Comunicato Stampa: I giovani e il lavoro a San Marino
In questi giorni, sui giornali si sono intraviste dichiarazioni che riguardano il mondo dei giovani della Repubblica. Diverse sono le motivazioni che hanno spinto a commentare sulla situazione giovanile del paese, da un lato il comunicato congiunto che bocciava l’idea della vendita di immobili ai forensi, il quale ha destato reazioni non giustificabili ,e dall’altro le dichiarazioni di esponenti della maggioranza, una in particolare, sulla pigrizia e la poca voglia di adattamento dei giovani sammarinesi. Ovviamente, in quanto movimento giovanile, questi argomenti hanno attirato la nostra attenzione, perché è stata fatta di tutt’un’ erba un fascio, quando la situazione è invece, molto più complessa. L’economia mondiale compie passi da gigante in tempi brevissimi, e gli scenari internazionali mutano in continuazione. Il settore dell’istruzione, del no profit e dell’educazione a stento riescono a fornire una risposta concreta e a tenere il passo del cambiamento, di conseguenza i giovani vivono periodi di grande incertezza sul loro futuro, sul loro ruolo sociale e relazionale. A tutto ciò si deve aggiungere un paese come il nostro che sta radicalmente cambiando volto, ma nel quale ancora la “vecchia scuola” si tiene stretta i ruoli di potere con gli artigli, mentre una nuova primavera tenta di fiorire. In un contesto del genere vi assicuro che le nuove leve hanno serie difficoltà a gestirsi e si trovano spesso a confronto con realtà molto diverse tra loro, con lo Stato che non riesce a svolgere quel ruolo di mediatore e di guida che dovrebbe avere. Per quanto riguarda la situazione occupazionale dei giovani, il fenomeno della mancanza di volontà dei giovani nello svolgere determinate mansioni, deriva da scuole di pensiero che per anni hanno demonizzato certe professioni umiliandole e declassandole come non degne; classi intere di genitori che hanno spinto i loro figli verso professioni che ritenevano più decorose e che poi alla fine si sono rivelate fatali per il nostro paese. La non volontà di ricoprire certi ruoli, certe occupazioni è quindi figlia di anni di non curanza verso queste stesse professioni, e non possiamo pretendere un cambio di mentalità in quattro e quattr’otto, perché per reiventarsi occorre tempo, per cambiare mentalità probabilmente non basta una vita intera. Sicuramente occorre poi guardare la faccenda dal lato opposto: sono i giovani che non hanno voglia di lavorare oppure è il paese che non offre lavori all’altezza della specializzazione raggiunta dai nostri studenti? Siami sicuri che i vari governi abbiano fatto tutto ciò che era e che è in loro potere per far in modo che i cervelli sammarinesi trovassero un habitat naturale in Repubblica?
Altra considerazione fondamentale, spesso trascurata , va fatta sulla mentalità che hanno oggi i giovani. Non ci si può lamentare del mondo giovanile, quando per primi non si è un valido esempio da seguire; per più di vent’anni la politica del nostro paese ha detto determinate cose e ne ha fatte tutt’altre, per tantissimi anni si è vissuta in Repubblica l’epoca del permissivismo e della “pacca sulla spalla”; questo tipo di atteggiamento, oltre alle conseguenze dirette, che nostro malgrado abbiamo imparato a conoscere, ha portato dentro di sè per lungo tempo un seme marcio del quale oggi cogliamo l’amarezza.
Se ad esempio i partiti se ne vanno in giro predicando l’unione della famiglia, con tanto di manifesti nelle sedi, e poi si scopre che gli esponenti di quello stesso movimento sono divorziati, non solo la politica perde di credibilità, ma i giovani ricevono un esempio sbagliato, e non ci si può lamentare se improvvisamente le famiglie si sfasciano ed il numero di divorzi cresce in modo esponenziale.
“ Le tue mancanze come figlio, sono i miei fallimenti come padre” disse Marco Aurelio a Commodo nel celebre film “ Il Gladiatore”, ricordiamoci l’importanza, dunque, di spargere il giusto seme ed evitiamo di cadere dal pero accorgendoci che i nostri figli commettono gli stessi errori della generazione che li ha preceduti.
Noi Giovani Sammarinesi
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