L’informazione: Soldi dall’evasione fiscale da San Marino alla Svizzera

L’informazione: Soldi dall’evasione fiscale da San Marino alla Svizzera

L’informazione di San Marino

Operazione “gambero rosso” della guardia di Finanza, sgominato un gruppo criminale che operava a Modena

Soldi provenienti dall’evasione fiscale
viaggiavano da San Marino alla Svizzera

Attraverso
versamenti
di denaro contante
in banconote da 500 euro
in 10 anni a riempiti i conti
accesi da prestanome
e familiari per oltre dieci
milioni. determinante
collaborazione giudiziaria
dal Titano

Rimpinguavano i loro conti
correnti sammarinesi e svizzeri
con soldi liquidi. Attraverso
versamenti, in denaro contante,
di banconote da 500 euro, per
oltre 10 milioni. Dieci anni di
operazioni “fuorilegge” che,
alla fine, scoperte dalla Guardia
di Finanza di Modena, sono
costate, a questa associazione
criminale dedita all’evasione
fiscale, il sequestro di un enorme
patrimonio. Il provvedimento
di sequestro preventivo
per equivalente, eseguito dai
finanzieri del comando provinciale
di Modena, finalizzato
alla confisca di beni mobili
e immobili nei confronti di
un gruppo criminale radicato
nel territorio modenese dove,
appunto, operava, attraverso
società immobiliari ed edili, si
aggiunge, tra l’altro, ad un altro
sequestro probatorio eseguito
presso un istituto bancario
elvetico, per un importo complessivo
di oltre 16,5 milioni
di euro.

Le indagini svolte dai
militari del Nucleo di Polizia
Tributaria, nell’ambito dell’operazione
denominata “Gambero rosso”, hanno permesso di
accertare come i responsabili,
attraverso un fitto reticolo
societario gestito grazie anche
a numerosi prestanome scelti
tra i propri nuclei familiari, per
oltre un decennio hanno svolto
sistematiche attività illecite
che, partendo dall’evasione e
dalla frode fiscale condotta in
associazione, sono state successivamente
finalizzate al riciclaggio,
anche transnazionale,
degli ingenti proventi illeciti
conseguiti. Il provvedimento,
disposto dal giudice poer le
indagini preliminari del Tribunale
di Modena, Emanuela
Pirillo, su richiesta della Procura
della Repubblica di Modena,
giunge al termine di complesse indagini di polizia giudiziaria,
coordinate dal procuratore della
Repubblica, Lucia Musti, e
dal sostituto procuratore Lucia
De Santis.

Nel corso delle indagini
è emerso che il gruppo
criminale, legato da vincoli
familiari, attraverso molteplici
società riconducibili a loro
stessi, molte delle quali evasori
totali o paratotali, era riuscito
ad allestire un vorticoso giro di
fatture relative ad operazioni
inesistenti grazie alle quali era
riuscito ad abbattere il carico
fiscale derivante dalle numerose
ed importanti operazioni
immobiliari realizzate. Le
ingenti disponibilità finanziarie
così ottenute erano state poi
trasferite tra le diverse società
del gruppo, quale “originale”
forma di “autofinanziamento”.
Gli illeciti profitti realizzati
con l’imponente frode erano
stati, successivamente, riciclati,
sempre ricorrendo a falsa
documentazione contabile, dai
conti societari verso i rapporti
bancari dei sodali accesi sul
territorio italiano ed estero,
in questo caso, prima a San
Marino e poi in Svizzera. Parte
dei profitti erano stati reimpiegati
anche nell’acquisizione di
numerose unità immobiliari,
spesso di pregio. L’intera operazione
è iniziata dal monitoraggio
dei flussi finanziari
attraverso il ricorso alle banche
dati in uso alle Fiamme gialle
ed all’esecuzione di rilevamenti
mirati ad accertare la situazione
economica dei soggetti
coinvolti. Da queste attività
investigative, la Finanza è
riuscita, così, a raccogliere un
copioso materiale probatorio.
Al quale hanno fatto seguito,
perquisizioni locali, acquisizioni
documentali, e accertamenti
finanziari che hanno interessato
oltre 90 rapporti bancari
riconducibili ai componenti del
gruppo criminale. Da qui sono
scattate, attraverso richieste
d’attività d’indagine per
rogatoria avanzate alle autorità
giudiziarie sammarinesi
ed elvetiche, altre operazioni
ispettive che hanno consentito
alla Finanza di individuare
disponibilità estere in capo al
sodalizio (che venivano alimentate
attraverso versamenti
di denaro contante con tagli di
banconote prevalentemente da
500 euro), per oltre 10 milioni
di euro, che sono state sequestrate
dall’autorità giudiziaria
del Canton Ticino su richiesta
della procura modenese. Contestualmente
sono state eseguite
specifiche verifiche fiscali nei
confronti di 5 persone fisiche
e 26 imprese, di cui 5 sono
risultate evasori totali e 9 paratotali.

A conclusione dell’attività
ispettiva la Finanza ha
segnalato ai competenti uffici
finanziari di un maggior imponibile
occultato all’Erario per
circa sessanta milioni di euro
ai fini delle imposte dirette e
di violazioni all’Iva per oltre
50 milioni di euro, nonché alla
segnalazione alla competente
autorità giudiziaria di un’imposta
evasa, ai
fini penali e tributari, di circa 23 milioni di euro. In ragione
della pericolosità e gravità dei
comportamenti accertati, che
hanno permesso all’associazione
criminale di operare per
oltre un decennio nel più totale
spregio della normativa fiscale,
la Procura della Repubblica di
Modena, accogliendo le proposte
avanzate dalle Fiamme
Gialle, ha ottenuto dal giudice
per le indagini preliminari,
l’emissione di un decreto di
sequestro preventivo per equivalente
dei beni riconducibili
all’associazione per l’ingente
importo di 16,5 milioni di euro.
I sequestri sono stati eseguiti
nella mattinata di lunedì.
“L’operazione – si legge in una
nota delle Fiamme Gialle – si
inserisce nella più ampia lotta
all’evasione/frode fiscale ed al
riciclaggio, anche internazionale,
condotta quotidianamente
dalla Guardia di Finanza in
forma integrata tramite le sue
proiezioni investigative ed operative,
per tutelare, attraverso il
fermo contrasto alla criminalità
economico-finanziaria sotto
l’aspetto sia amministrativo sia
penale, l’economia legale e il
sano funzionamento del tessuto
produttivo quale unico volano
dell’economia del Paese”.

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