Masi sulla Centrale del Latte e La Sociale

Masi sulla Centrale del Latte e La Sociale

Ha ragione ‘La Sociale’. Nonostante i ritardi registratisi nella cessione della Centrale del Latte, la “zona bianca” – e cioè il monopolio nell’intermediazione del latte di tutte le marche che consente alla Centrale di chiudere i bilanci in attivo attraverso un ingiustificato e consistente ricarico sui prezzi a scapito dei consumatori – deve essere superata.

Oltre che penalizzare le famiglie, far aumentare i prezzi e distorcere la libera concorrenza, tale regime consente alla Centrale del Latte di non fare emergere le rilevanti perdite derivanti dalla sua gestione e alimenta la campagna messa in atto senza alcun fondamento da chi, dall’opposizione e dall’interno della stessa maggioranza, cerca ancora di evitare una privatizzazione che a parole e da anni tutti condividono.
A questo proposito devo manifestare tutto il mio rammarico per la decisione, che mi auguro non irrevocabile, assunta in questi giorni dal Gruppo Giorgetti che, dopo aver rilevato negli anni ’80 La Sociale, carica di debiti e prossima al fallimento, ed aver così garantito la prosecuzione di un’importante attività di servizio ai cittadini, si era reso disponibile a partecipare ad una cordata di imprenditori per rilevare la Centrale del Latte, un’azienda che opera da anni in condizioni inaccettabili e nella quale la partecipazione dello Stato appare del tutto anacronistica.

La presenza del Gruppo Giorgetti-La Sociale, insieme a quella di altri qualificati operatori sammarinesi, costituiva un’ulteriore garanzia per la corretta gestione di un’impresa che richiede forti investimenti e competenze specifiche ma anche serietà, spirito imprenditoriale e volontà di salvaguardare le peculiari caratteristiche di una presenza sammarinese nel settore.

Nonostante le procedure corrette e trasparenti messe in atto dal Governo con la partecipazione e la condivisione di tutte le sue componenti, hanno prevalso in questo ultimo periodo le illazioni, i sospetti, le suggestioni più fantasiose e le facili strumentalizzazioni.
Mi auguro che il prossimo dibattito consiliare sull’argomento consenta di superare le residue resistenze e di portare a termine ciò che rappresenta non solo un obiettivo programmatico del Governo, ma soprattutto un progetto che corrisponde senza alcun dubbio all’interesse pubblico.

IL SEGRETARIO DI STATO

Tito Masi

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