Marco Bellinazzo, IlSole24Ore: Capitali all’estero, rientro tassato

Marco Bellinazzo, IlSole24Ore: Capitali all’estero, rientro tassato

IlSole24Ore

Lotta all’evasione. Le Entrate anticipano le regole per il rimpatrio- Prima richiesta di chiarimenti anonime  poi l’autodenuncia


Capitali all’estero, rientro tassato


Il contribuente dovrà versare imposte e interessi – Sconto sulle sanzioni
 

Marco Bellinazzo 

Non sarà una riedizione dello scudo fiscale, né tanto meno un condono simulato. Eppure c’è grande attesa per l’operazione di voluntary disclosure dei capitali illecitamente detenuti all’estero che l’agenzia delle Entrate si appresta ad attuare.
Chiare indicazioni in questo senso sono emerse ieri nel corso del convegno dedicato al tema del «Rientro nella legalità dei patrimoni esteri» organizzato all’Almo Collegio Borromeo di Pavia dall’Università pavese, dagli Ordini dei dottori commercialisti di Pavia, Voghera e Vigevano in collaborazione con Kpmg. Convegno al quale hanno preso parte, tra gli altri, il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, il vice direttore generale, Marco Di Capua, il capo dell’Ucifi (Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali) Antonio Martino e l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
Proprio l’Ucifi sta mettendo a punto la procedura che dovrà essere seguita dai contribuenti che non avendo più la possibilità o la convenienza a mantenere all’estero patrimoni o redditi esportati illegalmente e sui quali dunque sono state evase le imposte di competenza, vorranno rimettersi in regola. Una necessità, più che una opportunità, visto il nuovo clima di contrasto ai paradisi fiscali e all’evasione internazionale che si è venuto a creare negli ultimi due anni e i nuovi strumenti che in sede bilaterale e multilaterale (Ocse, G20, Ue) si stanno costruendo, come ha ricordato Befera: «L’atteggiamento nuovo di Svizzera e San Marino sul fronte fiscale è l’emblema di questo passaggio storico e del fatto che per molti è venuto meno il vantaggio di tenere i capitali oltreconfine. Con un’iniziativa sullo scambio automatico di informazioni come il Fatca, (The foreign account tax compliance act), nata negli Usa e in via di implementazione in tutto il mondo, si possono aprire autostrade nella lotta all’evasione e penso che molti si sbrigheranno a riportare i soldi in Italia».
La procedura di rientro dei capitali, raccomandata a livello Ocse, è possibile anche grazie al fatto che la legge europea del 2013 di agosto ha previsto, per evitare una multa Ue, la revisione (al ribasso) delle sanzioni sulle omissioni di quadri della dichiarazione dei redditi relativi al monitoraggio fiscale delle disponibilità estere (il cosiddetto quadro RW). Presto sarà resa praticabile e l’Agenzia diffonderà le istruzioni per integrare la circolare 25 del 31 luglio 2013 che ha appunto affidato agli uffici che si occupano dei controlli sull’estero «lo sviluppo di attività volte alla volontaria disclosure di attività economiche e finanziarie illecitamente detenute all’estero da contribuenti nazionali».
Intanto, Martino ha anticipato i passaggi chiave di quello che sarà il procedimento di “regolarizzazione”. In una prima fase (intitolata “no name”) i professionisti, dovaluterà la domanda alla luce di una serie di requisiti soggettivi (potranno essere ammessi i titolari dei capitali sottratti a tassazione, anche pro quota, ma la prima istanza farà stato e i loro eredi) e oggettivi poaver effettuato le verifiche antiriciclaggio, saranno ammessi a chiedere chiarimenti preliminari all’Ucifi in modo da avere tutti gli elementi tecnici per consigliare i propri assistiti salvaguardandone l’anonimato. Anonimanto che verrà meno, ovviamente, quando si deciderà di firmare l’autodenuncia. In questa seconda fase, l’amministrazione finanziaria valuterà la domanda alla luce di una serie di requisiti soggettivi (potranno essere ammessi i titolari dei capitali sottratti a tassazione, anche proquota, ma la prima istanza farà stato, e i loro eredi) e oggettivi. La “confessione” dovrà essere “tempestiva” (vale a dire la potranno esercitare solo coloro che non hanno ancora subito verifiche o ricevuto questionari), piena e veritiera. Il contribuente dovrà dire al Fisco anche come intende gestire i capitali emersi e anche ciò sarà oggetto di valutazione (una cosa è volerli lasciare in un trust all’estero altra cosa sarà il reimpiego, ad sempio, nella propria azienda). La denuncia poi dovrà anche essere allargata alle modalità e ai canali utilizzati per esportare e amministrare all’estero i beni.
In cambio di una collaborazione di questo tipo il contribuente che dovrà comunque pagare imposte e interessi su tutte le annualità accertabili, potrà puntare a uno sconto sulle sanzioni come previsto dall’articolo 7, comma 4 del decreto leguislativo 472/97 (fino alla metà del minimo). te dell’amministrazione finanziaria di riprendere a tassazione non solo le imposte dirette dedotte ma anche l’Iva detratta in presenza di operazioni infragruppo e non, ritenute prive dei requisiti di economicità. A nulla rileva, peraltro, che a fronte di una detrazione Iva da parte dell’impresa che ha effettuato l’acquisto, corrisponda un versamento di pari importo dell’imposta da parte di chi ha fatturato l’operazione.
È importante rilevare, infine, che per escludere l’estensione automatica anche all’imposizione indiretta delle regole sull’antieconomicità, rilevanti ai fini delle imposte dirette, i giudici di legittimità effettuano un’articolata, approfondita e motivata ricostruzione dell’orientamento comunitario in materia, con la conseguenza che difficilmente in futuro, salvo cambiamenti radicali e del tutto ingiustificati, tale indirizzo potrà essere modificato. Vi è quindi da sperare che ora anche l’Agenzia fornisca le necessarie direttive agli uffici di non effettuare più tali contestazioni.

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