Movimento Sottomarino: intervento sull’affaire di Stato ‘Maxdo’ group

Movimento Sottomarino: intervento sull’affaire di Stato ‘Maxdo’ group

Dalla delibera n.50 del 17 luglio 2012, venuta alle cronache in questi giorni nonostante sia datata 6 mesi fa e che ricorda quanto già visto con la delibera Rothschild, si è aperto un dibattito sull’interessamento di un gruppo cinese alla nostra piccola Repubblica: il MAXDO LIMITED GROUP.

Ancora una volta i nostri “governanti” hanno dimostrato che, in merito alla gestione delle delibere del Congresso di Stato, la trasparenza verso i cittadini è solo di facciata, fatto oramai assodato e che non può essere estromesso nella valutazione degli eventi.
L’avvento di grossi gruppi e potenze a San Marino è sempre stato affrontato, storicamente, in maniera pragmatica: chiaro è che il mondo negli anni sia cambiato, così come la politica, e un sistema fallimentare, complice la “cultura del soldo”, si è instaurato prendendo il posto della lungimiranza dei “vecchi politici” che si ancoravano sapientemente alla realtà per evitare rischi potenzialmente ingestibili per una piccola Repubblica come la nostra.

In merito alla questione dei cinesi, crediamo sia da attuare lo stesso comportamento dei nostri “vecchi” e slegarsi dalla concezione vissuta sin’ora che “…basta che arrivino soldi…” ma valutare ponderatamente e con coscienza.
Pian piano il governo e la maggioranza rilasciano dichiarazioni, anche se paiono liquidare la questione senza fornire spunti rilevanti per una valutazione concreta, sbandierando soltanto l’ipotetica cifra dell’investimento (senza però che venga esplicato nulla sul progetto) e articolando entusiasmanti discorsi di massimi sistemi.

Non possiamo, né vogliamo, prenderci la potestà di giudicare questo gruppo, del quale non vi sono grandi tracce né sul software finanziario più importante al mondo, che fornisce informazioni in tempo reale su ogni società quotata in borsa e dal quale si può operare su tutti i mercati mondiali (Bloomberg), né sul motore internet di ricerca più utilizzato al mondo (Google), ma ci pare alquanto strana questa scarsità di informazioni per una società che, come da ultime dichiarazioni, sia socia maggioritaria di società quotate.
Le uniche informazioni che si reperiscono sul web su Maxdo si trovano in qualche sito Cinese e non si può avere certezza sulla loro veridicità:

http://www.hktdc.com/sourcing/hk_company_directory.htm?companyid=1X07JD9O&locale=en
http://www.hongkong-companies.com/maxdo-group-limited-the-c9md/

Qualche altra timida notizia, risalente al 2008, la si trova in merito ad una joint venture di questa società per il trattamento di metalli preziosi:

http://www.agichina24.it/notiziario-cina/notizie/200808191108-rt1-15452609-art.html.

Apprendiamo dai giornali che sono già intercorsi alcuni incontri tra il citato gruppo cinese e il governo, accompagnato dai tecnici di Banca Centrale, e veniamo a conoscenza, sempre tramite i quotidiani, che secondo le dichiarazioni rilasciate dal sig. Davide Righi, quale “contatto” a Shanghai e parte dell’Agenzia degli Investimenti Esteri, questa società del Sol Levante è interessata a San Marino per “…la fiscalità agevolata e la posizione geografica in mezzo all’Italia e all’Europa …”.

Lette queste affermazioni, ci pare ovvio e legittimo che qualsiasi cittadino faccia le proprie considerazioni. Queste sono le nostre:

Per quel che concerne la fiscalità, ci pare insolito che una società con sede ad Hong Kong, paradiso fiscale vicino ad altri Paesi Off-Shore (tra cui Macao) dove si pagano il 17,5% di tasse sulle imprese, il 16% sulle persone fisiche e sono esentate le plusvalenze, possa interessarsi alla fiscalità Sammarinese che, pur essendo più bassa rispetto ad altri Stati europei, per via della crisi che la sta attraversando è soggetta a provvedimenti straordinari e tampone intensificando così il cuneo fiscale.

Per quanto riguarda la seconda questione, invece, le nostre sono congetture basate su fatti e situazioni che la storia recente ci ha mostrato a livello mondiale.
Per prima cosa, è di dominio pubblico che diverse società cinesi, passando i confini europei, si stanziano ed operano, in molti casi in maniera illegale, rendendo prive di attrattiva le imprese locali, senza lasciare ricchezza nel Paese in cui si insediano: è di qualche mese fa la maxi operazione della GDF italiana che ha scoperto un’evasione di circa 4,5 miliardi di euro in tre anni, trasferiti illegalmente dall’Italia alla Cina. Grazie anche a questa indagine, si sono intensificati i controlli sui cosiddetti “money transfer”, utilizzati per trasferire questi soldi direttamente in altri Paesi, e si sta vagliando l’ipotesi di un nuovo impianto normativo a livello europeo vista la criticità emerse in queste strutture.

A questo punto ci chiediamo se l’avvento di questo “colosso” cinese nella finanza sammarinese sia da associare al giro di vite che l’Europa intende dare ai trasferimenti di denaro. Non solo. Pensiamo alla difficoltà nell’importazione di prodotti cinesi:

quale soluzione migliore se non finanziare l’aeroporto in Repubblica, vista la possibilità di operare anche in termini di “project financial”?

San Marino potrebbe fungere, se non si intende essere maliziosi, così da “Cavallo di Troia” per la commercializzazione di quei prodotti oggi difficilmente importabili in Europa, ma se invece la malizia la vogliamo usare, potrebbero sfruttare il nostro Paese per il giro di espedienti che caratterizzano molte delle loro attività in Europa.

È stata paventata, come ulteriore motivazione pubblicizzata dai giornali, la commercializzazione di prodotti finanziari sammarinesi: purtroppo, ad oggi i PRODOTTI FINANZIARI SAMMARINESI NON POSSONO ESSERE VENDUTI FUORI DAI CONFINI e il pensiero che certi “colossi” vengano con la promessa che forse si potrà fare in un ipotetico futuro è alquanto improbabile, poiché già risiedono in una delle più importanti piazze finanziare del Mondo.

Facendo il classico conto della serva, 1+1+1=3, dove l’addendo relativo alla non trasparenza di manovra del Governo assume un peso rilevante, a nostro avviso i presupposti non sono certo dei migliori.

Come cittadini abbiamo il diritto di essere messi a conoscenza dei particolari di tale manovra.
Secondo il nostro modesto parere a San Marino non abbiamo bisogno di nessun altro che porti soldi facili, poco trasparenti e di dubbia provenienza (senza voler giudicare nessuno), ma si ha necessità di un’economia reale e stabile, che passa innanzitutto da un cambio culturale, che purtroppo pare stentare a partire, e che soprattutto non punti al mantenimento di “storture” create negli anni.

SOTTOMARINO

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