Mics: a un anno dal Greco

Mics: a un anno dal Greco

Mentre in via delle Scalette assistiamo ad un frenetico andirivieni di partiti, pare che nessuno rammenti le importanti raccomandazioni che il Greco, l’organismo del Consiglio d’Europa che raggruppa tutti i Paesi europei contro la corruzione, aveva stilato nel Rapporto di Valutazione su San Marino il 9 dicembre 2011, presentato alla cittadinanza con molto, troppo ritardo nel febbraio del 2012. Raccomandazioni di non poco conto, anzi d’importanza cruciale per il futuro di questo Stato che in materia di anticorruzione, come riporta lo stesso Greco nel report, è ancora molto lontano dall’applicare concretamente quei cambiamenti normativi che fino a oggi sono stati apportati nella legislazione sammarinese. Cambiamenti che, ribadisce ancora il Greco, non sono ancora sufficienti per dimostrare una reale volontà d’intenti da parte delle istituzioni sammarinesi di intraprendere la strada della trasparenza legislativa e di una giustizia slegata dalle maglie governative, realmente indipendente. Lo sgambetto del Greco nei confronti di San Marino potrebbe arrivare tra meno di un anno. Tenendo in considerazione anche la pausa estiva e la frenesia pre elettorale dei partiti per le elezioni del 2013, che potrebbero, vista l’instabile e delicata situazione politica, essere anticipate all’autunno di quest’anno, il tempo per adempiere alle raccomandazioni dell’organismo europeo contro la corruzione potrebbe ridursi ulteriormente, andando in contro a possibili sanzioni. Ricordiamo anche che San Marino si è distinta fra tutti gli Stati del Consiglio d’Europa aderendo per ultima al Greco, soltanto nell’agosto del 2010, tanto che per diverso tempo è stata segnalata, all’interno del sito ufficiale di tale organismo, come pecora nera nella lotta alla corruzione. Aldilà di tutte queste riprovevoli situazioni, ciò che più tiene con il fiato sospeso sono le seguenti parole del Greco: “San Marino è ancora allo stadio preliminare nella lotta contro la corruzione. E’ necessario, quindi, aumentare i controlli, soprattutto nel settore pubblico perché ci siano maggiore integrità e trasparenza”. Inoltre, le 16 raccomandazioni del report suggeriscono a San Marino di incrementare al più presto le indagini nel settore della corruzione e, se necessario, inasprire le pene; sviluppare gli strumenti per prevenire il conflitto di interesse; migliorare i meccanismi di controllo sulla pubblica amministrazione, mentre per quanto concerne il settore privato, commercialisti, avvocati e tutti i professionisti del settore, dovrebbero essere coinvolti più da vicino sia nella ricerca, sia nelle indagini relative ai reati di corruzione e conflitto di interesse, vincolandoli a sanzioni penali per il mancato adempimento. Infine, ad aggravare maggiormente una condizione che appare alquanto sconfortante, nelle conclusioni del report del Greco, si dice che nessuno degli strumenti anticorruzione del Consiglio d’Europa è stato da San Marino finora ratificato, così anche la Convenzione penale e la Convenzione civile sulla corruzione. Alla luce di tutto questo, le varie istituzioni sammarinesi stanno lavorando per adempiere alle raccomandazioni del Greco o quest’ultime sono state riposte in fondo a un cassetto con la speranza che nessuno se ne ricordi fino all’inevitabile patatrac? Ultimamente ci pare che la politica, tout court, sia molto più concentrata a formare le coalizioni per le prossime elezioni elettorali, con tutti i ridicoli avvicendamenti del caso, che ad impegnarsi concretamente e in maniera unita riguardo alle essenziali modifiche legislative che San Marino deve imprescindibilmente operare se ha veramente l’intenzione di fare chiarezza in un mare di ombre e buchi neri. Speriamo che a San Marino non ci si svegli un giorno, apprendendo dai giornali che molti politici, ammonticchiando i gettoni di presenza nei propri maialini, abbiano accumulato sproporzionate ricchezze. Quel giorno, forse, per tutta la Repubblica, sarà chiaro il significato della parola corruzione!

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