Mario Gerevini di Corriere della Sera: San Marino, lo spettro del crac. Nelle banche del monte Titano due miliardi di crediti dubbi

Mario Gerevini di Corriere della Sera: San Marino, lo spettro del crac. Nelle banche del monte Titano due miliardi di crediti dubbi

Corriere della Sera

crisi finanziaria

San Marino, lo spettro del crac. Nelle banche del monte Titano due miliardi di crediti dubbiSono sei le banche della Repubblica coinvolte nella crisi dei non performing loans (npl) il cui ammontare raggiunge il 140% del Pil. Il ruolo del presidente Wafik Grais

Mario Gerevini

 

Se è vera la cifra che circola, occorrerà una cura da cavallo per allontanare lo spettro del crac della più antica repubblica del mondo. A San Marino ci sarebbero due miliardi di euro di crediti deteriorati nei bilanci delle sei banche locali e ora il nuovo presidente della Banca centrale, Wafik Grais, ha chiamato a rapporto i vertici degli istituti. Due miliardi non è un numero campato per aria, tutt’altro.

Il tema dei non performing loans (npl) era stato sollevato anche dalla squadra del Fondo monetario internazionale che, dopo la visita in primavera sul Titano, aveva diffuso un report. E lì c’è la fatidica tabella che indica proprio la cifra di 2 miliardi di npl, oltretutto in gran parte senza garanzie e per lo più originati da clientela italiana. Si tratta della metà dei crediti totali erogati dalle banche sammarinesi, il 140% del Pil. Per dare un’idea, siamo a livello di Cipro 2012 o Grecia 2013.

I mesi sono passati e nessuno si è preoccupato di quella tabella finché in piena estate una voce istituzionale ha dato la sveglia e messo i concittadini di fronte alla neanche troppo remota ipotesi di un default di Stato. «Ci sono 1,9 miliardi di npl – ha detto Giuseppe Morganti, ministro per la Cultura del moribondo governo in carica – dobbiamo dare piena fiducia e autonomia ai vertici di Banca centrale (…), di fatto siamo di fronte a una catastrofe».

L’Associazione delle banche sammarinesi (Abs) non nasconde il problema ma ridimensiona le cifre, nell’ordine di centinaia di milioni. L’incertezza regna sovrana: l’esatta dimensione e composizione banca per banca dello stock di crediti deteriorati (per esempio: quante sono vere sofferenze? Quante e quali le coperture?) è il mistero di agosto. Così è scesa in campo la Banca centrale mentre il governo di centrosinistra ha perso un pezzo della coalizione e rischia di alzare bandiera bianca da un momento all’altro. Wafik Grais cinque giorni fa ha annunciato una ricognizione sulla qualità degli attivi. E ieri, in una riunione blindata, ci sarebbe stato un incontro con i vertici delle sei banche sammarinesi. Si vedrà quanto possa essere davvero incisiva e coercitiva la mossa della Bcsm. A San Marino banche e politica hanno sempre viaggiato separati come Prosecco e Aperol in un bicchiere di Spritz.

Ma Grais ha il pregio di essere autonomo ed estraneo al mondo sammarinese e dunque, pur nei limiti delle sue deleghe, fa paura. Del resto che ci sia una gigantesca mina piantata sotto il Titano, e non solo nei bilanci delle banche, lo stanno realizzando tutti. Secondo voci insistenti, tra gli npl, in gran parte di origine immobiliare, ci sarebbero anche crediti erogati senza particolari garanzie ad alcuni movimenti politici e loro esponenti. Gli istituti di credito restano, anche se molto meno di un tempo, un pilastro fondamentale dell’economia della Repubblica che comunque già è stata in grado di uscire da periodi di gravissima crisi (il drastico calo della raccolta bancaria e il dimezzamento degli istituti). Il più importante è la Cassa di Risparmio di San Marino che nelle ricapitalizzazioni già ha drenato molte risorse statali e di fatto è in mano pubblica. Nei suoi bilanci sarebbe concentrata oltre la metà dei crediti deteriorati. E’ soprattutto lì che il problema andrà risolto. Per evitare che con la sua banca salti per aria anche la Repubblica.

23 agosto 2016 (modifica il 24 agosto 2016 | 07:22)

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