Lonfernini sulla crisi dei rapporti con l’Italia

Lonfernini sulla crisi dei rapporti con l’Italia

Il 2009 è appena iniziato e il nuovo esecutivo, composto da tecnici illuminati e da uomini e donne della provvidenza, ha dimostrato di brillare solo per la latitanza e per dichiarazioni scontate. Il Patto per San Marino ha vinto le elezioni facendo promesse importanti ai sammarinesi. Si sono presentati come il nuovo, ma hanno già mancato di rispettare gli impegni presi.
Come ampiamente annunciato il sistema bancario sammarinese è considerato dal 1 gennaio 2009 extra UE e l’esecutivo cosa fa ? Latita! Non ci sono infatti posizioni ufficiali e l’unica risposta, che ha quasi dell’incredibile, è la dichiarazione dei due leader dell’esecutivo Gatti e Mularoni che preannunciano che il Presidente di Banca Centrale sarà un cittadino italiano. Se questa è la medicina per curare la malattia del sistema finanziario allora saranno guai seri per gli intermediari, le imprese e tutti i sammarinesi. Siamo di fronte ad una strisciante svendita di sovranità inziata con l’anonima “toccata e fuga” a Roma del Segretario di Stato per gli Affari Esteri, primo atto inaugurale della politica della pacca sulla spalla.
Fa una certa impressione vedere che la ricetta per rilanciare il rapporto bilaterale italo sammarinese è lasciare in mano straniere pezzi importanti delle nostre istituzioni e che questo avvenga mentre il Segretario Generale degli industriali, Carlo Giorgi, accusi l’Italia un pò tardi – ma meglio tardi che mai – di essere responsabile della criticità nel settore bancario. Non serve essere degli esperti per capire che il prezzo che il governo è disposto a pagare per “normalizzare i rapporti” è altissimo e avrà delle pesanti ricadute sulla sovranità del Paese nei prossimi anni. E’ ridicolo pensare che solo l’esperienza di cittadino un italiano possa ridare slancio a Banca Centrale e al sistema finanziario e, in questo, emerge la visione provinciale e di piccolo cabotaggio di qualche esponente di governo. Una decisione del genere è di fatto l’ammissione dell’incapacità sammarinese di gestire il settore finanziario e l’inizio di una fase che avrà conseguenze molto pesanti sul Paese.
Qualche giorno fa è caduto il 10° anniversario dell’approvazione delle legge che ha introdotto come valuta nazionale l’Euro nella Repubblica di San Marino e questa coincidenza ci induce a qualche riflessione sul perché chi oggi ha la responsabilità della Segreteria di Stato per le Finanze e allora era invece Segretario di Stato per gli Affari Esteri abbia imbarcato il Paese in una avventura senza avere valutato tutti gli aspetti che essa comportava.Dieci anni fa si celebrava pomposamente i successi della politica estera sammarinese che aveva portato l’euro a San Marino e oggi impietosamente si è però scoperto che più che una conquista è stata una concessione, mal gestita e poco ponderata. Possiamo avere l’euro ma il nostro sistema fatica ad avere euro in contanti, siamo nel cuore d’Europa e possiamo coniare euro sammarinesi ma il sistema finanziario è considerato extra UE e oggi fare un bonifico a Rimini comporta in termini economici gli stessi costi che eseguire la stessa operazione con i Venezuela, il Sudafrica o la Cina.
Sembra un paradosso ma è così, allora mi sorge una domanda, Gabriele Gatti da navigato politico qual’è non immaginava le conseguenze dell’atto di dieci anni fa ? Gli accordi, le pacche sulle spalle, le visite a Bruxelles con Prodi cosa ci hanno portato ? Essere considerati fuori dall’Europa e alla stregua di banditi, assediati dalla Guardia di Finanza in cerca di scandali come quello dell’olio e dello champagne? Sarebbe stato auspicabile che il Governo comunicasse ai cittadini quale situazione c’è dal 1 gennaio 2009 se eseguono operazioni finanziarie verso l’Italia; invece c’è stato solo un imbarazzante silenzio con il Segretario di Stato per le Finanze, padre padrone dell’esecutivo che minimizza e rilancia con nuove promesse con la nomina del Presidente di Banca Centrale, il guru che colmerà l’inconpetenza di decine di tecnici sammarinesi nella gestione dei rapporti italo sammarinesi.
Non vorrei che per rianimare all’immagine già appannata del governo Gatti stia cercando il Beckham della situazione per illudere per qualche mese i sammarinesi ed arrivare a marzo quando la visita di Frattini darà ossigeno mediatico all’esecutivo. L’impressione, anche di molti sammarinesi, è che la gestione delle politica estera sammarinese sarà di totale sudditanza alla Repubblica d’Italia e presto, come lasciano presagire alcuni inequivocabili segnali che arrivano da Roma, ci sarà una capitolazione totale su tutti i fronti aperti.
Il passato torna immeditamente di grande attualità e forse fra dieci anni, quando al Governo ci saranno ancora gli uomini della provvidenza di oggi, il nostro Stato rischierà di essere un semplice protettorato italiano, la Banca Centrale sarà trasformata in una filiale di Banca d’Italia, qualche banca media / piccola sarà chiusa e probabilmente centinaia di sammarinesi faranno i frontalieri a Rimini per trovare lavoro e i nostri Segretari di Stato si prodigheranno per fare qualche accordino con i comuni limitrofi per salvare di nuovo il Paese. Ieri è passata la Befana e penso che qualche Segretario di Stato avrà trovato la calza rotta dal peso del carbone per le promesse già fatte in soli 30 giorni di governo.
Onestamente nessuno si aspettava dei miracoli. Ci si aspettava almeno la trasparenza e correttezza di informare i cittadini su ciò che sta accadendo e non vedere l’assenza di chi ancora festeggia con gli amici il governo ritrovato dimenticandosi del “Paese reale” – espressione gettonatissima dal Segretario della DC – e dei suoi problemi.

Giovanni Lonfernini (DDC)

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