”.

Mi dica le verità, per concludere, le rode la vittoria di Rondelli? “Le sembrerà strano, ma sono felice per lui e per il suo team di legali. 45.000 euro sono una bella cifra in epoca di pandemia. L’amministrazione, con l’Avvocatura senza dirigente, transa. A quanto dato sapere, tra l’altro, il consigliere Rondelli è stato reintegrato a dirigente degli istituti culturali, anche se il contratto era scaduto nel 2017, quindi forse proprio di reintegro non si potrebbe parlare. Le lancette sono state riportate sull’ora giusta con commenti singolari rispetto alle politiche del governo sulla dirigenza pubblica. Conferme a mesi, direttori espulsi, altri con incarichi ricoperti da facenti funzione, polemiche su concorsi, consigli di amministrazione resettati con la legge spoil system e caccia sistematica a livello personale a chi faceva parte dell’esecutivo precedente o esprime vicinanza ai partiti di opposizione”.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino, pubblicato integralmente dopo le 18

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