L’informazione di San Marino:Cs e processo Decollo Ter a Vibo Valentia, intervento di Lucio Amati per Laura Tiberi

L’informazione di San Marino:Cs e processo Decollo Ter a Vibo Valentia, intervento di Lucio Amati per Laura Tiberi

Lucio Amati replica ad Anna Laura Tiberi Mularoni e fa altre precisazioni riguardo  a quanto scaturito dal processo di Vibo Valentia.

L’informazione di San Marino

 Cs e processo Decollo Ter a Vibo Valentia, intervento di Lucio Amati

Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile Direttore,
la lettera della Signora Anna
Laura Tiberi Mularoni ed il suo
articolo del 12 scorso mi hanno
tirato in ballo e La prego quindi
di voler cortesemente ospitare
alcune mie precisazioni. Riguardo
la Signora, mi spiace se ne abbia
avuto tanto a male per il fatto
che io abbia detto una verità che
Piero Natalino mi aveva confidato;
e ricordo anche i termini che
ha usato, ma non li voglio citare
qui. Voglio ricordare, però,
un suo commento :”Non si può,
Lucio, avere responsabilità come
le nostre, senza fare parte di una
grande organizzazione internazionale”
e non credo alludesse al
Rotary od al Lyons; in aggiunta,
quando, all’indomani della ricezione
della famosa lettera di
Banca Centrale, mi annunciò le
sue dimissioni dalla Presidenza
del Credito Sammarinese, mi
disse testualmente “il mio compito
è finito” ; e qui, senza che
la Signora si offenda, si conferma
come Piero fosse più parte
del centro di potere massonico
di Banca Centrale che del Credito
Sammarinese; altrimenti
sarebbe rimasto al mio fianco,per proteggere il Credito, i suoi
dipendenti, etc…
Ma, a prescindere da questo, voglio
testimoniare formalmente
che non a caso ho chiesto a Piero
di fare il Presidente del Credito
Sammarinese e che questo è stato
ovviamente segno di stima e
di considerazione; anche io ho ritenuto
e ritengo tuttora che Piero
Natalino Mularoni sia stato una
persona per bene, e non ho mai
avuto dubbi su questo.
E non capisco perché la Signora
debba considerare una macchia
sul suo onore il fatto che sia stato
anche massone; innanzitutto non
credo che essere massone sia
cosa grave di cui doversi vergognare;
e poi, come ha detto Piero
e come ha detto Vendemini, se
si opera nel mondo della banca
e della finanza, essere massoni
è un vantaggio e Piero, prima
di essere presidente del Credito
Sammarinese, era stato anche
Presidente della Cassa Rurale
di Faetano, poi diventata Banca
di San Marino, ed avrà ritenuto
certamente che in quanto massone
avrebbe potuto svolgere
meglio e con più efficacia questi
suoi ruoli.
Passando poi all’articolo comparso
su L’Informazione del 12
scorso, vorrei fare alcune brevi
note. Innanzitutto, leggo: “L’arrivo
dei soldi nei borsoni, poi, è
storia nota”. Mi perdoni, Direttore,
ma non era assolutamente
noto, invece, quello che Vendemini
ha dichiarato a Vibo e che
presto potremo leggere tutti nei
verbali del suo interrogatorio.
Vendemini ha detto cose nuove
o che, almeno io, ignoravo: ha
detto infatti di essersi recato a
Granarolo di Bologna il 28 dicembre
2010, pronto a proseguire
con Vincenzo Barbieri colloqui
su ipotesi di collaborazione,
mentre, senza che lui lo avesse
immaginato o voluto, il Barbieri
gli “carico’” in auto un trolley
pieno di soldi. Ha detto poi che
si recò il 3 gennaio 2011 sempre
a Granarolo, all’hotel King Rose,
per raccogliere le firme di quella
precedente operazione, ed anche
in quella occasione Barbieri gli
mise un trolley di soldi in macchina.
Ed ha aggiunto che il tutto
avvenne senza che mai potesse
confrontarsi con Amati, in quanto
Amati era assente per ferie.
Di fatto ha scagionato Amati ed
anche Sapignoli dalla accusa che
esistesse un “progetto Barbieri”,
ed ha anche negato sia mai
esistito il “progetto 15 milioni”.

Amati a questo riguardo (scusi la
terza persona) ha dichiarato non
aver mai fatto né una telefonata,
né una e-mail, né un colloquio in
ordine a questi ipotetici 15 milioni,
mentre ha dichiarato sua
intenzione consegnare al Tribunale,
in occasione della prossima
udienza, almeno 20pratiche
che illustrano le numerosissime
trattative volte – come richiesto
da Banca Centrale – alla vendita
della banca. Una di esse, è il caso
di ricordarlo, andò anche a buon
fine, ma il Dott. Gumina, verso
la fine di giugno 2011, mi urlò in
viso che mai avrebbe acconsentito
a che io potessi cedere la banca.

Ringrazio per l’attenzione.

Lucio Amati

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