L’odore di elezioni moltiplica il pane e i pesci

L’odore di elezioni moltiplica il pane e i pesci

Lo sentite anche voi, quell’odore forte e acre che c’è nell’aria? Sono le elezioni che, come un bel pezzo di carne cuociono, dapprima lentamente, poi sempre più velocemente, sulla brace delle divisioni interne alla maggioranza.

Tutti sanno che questo Governo non arriverà a fine legislatura, per primi i “magnifici nove” del Congresso di Stato. Sanno di essere a capo di una coalizione nata con la scusa dell’emergenza, che ha faticato a governare in quanto molto eterogenea, che è stata messa ancora più in crisi dalle vicende giudiziarie e ha proseguito il proprio operato per forza, trascinando avanti una legislatura barcollante con l’unico obiettivo di recuperare almeno parte del consenso perso direttamente o indirettamente, a suon di rinvii a giudizio.

Per questo, da qualche settimana, avrete notato sfilare quasi quotidianamente sui media idee mirabolanti, progetti fantasmagorici, accordi impensabili, stabilizzazioni a pioggia, elenchi delle cose già fatte – ma mai quelle ancora da fare.

Verrebbe da pensare che una riforma veramente utile sarebbe quella di proporre un limite della legislatura abbassato a due anni, anzi uno, visto come lavorano le piccole api governative quando iniziano a sentire odore di elezioni.

Ma non fatevi illudere dai proclami: ancora oggi ogni Segreteria di Stato è una monade a sé stante, un organismo incapace di comunicare con le altre Segreterie, incapace di comunicare con le opposizioni e spesso persino con la propria maggioranza. Ognuno ha i suoi progetti, che porta avanti in solitaria ed evitando accuratamente di coinvolgere altri Segretari di Stato per ottimizzarne il “ritorno di immagine”, in vista appunto della prossima tornata elettorale.

E’ stato così fin da principio, poiché è stato fin da subito evidente che i Partiti che compongono Bene Comune difficilmente sarebbero rimasti abbracciati anche la prossima legislatura. Ora a questo aspetto si somma il fatto che abbiamo superato la metà del mandato.

E, come purtroppo si sente ripetere spesso per i corridoi di Palazzo da chi ancora fa finta di non capire l’urgenza di cambiare questi metodi stantii di intendere la politica: “non si possono fare interventi impopolari una volta passata la metà legislatura”.

E’ veramente questo il governo che volete per il vostro Paese? Immobilità pressoché totale per tre anni su temi fondamentali come i conti pubblici, il ricorso al debito, il lavoro, la sicurezza, il fabbisogno della PA e qualche intervento pre-elettorale a fine mandato per distribuire le briciole rimaste sul tavolo?

Noi siamo convinti che serva un’alternativa a questa “tradizione politica” sbagliata e frutto di decenni di malgoverno, che continua imperterrita a danneggiare la collettività con il supporto dei voti di chi si fa incantare dalle sirene di Palazzo che promettono oro, argento e mirra per tutti, a comando.

Il tempo è poco e il lavoro è tanto, per questo serve il supporto di tutti, non solo di chi è già dentro il teatrino della politica. Senza un impegno concreto, senza timori e senza secondi fini di ampi settori della società e di singoli cittadini, con l’obiettivo di unire le forze attorno ad un progetto comune, non sarà possibile far compiere a San Marino quel passo decisivo per diventare un Paese nuovo, moderno, sburocratizzato, trasparente, in cui vincono il merito e l’efficienza e le regole sono uguali per tutti.

Civico10

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