Mario Sensini, “Austria e Lussemburgo non aiutano” Riparte la sfida della ritenuta europea, Corriere della Sera

Mario Sensini, “Austria e Lussemburgo non aiutano” Riparte la sfida della ritenuta europea, Corriere della Sera

Corriere della Sera
“Austria e Lussemburgo non aiutano” Riparte la sfida della ritenuta europea
Mario Sensini
L’accusa: «Rivoglio i miei soldi. Il prelievo che ci versano è basso rispetto ai capitali italiani»
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L’Italia alza il tiro contro Austria e Lussemburgo, accusati come la Svizzera, che però non è un paese Ue, di eludere sistematicamente la direttiva europea sulla tassazione del risparmio dei non residenti. «Non è credibile che in Austria i capitali italiani ammontino a 2-3 miliardi di euro ed in Lussemburgo non superino i 2 miliardi, come indicherebbero i dati sull’euroritenuta che viene girata all’Italia da questi paesi» ha detto ieri a Bruxelles il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il gettito (il 75% della ritenuta del 20% applicata dagli stati sui redditi dei non residenti) che arriva a Roma è troppo basso, sostiene Tremonti. Chiedendo alla Commissione di farsi carico del problema e minacciando in caso contrario il veto sulla revisione dell’euroritenuta, destinata a salire dal 20 al 35% nel giro di un anno per poi lasciar spazio allo scambio sistematico di informazioni. Proprio ciò che Austria e Lussemburgo vorrebbero evitare.
«Vogliamo che la Commissione Europea faccia un rapporto sull’attuazione della direttiva e ci dia i numeri che riguardano l’Italia» ha detto Tremonti al Consiglio dei ministri europei delle Finanze. Secondo l’Italia, Austria e Lussemburgo eludono «sistematicamente» la tassazione del risparmio dei non residenti usando stratagemmi come quello di intestare i capitali a società panamensi, cui non si applica l’euroritenuta. Le stesse accuse già rivolte formalmente alla Svizzera, solo che in questo caso l’italia chiede che sia la Commissione, «guardiana della legislazione comunitaria», a muoversi contro Vienna e il Granducato.
L’Italia chiede chiarezza e pretende i suoi soldi. «I want my money back» ha ripetuto ieri Tremonti. La revisione della direttiva sull’euroritenuta cui sta lavorando la Commissione, dunque, si complica. L’Italia è favorevole ma solo se il risultato sarà quello dello scambio automatico di informazioni tra tutti i paesi sui redditi dei non residenti. Altrimenti, fa intendere Tremonti, meglio lasciare le cose come stanno. L’euroritenuta, del resto, è solo transitoria perché la direttiva già prevede, dal 2015, lo scambio dei dati tra le amministrazioni fiscali.
La guerra contro l’evasione internazionale, scattata dopo il G20 di Londra dell’aprile scorso, sale di tono. Proprio nel giorno in cui l’Ocse rende noto che tutti i paradisi fiscali tenuti sotto osservazione si sono impegnati ad aderire agli standard internazionali. Il vero problema, oggi, l’Europa ce l’ha in casa: mentre i paradisi smantellano il segreto bancario, l’Austria lo ha costituzionalizzato. Dopo il G20 di Londra.
L’aliquota
Il prelievo salirà dal 20% al 35% a metà del 2010

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