Mario Gerevini, Corriere della Sera: San Marino con le casse vuote si affida ai ministri trentenni

Mario Gerevini, Corriere della Sera: San Marino con le casse vuote si affida ai ministri trentenni

Corriere della Sera

San Marino con le casse vuote si affida ai ministri trentenni 

Banche in sofferenza e stipendi pubblici a rischio. Tre mesi per evitare il peggio

Banche cariche di crediti in sofferenza e stipendi pubblici sempre più a rischio. Tre mesi per evitare il peggio: il Titano potrebbe essere costretto a chiedere un prestito. La missione del nuovo governo di San Marino e dei giovani ministri Simone Celli e Andrea Zafferani

di Mario Gerevini

San Marino. Casse dello Stato vuote. Crescita modesta dell’economia. Banche stracariche di sofferenze e alcune a rischio sopravvivenza. Guerra per bande nel sistema finanziario. Tre mesi e poi si capirà se San Marino riuscirà a cavarsela da solo o, com’è probabile, dovrà andare sul mercato a farsi prestare i soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici. E forse per salvare qualche banca.
Ma c’è anche una notizia buona: al nuovo governo, insediatosi da meno di due mesi, ci sono facce nuove e molti giovani ministri (chiamati Segretari di Stato, stipendio di 4 mila euro netti al mese). I responsabili dei ministeri chiave per l’economia e le finanze, Simone Celli e Andrea Zafferani, hanno 68 anni in due, nessuna complicità con il passato e sintonia con la banca centrale nell’opera di trasparenza e pulizia. Di fatto è in corso un passaggio generazionale nel momento più drammatico dell’economia sammarinese. Banche e bilancio pubblico sono i due dossier sul tavolo, indissolubilmente legati.
«Purtroppo a giugno potrebbe verificarsi uno shock di liquidità dello Stato», ha detto il ministro delle Finanze Celli, 34 anni, in un incontro pubblico quattro giorni fa, senza più nascondere la polvere sotto i tappeti. Rimarrà appena un milione. È dunque vitale ricostituire le riserve di liquidità, prosciugate nel recente passato, per far girare la macchina pubblica, garantire i servizi sanitari. A tutti gli effetti è una situazione di emergenza, tanto più che l’economia cresce a ritmo lento (0,5% nel 2015, 1% nel 2016). E in più San Marino, oltre agli onori deve sopportare anche i costosi oneri dell’essere uno Stato sovrano. Uno per tutti: il corpo diplomatico. Dunque? Non c’è via d’uscita, il ricorso a prestiti esterni dovrebbe essere una strada obbligata. Poi, con maggior respiro, il nuovo governo potrà varare le riforme per una «nuova» San Marino, non più ostaggio delle banche che davano sponda a evasori e riciclatori. Per fortuna il rapporto debito/pil (22%) garantisce margini di manovra.
Ma le banche restano un gigantesco punto interrogativo. Il presidente della banca centrale sammarinese, l’egiziano Wafik Grais, nominato meno di un anno fa, entro un mese dovrebbe avere in mano i risultati dell’Asset quality review, l’analisi da cui emergerà la cifra dei crediti deteriorati. Non dovrebbe essere lontana dai due miliardi, già ipotizzati l’estate scorsa. Un’enormità per San Marino: equivale a 160 anni di stipendi della pubblica amministrazione. La partita sugli npl è decisiva e i nervi sono scoperti. Grais si è fatto molti nemici, tant’è che ha denunciato anche «minacce e intimidazioni inaccettabili» indirizzate alla banca centrale. Pochi giorni fa è stata commissariata Asset Banca, il più importante istituto privato che tra i vari soci annovera Romano Cenni e Luigi Valentini, indagati per la bancarotta fraudolenta della Mercatone Uno.
Al termine dell’Aqr emergerà inevitabilmente un’esigenza di capitali. Ma lo Stato non ha soldi per i salvataggi «privati». E comunque non è uno scherzo trovarsi con le casse vuote ed essere l’azionista di riferimento dell’unica banca sistemica, la Cassa di San Marino. Lì dentro, lo confermerebbero anche le ultime indiscrezioni, «giacciono» quasi la metà dei crediti deteriorati. Tocca ai giovani ministri raccogliere la sgradita eredità, far pulizia e ripartire.

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