Mino interviene sulla crisi della politica, speculazione edilizia, povertà emergente

Mino interviene sulla crisi della politica, speculazione edilizia, povertà emergente

Sarà finita la telenovela dell’instabilità politica durata dieci anni, e che tanti danni ha prodotto alla Repubblica e ai suoi cittadini? Tra i danni peggiori causati dalla sostanziale assenza della politica, vi è il dissesto del territorio, devastato da anni di edificazione selvaggia e di scarsa qualità, che ha prodotto anche dei veri mostri sul piano architettonico. Per non parlare poi del peggioramento della viabilità e della pericolosità della rete stradale, della carenza dei parcheggi (basti pensare alla situazione dell’ospedale), della mancanza di marciapiedi in aree pubbliche e private…

Ora, dopo aver ricoperto (male) mezzo territorio di cemento, costruendo migliaia di appartamenti rimasti vuoti, corre voce che si vorrebbero vendere gli stessi appartamenti assieme alla residenza… Sarebbe una vergogna! Dobbiamo dire basta alla speculazione edilizia e al depauperamento del territorio; vogliamo lasciare qualcosa di vivibile e di guardabile anche alle future generazioni!

Al punto in cui siamo arrivati, va solo consentita la possibilità di ristrutturare l’esistente, vecchio e nuovo che sia, oltre a realizzare le strutture pubbliche e produttive strettamente necessarie. Per non soffocare nel cemento, è necessario sospendere per almeno 10 anni la costruzione di abitazioni civili, eccezion fatta per coloro che non hanno una casa e non riescono a reperirla sul mercato al giusto costo.


Dobbiamo dire basta anche all’economia drogata e incentivare quella sana, anche non concedendo più licenze che non portano né occupazione qualificata, né entrate reali per lo stato, anche perché non è sostenibile per il paese un ulteriore aumento di forza lavoro non residente.


L’instabilità politica e la cattiva amministrazione della cosa pubblica hanno permesso l’arricchimento spropositato di gruppi di cittadini (sammarinesi e non), sicuramente anche attraverso azioni a dir poco spregiudicate; per questo i cittadini ritengono vi sia una forte collusione tra politica e affari.

È evidente che a taluni gruppi di potere tutto è permesso, mentre a chi non ha “santi in paradiso” non vengono riconosciuti i diritti più elementari, come quello di un lavoro adeguato, una licenza o la possibilità di ampliare la propria casa per le esigenze della famiglia.

Parlando di diritti negati, ci sono quelli delle famiglie, per accedere al servizio di asilo nido o alle strutture per anziani; l’assegno di accompagnamento per i non autosufficienti, che è del tutto inadeguato, costringendoli a patire forti umiliazioni. E per avere un’idea delle situazioni di povertà, basta andarsi a leggere quante sono state le richieste di aiuto attraverso il certificato di credito sociale.


Su circa 469 domande, questo contributo è stato riconosciuto a 341 persone, la maggior parte delle quali riceverà un contributo pari a 500 euro. Lo stanziamento fatto dallo Stato per questo contributo, è di 646.000 euro, ovvero vere e proprie briciole rispetto al bilancio complessivo dello Stato… E la gente in generale è sempre più arrabbiata, anche a causa del forte aumento del costo della vita.

Questa piccola comunità “ricca” e sprecona, non deve solo mettersi una mano sulla coscienza, ma chi ha più mezzi economici deve contribuire al bene comune secondo le proprie reali possibilità, per fare in modo che tutti in questo paese possano vivere con dignità e possano programmare la loro vita in modo sereno.


Mentre il paese si dibatte in mille difficoltà, i partiti – e tanti, troppi gruppi politici – si accingono a varare i primi programmi elettorali, che speriamo siano privi di demagogia, e contengano invece le cose da fare concretamente per il bene del paese, attraverso la partecipazione reale dei cittadini prima e dopo il voto.

I sammarinesi si aspettano risposte chiare e credibili. Naturalmente dovranno essere del tutto trasparenti le liste dei candidati, dentro le quali non dovrebbero più comparire i soliti personaggi che hanno reso la politica e le istituzioni invise alla stragrande maggioranza degli elettori.


Il nostro paese rischia di scivolare su una china molto pericolosa, e questo è un pericolo che tutti dobbiamo scongiurare, attraverso un’inversione di rotta che ci porti a continuare a credere nelle nostre istituzioni democratiche, nei partiti, nelle organizzazioni sociali, nell’imprenditorialità sana, per uno sviluppo sano e sostenibile.

Questo è un appello che mi sento di rivolgere al mondo politico perché penso corrisponda al sentire comune di molti cittadini; anche se le responsabilità del degrado non sono da attribuire in egual modo a tutti, è ora che tutti facciamo la nostra parte per ritornare alla normalità democratica, dove l’etica, l’onestà morale e civile e la ricerca del bene comune siano alla base di ogni nostra azione.

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