Nel volto dell’uomo, l’immagine di Dio, Letizia Cini, Il Resto del Carlino. Intervista ad Antonio Paolucci

Nel volto dell’uomo, l’immagine di Dio, Letizia Cini, Il Resto del Carlino. Intervista ad Antonio Paolucci

Il Resto del Carlino

«Nel volto
dell’uomo, l’immagine di Dio»

Antonio Paolucci racconta la
mostra che inaugura dopodomani a San Marino

Letizia Cini

Le opere. «Esposti sessanta capolavori
provenienti dai Musei Vaticani Un viaggio lungo 2500 anni»

Il significato. «Documentare come
gli artisti da sempre abbiano cercato di immortalare anche l’anima»

«C’È MOSTRA e mostra. Esistono
rassegne che partono dallo spirito per conquistare la mente, in questo caso è
attraverso la rappresentazione del volto umano che si arriva all’anima».
Aspetta nel fresco dell’appennino toscano il giorno dell’inaugurazione Antonio
Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, nonché presidente e curatore (con
Giovanni Gentili) dell’esposizione “L’uomo, il volto, il Mistero. Capolavori
dai Musei Vaticani”, fortemente voluta dal Dicastero per la pubblica istruzione
e cultura della Repubblica di San Marino, e allestita nei Musei di Stato da
dopodomani al 6 novembre.

La Repubblica di San Marino che chiede (e ottiene)
grandi capolavori allo Stato Pontificio: com’è nata questa singolare sinergia,
professore?
«Il motore è stata la visita di papa Benedetto XVI nella
Repubblica di San Marino e nel Montefeltro, divenuta l’occasione per portare sul
Titano i capolavori d’arte dei Musei Vaticani».

Quante e quali opere sono state
selezionate?
«Una sessantina, sceltissime, che coprono un arco cronologico
di 2500 anni: un’emozionante sequenza di tesori d’arte per sondare la
rappresentazione dell’uomo dall’antichità ai giorni nostri».

Obiettivo? «Documentare
come i più grandi maestri, da quelli greci e romani ai contemporanei, abbiano
descritto le fattezze dell’uomo e della donna, nella ricerca di evidenziare
attraverso il volto anche l’animo che costituisce, insieme ai tratti somatici, l’identità
di ciascuno».

Con un forte connotato religioso. «Il titolo, significativo, non poteva essere più
spirituale e cattolico di così. L’idea è bella: il volto inteso come mistero,
come destino. Al centro dell’esposizione c’è l’Uomo e la sua immagine, riflesso
naturale di quella paterna o materna, espressione per eccellenza dell’io, cui l’arte
da sempre ha dedicato e dedica un’attenzione privilegiata ».

L’uomocomemodello
assoluto, figlio di Dio e dunque con le sue sembianze?
«Proprio al “Volto
Santo” è dedicato l’ultimo momento dell’esposizione. Attorno alla celeberrima
immagine del Cristo acheropita del “Sancta Sanctorum” al Laterano (in mostra c’è
una copia seicentesca), abbiamo messo a disposizione dei visitatori una sfilata
di capolavori: dalla celebre tela con la Veronica, gioiello dell’inaccessibile Sacristia
Pontificia, unica immagine riproducente l’antica reliquia venerata in Vaticano
e scomparsa in seguito al sacco di Roma del 1527, alla commovente Veronica di
Pericle Fazzini, alla “Sainte Face” di George Rouault».

Fra queste c’è l’opera
che più la emoziona?
«No, la mia preferita resta senza dubbio il mosaico di
Gino Severini. Un’immagine tanto potente che per ebrei e musulmani non può
essere neppure riprodotta: nel volto di quel Gesù Cristo i richiami all’arte
Paleocristiana si uniscono all’angoscia prodotta dalla contemporaneità,
conferendogli una forza unica».

Non mancano capolavori dell’arte classica… «E
come potevano mancare? La mostra di San Marino sarà l’occasione per ammirare la
testa di Atena e il magnifico Busto di Antinoo, capolavoro della scultura del II
secolo ritrovato a Villa Adriana, a Tivoli. E poi la stupefacente testa marmorea
di guerriero con elmo di età traianea, e ancora il ritratto di Claudia Semne in
veste di Venere, datato al II secolo. Inoltre due strepitose e “modernissime” teste
estrusche in terracotta».

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