Lionello Mancini (IlSole24Ore), sulla resistenza di San Marino al fisco italiano

Lionello Mancini (IlSole24Ore), sulla resistenza di San Marino al fisco italiano

Sole 24 Ore di mercoledì 1 aprile 2009,
Fisco, una resistenza da Titano

di Mancini Lionello

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FINANZA E LEGALITÀ LE RIFORME DIFFICILI
Le autorità di San Marino strette tra le richieste di trasparenza della Ue e i freni interni – I flussi di denaro sospetti e gli interessi delle banche
Fisco, una resistenza da Titano
ANOMALIE E INCHIESTE
L’evasione fiscale non è reato: le leggi proteggono di fatto ogni tipo di capitale
Ieri 12 arresti per una frode di 300 milioni sull’Iva
Lionello Mancini
SAN MARINO. Dal nostro inviato
Il Governo è consapevole che
Insomma un sistema-Paese che ruota intorno alle ricche remunerazioni garantite dal sistema creditizio. Né intende dire di più , il ministro Mularoni, perché sa bene che parlare a San Marino di finanza trasparente, regolata, ostensibile, è come proporre negli Usa l’abolizione della pena di morte: si perdono consensi. E il rischio c’è, se «rendere attuale» significa mettere mano alla fonte del benessere dei 30milala fortunati sammarinesi, poco tassati e ben assistiti. Da decenni i cittadini del Titano si affidano a un ristretto gruppo di notabili che si alternano ai vertici di partiti, istituzioni e burocrazia; una pattuglia di gestori della cosa pubblica saldamente ancorato alle leve del solo potere reale e riconosciuto: quello del denaro. Nei Palazzi, nelle banche, negli uffici vige dunque una discrezione di routine e ostinata, che dal Monte Titano gi gi fi no alla Riviera arrichisce professionisti, industriali, ovviamente ibanchieri e i loro politici di riferimento e grazie alle pingui casse pubbliche garantisce uomini, donne, bambini, anziani, commercianti, operai autoctoni e anche i 5mila transfrontalieri che ogni mattina popolano fabbricheeuffici della Repubblica. Ecco perché qui cambiare è difficile. Molti gli occhi puntati sui tre pennacchi medievaleggianti del Titano. I pi penetranti sono occhi giudiziari, come dimostra l’operazione del nucleo di Polizia tributaria di Milano che ha portato, ierì, alla scoperta di 300 milioni di evasione Iva, all’arresto dil2 persone e al sequestro di oltre milioni di euro depositati a San Marino. Così si scoprono banche italiane che fanno da schermo all’approvvigionamento per miliardi di euro a istituti sammarinesi; si ascoltano telefonate di ossequiosi impiegati che si scusano con il cliente straniero per il conteggio errato di un sacco gonfio di banconote di piccolo taglio; ed emerge l’inquietante dato sugli assegni negoziati tra i Tre Monti: il 70% degli effetti proviene da Puglia, Campania e Calabria. Occhi increduli per la quantità abnorme di banconote da 500 euro fornite per anni e con assoluta nonchalance al sistema sammarinese dalle filiali forlivese e bolognese della Banca d’Italia. Un flusso crollato solo poche settimane fa, con il dispiegarsi delle inchieste. «Siamo preoccupati – dicono gli inquirenti -perché non si sa nulla del flusso di denaro che entra ed esce da San Marino l’la qaitità, néi.a qualità: solo risparmi meno tassati? Proventi diattività in nero? Provviste per italianissime tangenti? Riciclaggio di denaro mafioso? Nessuno lo sa». O, finché si potrà, nessuno lo vuol dire. «A San Marino, il crimine è profondamente detestato. Mi sento di escludere al 100% che qualcuno possa favorire o gestire denaro mafìoso», scandisce l’avvocato rininese Alessandro Petrillo, 52 anni, moglie sammarinese. Parla a buon titolo, Pe- trillo, poiché gli occhi che seguono con pi apprensione gli spasmi della muta forzosa di San Marino sono proprio queffi di centinaia di professionisti italiani-riminesi inprimis – che siedono nei cda, nei collegi sindacali, negli organismi che mettono in regola le centinaia di società con sede a San Marino e che per insuperabili ragioni demografiche si avvalgono delle qualificate consulenze degli stranieri (ci chiamano proprio così), quella crème superpagatadei milapendolariper forza, datal’antica legge dei Capitani reggenti che nega il domiciio a chiunque non nasca lì. Dunque tutti transfrontalieri ben pagati e poco tassati, e perci attenti a rispettare non solo il limite dei 70km/li in vigore oltreconfme, ma anche a preservare gli snodi – avolte noti, altre solo intuiti la cui convenienza diff sa e la stessa esistenza è oggi paurosamente in bilico. L’attrattività finanziaria dell’antica enclave di 6o kmq situata tra Emilia e Marche non è di oggi, ma nemmeno così antica. Fino a una decina d’anni fa, di banche ce n’erano solo quattro, oggi sono 12 e custodiscono 14 miliardi di euro. Di antichissimo c’è, invece, il potente spirito conservatore che anima il sammarinese doc. Per il vero, qui sono tutti doc: acquisire la residenza richiede un iter volutamente lungo e complicato; di cittadinanza nemmeno a parlarne. Le donne votano dal 1964 e sono eleggibili dal fino a pochi anni fa solo il maschio poteva trasmettere la sammarinesità sposando una straniera; immigrati non ce ne sono, vu cumprà nemmeno; per i cittadini è normale segnalare le facce strane’ (cioè sconosciute) alla gendarmeria che controlla rapida: turista? no problem; se no, è meglio che l’estraneo abbia motivi chiari e validi per trovarsi in territorio sovrano. Gente pacifica, i sammarinesi. Cordiali come solo i marchigiani e i romagnoli; ma non vogliono stranieri, a costo di tenere vuote 8mila case nuove, forse pi utili ad arricchire i costruttori che non ad alloggiare i pochi residenti. Residenti che aborrono occhi e orec *** 3omila Petrillo, chie indiscreti, come si coglie anche dalle norme pi recenti, quelle introdotte per convincere Bruxelles che gli standard di trasparenza finanziari e gli equilibri istituzionali sono ormai di livello europeo. E invece le cose non stanno ancora così. Nelle istituzioni, restano un obiettivo (nemmeno troppo urgente, pare) quella separazione dei poteri e quei contrappesi che reggono le democrazie robuste, aperte a controlli e regole. A San Marino, per dire, i giudici vengono cooptati dalla politica e i concorsi da poco introdotti sono tagliati su misura. Ma sono soprattutto le norme e le procedure a stendere una cortina impenetrabile sugli affari veri. Se si tratta di un piccolo truffatore, un piccolo fallimento o un ladruncolo, la collaborazione con l’Italia è piena, rapida, efficace. Se per nel collimatore entrano società o clienti importanti, allora la musica cambia, diventa difficile persino sapere di chi è un’auto targata «RSM». La legge sammarinese nega collaborazione quando (e proprio perché) sono implicate soggetti molto in vista; oppure a insindacabile avviso del Titano, l’indagine potrebbe turbarne l’ordine pubblico. E che dire del Codice che non prevede il reato d’evasione fiscale, una semplice violazione amministrativa, così da bocciare ogni rogatoria in materia? La procedura impone inoltre ai roganti un’esposizione così dettagliata da vanificare l’indagine visto che, rispettata ogni clausola e accordata la collaborazione, San Marino pretende la firma dell’indagato per presa visione. Niente firma, niente rogatoria. Ecco perché il Moneyval, l’Europa, la Banca d’Italia, gli investigatori, i magistrati, stanno stringendo il cerchio e premendo per ottenere dal Titano regole meno stravaganti, più efficaci, meno favorevoli alla finanza grigia. E San Marino? L’impressione netta che rimandano i responsabili politici e amministrativi ai diversi livelli è che intorno ai forzieri pieni di dobloni luccicanti (e da sempre senza odore), si confrontano duramente, riservatamente e trasversalmente quanto a colorepolitico coloro che vorrebbero cambiare ma non possono e coloro che potrebbero, ma proprio non vogliono. Ma per il Titano il tempo sta scadendo e sapremo presto se il punto di equilibrio tra spinte opposte verrà ritenuto sufficiente dalle autorità politiche, monetarie e giudiziarie o se l’antica Repubblica resterà una piccola, anomala provincia emiliana da tenere d’occhio con procedure speciali e rafforzate. Iionello.mancin,@ilsole24ore. com
AntonelLa MuLaroni, 47 anni, avvocato, è segretario di Stato per gli Affari esteri di San Marino dal 3dicembre del 2008. Nel 1986 è stata segretario per le Finanze. Dal novembre 2001 al settembre2008 è stata giudice alla Corte europea dei diritti umani.
La raccolta in euro Nel 2008 la raccolta totale del sistema finanziariodiSan Marinoèstatadil3,8 miliardi: di questi 9,2 miliardi sono stati di raccolta diretta e 4,6 di raccoLta indiretta. Nel 2008 la raccolta è scesa del 2,8 per cento. 12 Le banche a San Marino SuLterritorio dello Stato sono presenti 12 banche e 58 società finanziarie. Solo dieci anni fa le banche erano quattro. ;1] tAG1NÀiCE;0] IL MINISTRO DEL DIALOGO IL SISTEMA FINANZIARIO 13,8 miLiardi RIPRODU7IUN R!S RVAJA ***

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