Esplode la polemica politica nella Repubblica di San Marino perché il prof. Renato Clarizia, al momento della sua – già contestatissima – nomina alla Presidenza di Banca Centrale nel curriculum diffuso in Consiglio ha sottaciuto sui rapporti professionali con la finanziaria fiduciaria Fingestus.
Riferisce con dovizia di particolari Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino.
Ci si chiede perché quella consulenza non fosse menzionata nel curriculum e si invita il governo a convocare un Consiglio ad hoc, «nei tempi più brevi». Una nomina partita col piede storto, quella di Clarizia, e per la quale gli ex capi di Stato Gianfranco Ugolini e Andrea Zafferani si presero il rimprovero morale del Collegio dei Garanti. Il sindacato fu sollevato sulla doppia votazione avvenuta proprio per il voto a Clarizia. Al primo passaggio, la sua candidatura non ottenne i voti richiesti e fu ripetuta. Il regolamento avrebbe imposto invece che, di fronte alla votazione in parità, si sarebbe dovuto attendere la sessione seguente prima di riportare la questione ai voti. Ma i Garanti furono chiari: “condannati” gli ex Reggenti, ma la nomina di Clarizia non si toccava. Ora, a parlare tocca a Karnak. L’a z i e nda sammarinese della famiglia Bianchini si trova sotto i riflettori: da una parte quell’inchiesta della Finanza che vede come principale indagato il presidente Bianchini (coinvolto in una storia di estorsioni e nel presunto dossieraggio per Karnak), dall’altra la comunanza con Fingestus e i legami coi vertici di Banca centrale. In queste ore, la famiglia Bianchini sta vagliando la maniera giusta di intervenire per difendere l’azienda. Intanto, l’ancora presidente del gruppo si trova in galera in attesa che la magistratura sammarinese decida del ricorso ai domiciliari negati.