Ma 200 istituti di credito sono rimasti in silenzio. Lionello Mancini, IlSole24Ore

Ma 200 istituti di credito sono rimasti in silenzio. Lionello Mancini, IlSole24Ore

Il Sole 24 Ore

Gli operatori riuniti a Rimini

Ma 200 istituti di credito sono rimasti in silenzio

Lionello Mancini
Il tono è mite, ma i concetti sono ultimativi. «Ormai dubbi non ce ne sono più – dice Luigi Donato, capo del servizio Rapporti esteri e affari generali della Vigilanza della Banca d’Italia –. Le regole per contrastare il riciclaggio esistono, fanno parte dell’ordinaria attività bancaria, come i doveri verso la clientela. Ora si tratta di scegliere se rispettarle oppure no». Come a dire che, con il livello di dettaglio raggiunto dalle norme in materia, solo una precisa volontà di non collaborare impedisce ai soggetti obbligati di fare la loro parte. Si tratterà perciò di analizzare a fondo i dati forniti dalla Uif (vedi sopra), dai quali emerge – a esempio – che oltre 37mila segnalazioni di operazioni sospette del 2010, solo 223 provengono da intermediari non finanziari; e di capire perché ci sono tuttora 200 istituti di credito (un quarto del totale) silenti, che mai hanno segnalato qualche frangente sospetto. Intanto Bankitalia ha già predisposto una direttiva per creare una struttura specifica presso gli operatori finanziari (si veda la scheda qui a fianco).
Nelle sale della Banca di credito cooperativo Valmarecchia ieri si sono riuniti circa 500 professionisti riminesi, di cui 300 avvocati, per assistere al convegno “Controlli & segreti – la lotta al denaro sporco”, organizzato dalla locale associazione di dottori commercialisti ed esperti contabili. L’iniziativa è stata fortemente voluta da una figura speciale del mondo professionale riminese, quel Giancarlo Ferrucini che da anni ha ridotto al lumicino la clientela privata per prestare consulenza quasi a tempo pieno all’autorità giudiziaria. Molti, infatti, i magistrati in sala, oltre a relatori di livello quali lo stesso Donato, Giovanni Castaldi direttore Uif, Luigi Magistro, dell’agenzia delle Entrate.
Donato ha ribadito due concetti basilari per un corretto rapporto con la clientela in generale e in particolare con i vicini intermediari extracomunitari sammarinesi, che per anni «sono stati classificati in maniera fantasiosa» dai presìdi italiani, si spera per errore. «Ormai – è il primo concetto – è chiarissimo che le operazioni consentite sono quelle con un fondamento economico e di correttezza. Tutte le altre sono sospette e vanno segnalate». Secondo, è fondamentale l’adeguata verifica della clientela (su questo il braccio di ferro con il Titano è in pieno corso) perché «premessa indispensabile per valutare le operazioni da questa effettuate».
Il direttore dell’Uif, Castaldi, ha fornito dati locali sulle segnalazioni di operazioni sospette, parlando subito dopo il Procuratore di Rimini, Paolo Giovagnoli, che ha definite “criminogene” la presenza e la funzione di San Marino quanto ad attrattività per il denaro sporco sia da evasione fiscale sia da capitali mafiosi tout court. Numero di segnalazioni e loro tasso di crescita appaiono in linea con il trend nazionale (anche se forse dovrebbero svettare sulla media, data la delicatezza dell’area): gli alert antiriciclaggio dall’Emilia-Romagna sono passati dai mille del 2008 ai tremila del 2010; la maggior parte (21%) provengono da Bologna, seguita da Rimini (17%) con Forlì-Cesena all’ultimo posto (8%). Quanto allo scudo fiscale (i 5 miliardi rientrati da San Marino sono in larga parte delle aree circostanti) la regione ha fornito 60 segnalazioni sul totale nazionale di 765. «L’intermediario non deve indagare – ha spiegato Castaldi – né formulare ipotesi. Quando ci sono motivi ragionevoli per sospettare, quei motivi sono sufficienti per segnalare».
Sul tema della trasparenza dei sistemi economico-finanziari è intervenuto il sostituto procuratore di Forlì Fabio Di Vizio, titolare dell’inchiesta che ha contribuito non poco a disvelare il sistema “Italia-San Marino”. Quelle del pm sono state parole molto applaudite, nonostante temi toccati e accenti non facessero sconti a nessuno: «Professionisti e operatori bancari – ha detto tra l’altro – possono molto con i loro comportamenti e le loro indicazioni qualificate per aiutare i controlli e per garantire il rispetto delle regole; ma possono essere decisivi per sancirne l’assoluta ineffettività».

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