Movimento Ideali Socialisti celebra l’anniversario dell’Arengo

Movimento Ideali Socialisti celebra l’anniversario dell’Arengo

Movimento Ideali Socialisti desidera celebrare, insieme alla cittadinanza tutta, l’anniversario dell’Arengo.

In un periodo dove abusi e ruberie all’interno della pubblica amministrazione erano divenuti insopportabili. In tanti, Attivisti e Consiglieri dell’epoca, dedicarono anima e corpo per cercare di destare lo spirito degli onesti, di ogni classe e partito.

Si incitava la popolazione – come si comprende da un eloquente Manifesto dell’epoca – “alla rinnovazione mediante suffragio popolare di un consesso il quale, per i suoi intrighi e maneggi illeciti e vergognosi da una parte, per le sue transazioni e acquiescenze servili e incoscienti dall’altra, si è reso indegno di continuare a reggere le sorti della Repubblica”.

La condizione senza la quale nulla sarebbe potuto cambiare, era rappresentata dall’assenza del voto popolare, dal diritto della gente comune di eleggere democraticamente i propri rappresentanti nel Consiglio dei Sessanta.

Uno scambio epistolare tra due dei Padri Nobili del Socialismo sammarinese, che tanto fecero per la nostra Patria e che celebriamo sempre con orgoglio, ossia Gino Giacomini e Pietro Franciosi, ne è la prova; è la testimonianza di quanto fosse prioritaria per loro l’esigenza del suffragio popolare, da ottenere con le unghie e coi denti, poiché “la coscienza pubblica si orienti in senso veramente democratico e tenda esclusivamente alla conquista del diritto di voto prima che lo sfacelo sia completo. Questa è la prima logica ed utile riforma, le altre saranno una conseguenza inevitabile. Ecco la nostra pregiudiziale.”

Uomini come loro – combattendo quella che fu una battaglia politica vera e propria, la più significativa per comprendere il concetto di democrazia contemporanea – ci hanno insegnato questo: nulla è impossibile se la maggioranza delle persone decidono di cambiare le cose, nulla deve essere riconosciuto alla minoranza che pensa di poter vivere sulle spalle degli ultimi.

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