Lino Terlizzi, da Lugano, riferisce su IlSole24Ore quanto sta succedendo o non sta succedendo in Svizzera dopo il
venerdì nero (13 di calendario!) per il segreto bancario in Europa e forse nel mondo. Giorno di grande rilievo per i Paesi più direttamente interessati alla materia, fra cui la Repubblica di San Marino.
Per Terlizzi la bomba – nucleare? – è scoppiata ma i segni della catastrofe – per il momento? – non si avvertono. Tanto che titola: ‘Svizzera, nessuna fuga di capitali. Istituti pronti alla revisione del segreto bancario e anche ad eventuali ‘scudi fiscali‘, pur in una pagina dedicata a ‘La crisi finanziaria, verso la fine dei paradisi fiscali‘.
Scrive Terlizzi appunto da Lugano: ‘il day after dello storico allentamento del segreto bancario in Svizzera è vissuto paradossalmente con poche preoccupazioni: come se un dente dolorante fosse caduto.
Il dente non era tanto il segreto bancario in sé, che per alcuni aspetti rimane, quanto quello della
distinzione tra evasione fiscale e frode fiscale, che ormai non reggeva più.
La Svizzera, insieme alle altre principali piazze finanziarie, ha ceduto all’offensiva Usa ed Ue ed ha dichiarato che per i non residenti toglierà il segreto bancario anche sull’evasione fiscale, in caso di richieste motivate, con lo schema Ocse. ‘
Se la Svizzera ed altri Paesi consimili sono arrivati a tali importanti decisioni per evitare di finire nella eventuale back list del prossimo G20 di Londra, San Marino non può stare con le mani in mano. Probabilmente la già annunciata legge sulle rogatorie potrebbe essere utilizzata come un mezzo sollecito per dimostrare, in materia, una rinnovata volontà di collaborazione in campo internazionale fra l’altro già espressa ripetutamente e con fatti (interpretazione segreto bancario (Bcsm)
– normativa scambio di informazioni (Aif)).
Volonta che sarà certamente ribadita domani a Strasburgo.