Il decreto della vigilia di Natale sborsa milioni agli investitori Smi
ANTONIO FABBRI – Con un decreto della vigilia di Natale, il Congresso di Stato porta a termine una azione che, quando vide il suo primo atto, venne additata come dal sapore clientelare. Questo perché, nel Consiglio Grande e Generale del settembre 2019, praticamente a governo già sciolto e con l’Aula dimissionaria e alla vigilia delle elezioni che portarono poi in sella l’attuale esecutivo, Rete e Pdcs con due emendamenti all’assestamento di bilancio in discussione, stabilirono in sostanza che gli investitori-risparmiatori della Smi, la San Marino Investimenti, costituiti in comitato di 40 famiglie, dovessero essere rimborsati fino alla concorrenza di quanto avevano perso, ovvero una cifra pari a 6.351.147,42 euro, applicando di fatto anche a questa tipologia di investimenti la legge sulle risoluzioni bancarie approvata il giugno precedente con un emendamento sulla variazione di bilancio.
L’antefatto La vicenda fu controversa già quando emerse e vedeva una quarantina di famiglie interessate che, stante anche l’approvazione della legge sulle risoluzioni bancarie, chiedevano di poter ottenere quanto avevano investito in Smi, non essendo riuscite – anche per inerzia delle autorità statali preposte – a recuperare il loro capitale per i canali “canonici”, ovvero insinuazione tra i creditori della società o azioni giudiziarie finite nel nulla. Scrivevano infatti in una lettera del luglio 2019: “Vogliamo i nostri soldi, i risparmi di una vita (…) dov’era la Banca Centrale sammarinese, ente preposto alla vigilanza di SMI, quando sono state poste in essere le operazioni finanziarie volte a far sparire i soldi dei risparmiatori? Perché i commissari liquidatori sono stati reticenti e non hanno nemmeno suggerito alle vittime truffate alcuna azione legale per recuperare efficacemente i risparmi? Perché i componenti del Comitato di Sorveglianza di SMI che avrebbero dovuto collaborare con i commissari si sono invece dimessi in blocco? Perché, per una vicenda così delicata, il Tribunale ha disposto la segretazione delle indagini? Che razza di verminaio di interessi incrociati c’è alla base di questa decisione? E che fine ha fatto la denuncia penale presentata dai risparmiatori in Tribunale oltre due anni fa?”
La vicenda generò un certo dibattito pubblico e, a fronte delle richieste dei risparmiatori Smi, ci furono prese di posizione di altri cittadini risparmiatori che evidenziarono come San Marino sarebbe diventato “il primo Stato al mondo che rimborsa le perdite finanziarie su investimenti di privati” e rilevavano anche che la denominazione “Comitato Risparmiatori SMI” non è appropriata in quanto il risparmiatore è quella persona che abitualmente limita i consumi e le spese o anche il cliente di una banca che ha in deposito piccole somme di denaro. Insomma un soggetto “oculato, sobrio e prudente” e non uno che nella migliore delle ipotesi si fa infinocchiare dal Conte Pasquini solo perché persona degna di fiducia!”.
Insomma, la questione era controversa anche nella pubblica opinione, ma nonostante tutto sfociò nell’approvazione di emendamenti in Consiglio a favore dei fiducianti.
L’applauso dalla piccionaia Il 27 settembre 2019 era convocato il Consiglio Grande e generale per procedere alla variazione di bilancio. Il Governo era praticamente già caduto, i consiglieri dimissionari e si andava verso le elezioni. A dettare legge erano praticamente già Democrazia cristiana e Rete, che ancora fingevano di non avere accordi per il futuro governo. Proprio le due forze politiche presentarono ciascuna un emendamento a favore dei risparmiatori-investitori Smi, che evidentemente avvisati erano presenti in tribuna – la cosiddetta “piccionaia” – per assistere al Consiglio. Gli emendamenti presentati prevedevano nella sostanza il rimborso delle somme ai fiducianti Smi.
L’approvazione dell’emendamento che venne poi concordato e approvato da un’aula dimissionaria, venne accolta con l’applauso dalla piccionaia.
Nella legge numero 157 sulle ri[1]oluzioni bancarie approvata nel novembre successivo all’articolo 11 venne così previsto il rimborso anche per i fiducianti Smi. Le modalità stabilite con successivi decreti. Già all’epoca, considerato che le elezioni erano in vista, la manovra venne vista come una sorta di favore pre-elettorale.
Il Decreto della vigilia di Natale Si arriva così al Natale 2021 con il governo che, dopo averlo adottato con delibera del 13 dicembre, la vigilia, il 24 dicembre, decide di emanare il Decreto delegato numero 212 intitolato: “Modalità di rimborso delle somme ai fiducianti di Smi Spa”.
E che cosa prevede di fatto questo decreto? Prevede che sia la Banca Centrale a rimborsare “gli aventi diritto al rimborso, o i loro rappresentanti” chiedano “l’accesso alle somme del Fondo Straordinario presentandone, anche in via telematica, istanza a mezzo raccomandata” alla stessa Bcsm.
Quanto potrà essere rimborsato è stabilito, poi, dall’articolo 4 del Decreto che, fissa sì un tetto massimo di 100mila euro, ma prevede anche che possa essere sforato se si dimostri compiutamente il credito superiore se, e questa è una singolarità, se si è residenti.
Cita infatti l’articolo 4 sotto al titolo “Misura dell’indennizzo”:
“1. Una volta verificata positivamente la sussistenza delle condizioni e dei presupposti per il rimborso, l’indennizzo a favo[1]re di ciascun soggetto richiedente è determinato dalla Banca Centrale nella misura del 100% delle somme richieste, entro il limite massimo complessivo di euro 100.000 per ciascun avente diritto, fatto salvo il rispetto della dotazione finanziaria disponibile del Fondo Straordinario nell’esercizio finanziario in corso.
- I soggetti richiedenti, residenti nella Repubblica di San Marino, che non risultino integralmente soddisfatti nelle proprie ragioni di credito, hanno diritto ad ottenere un indennizzo in misura superiore a euro 100.000,00 nel caso in cui l’ammontare delle perdite finanziarie subite e comprovate superi tale limite”.
Quindi i fiducianti richiedenti che siano residenti potranno avere l’intero indennizzo anche se superino i 100mila euro, i non residenti no.
Una dicitura all’apparenza discriminatoria che solleva, per tempistica e modalità del decreto, nuovamente gli interrogativi che già erano sorti quando vennero approvati gli emendamenti in Consiglio.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino, pubblicato integralmente dopo le 18