Movimento Rete: Caronte ha mietuto le prime vittime.

Movimento Rete: Caronte ha mietuto le prime vittime.

Caronte ha mietuto le prime vittime.
Ci si attendeva una risposta del Vescovo in merito ad una Istanza d’Arengo ed è
arrivata. Ci si attendeva una risposta da parte del partito più vicino ad esso,
il PDCS, ed è anch’essa arrivata. Evidentemente però, entrambe fuori tema.
L’Istanza d’Arengo, uno dei pochi strumenti di Democrazia Diretta, proposta da
Michele Pazzini, una persona in primis (ricordarlo or ora è necessario più che
mai) strutturata in maniera tale da proporre una soluzione ad una carenza
normativa per ciò che concerne la regolamentazione dei permessi di soggiorno e
residenze per le coppie in cui uno dei due componenti è di cittadinanza non
sammarinese, ne è l’esempio fulgido. Poco importa se Michele è il leader del
movimento LGBT, o evidentemente non lo è per il sottoscritto firmatario di quel
documento, assieme a tantissime altre persone. Se una cosa è meritevole di
attenzione, con scopi sociali e di riconoscimento del diritto, allora si ha il
dovere morale di perseguirla, dando la propria piccola mano a chi la propone. E’
indubitabile che tale strumento di Democrazia Diretta, posta nelle mani di 60,
possa scatenare il dibattito. Ma come spesso accade, si prendono fischi per
fiaschi o ancor meglio delle cantonate mastodontiche.
La paura irrazionale del differente, le trame boccaccesche, le differenze di
genere. A ciò si è giunto. Questo emerge dalle uscite pubbliche del Monsignore
e dal Partito di maggioranza relativa. Paure ataviche evidentemente, che non
lasciano dormire loro sonni tranquilli. Uscite che riportano alla mente periodi
storici quali la Santa Inquisizione Cristiana, dove per pochi
oboli si vendeva alla plebe il Paradiso, si bruciavano le streghe, si
impiccavano gli scienziati. Periodi in cui la stessa Chiesa
inscenava le Sacre Crociate, vere guerre per dei simboli che lei stessa si
creò, e che perseguì con ragioni tali ove il fine giustificò i mezzi. Questa è
storia, non è leggenda.
Da una Istanza, tale paura atavica riemerge in tutta la sua più bassa risma.
Concetti fuorvianti e messi in pubblica piazza con disarmante banalità.
Il Monsignore che ci tiene nel confermare che la visita papale di un anno fa,
con l’approvazione di essa, perde del suo carattere simbolico. Simbolismi; la
Chiesa ci ha sguazzato per millenni su di essi. Forse il signore in questione,
dimentica che in prossimità di tale visita, domandò, tramite la Curia, una
questua a tutte le famiglie di San Marino e Montefeltro, evidentemente non
tutte cristiane o cattoliche. Come dimentica la somma ingente che lo Stato (che
dovrebbe essere uno Stato laico) investì per tale visita. O come una
organizzazione industriale sammarinese, chiese ai propri associati, un
contributo minimo di 500 euro per ciò, da versare in un conto corrente
sammarinese. Ciò a che sfera morale apparterrebbe?
Le continue sue esternazioni, anche sul tessuto economico sammarinese hanno
stufato me, ma credo anche coloro che si rivedono nei reali concetti cristiani.
Le visite fatte per perorare cause o persone, poi sciaguratamente arrestate. La
non presa di posizione su un asilo statale dato in mano ai privati, e guarda
caso uno dei primi nomi emersi fu quello della Compagnia delle Opere;
l’altrettanta non presa di posizione forte sul radicamento della malavita e
delle cosche ad essa connessa in questa terra. Ci sono delle priorità
evidentemente per ognuno. E dietro a questo personaggio, ecco che la sua
trasposizione politica, prende immediatamente posizione, facendo di una Istanza
che è bene ribadirlo nuovamente, fu fatta non altro che per colmare una carenza
normativa esistente e di fatto.

Durante il dibattito emerse la contrarietà dell’intero PDCS
all’accoglimento della stessa, ma lasciava ampia libertà di scelta dei propri
Consiglieri. E’ bello pensare allora che la votazione segreta, ogni tanto, dia
delle piccole soddisfazioni. Si, perchè conti della serva in mano,
l’approvazione dell’Istanza, passò anche con i voti di qualcuno del
partitone e del Patto. E questo capisco che possa essere devastante per chi da
anni si prefigge una visione parziale con il paraocchi.
Il quadro è questo, desolante e terrificante. Su un diritto mancante, la
battaglia inscenata e messa in atto è andata a sfociare ancora e nuovamente
sull’odio di genere. Una macchia enorme che ricade sulla figura del Vescovo,
che evidentemente ha colto lucciole per lanterne e sul partito a lui più
vicino, troppo preoccupato nel seminare tempesta, pronto nello stoppare un iter
votato dall’intera aula consiliare. E’ la chiara esemplificazione dei poteri in
campo. Il diritto di veto NON è ammissibile ora.

 
I “mostri” rialzano la
testa. Si scatena la guerra mediatica come millenni fa. Con
mezzi più sofisticati evidentemente, ma la stampo è quello.
Vediamo che accadrà, ma ci sono Corti Europee per i Diritti che non vedono
l’ora di avere notizie da San Marino.

Buona vita.

Matteo Zeppa (movimento RETE).

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