Rimini. ‘Rimetti in moto l’Africa’ al Tuareg Rallye per aiutare i bambini

Rimini. ‘Rimetti in moto l’Africa’ al Tuareg Rallye per aiutare i bambini

RIMINI. Solidarietà e sport si uniscono per i più piccoli. Due passioni, l’Africa e la moto, al servizio dei bambini che hanno sofferto e che sognano un futuro diverso. Ci saranno anche i fratelli Maurizio e Stefano Trovanelli, fondatori dell’associazione “Rimetti in moto l’Africa” alla prossima edizione del Tuareg Rallye, in programma in Marocco dal 18 al 25 marzo.

Comunicato stampa

Un appuntamento che servirà per far conoscere l’attività dalla Onlus nata per fornire assistenza ai bambini che hanno perso uno o più arti – per incidenti, malattie o lesioni provocate da esplosioni o armi da fuoco in zone di guerra – consentendo loro di essere sottoposti a interventi per l’inserimento di protesi e cercando di alleviare le sofferenze che derivano dalla condizione di disabilità in paesi come quelli africani non attrezzati per sostenere e supportare i bambini in questa condizione. Per sostenere l’autonomia della onlus, i volontari sono impegnati a raccogliere fondi anche anche attraverso viaggi sportivi, come appunto il Tuareg Rallye e la Transitalia Marathon, evento di carattere nazionale che parte proprio da Rimini.

L’avventura di Maurizio e Stefano Trovanelli inizia nel 1986, quando i due fratelli affrontano il loro primo viaggio in moto in Africa assieme al padre Aldo e all’amico Massimo Montebelli. L’anno successivo purtroppo Maurizio subisce l’amputazione della gamba destra a seguito di un incidente in moto, evento che inevitabilmente gli cambia in modo radicale la vita. Inizia a camminare con una protesi, che viene realizzata dal Centro Ortopedico RTM di Budrio attraverso l’Associazione “Alex Zanardi” Bimbingamba Onlus. Un incontro da cui nasce una collaborazione che negli anni è cresciuta e sbocciata.

Nel 2013 infatti Maurizio, insieme al fratello Stefano e a due volontari, il dottor Michele Sintini e l’amico Gabriele Spadoni, decide di mettere a disposizione la sua esperienza personale e di partire per il Senegal con lo scopo di aiutare i bambini con amputazioni agli arti. Nello stesso anno organizza un viaggio in moto, da Rimini a Dakar (“Rimini Dakar 27 anni dopo”, patrocinata dal Comune di Rimini) con l’obiettivo di individuare i bambini bisognosi di protesi e di raccogliere fondi per Bimbingamba. Insieme ad un amico senegalese, i volontari di Rimetti in Moto L’Africa fissano un appuntamento all’ospedale di Keffrine in Senegal, dove si presentano numerosi bambini con amputazioni. Facendo fotografie e creando una scheda anagrafica di tutti, i dati vengono riportati in Italia, dove vengono sottoposti all’attenzione dei sanitari di Bimbingamba, i quali decidono se è possibile intervenire.

Cinque sono i primi bambini individuati, e tre vengono assistiti personalmente dai volontari di Rimetti in Moto L’Africa: Cisse, Saliou e Signate. Cisse ha subìto l’amputazione bilaterale delle gambe dopo essere stato travolto da un camion; incidente simile per Sene Serigne Saliou, a cui è stata amputata la gamba sinistra. Signate Khadidiatou invece è una ragazza che ha perso la gamba sinistra a seguito di un’esplosione di una mina durante la guerra civile in Casamance.

I risultati delle protesi sono sorprendenti: ad oggi i tre bambini sono tornati a camminare con risultati oltre ogni aspettativa, ma l’assistenza di cui necessitano continua in quanto le protesi vanno modificate in funzione della crescita. Ciò comporta che questi pazienti tornino regolarmente al Centro Ortopedico RTM di Budrio, ma anche che vengano assistiti in tutte le fasi dell’assistenza prima, durante e dopo l’inserimento della protesi.

“Abbiamo collaborato con Maurizio e Stefano già in passato, conosciamo la passione che li muove – sottolinea l’assessore allo Sport Gian Luca Brasini – Come Amministrazione cerchiamo il più possibile di dare il sostegno a iniziative consolidate e concrete come queste, dove lo sport si coniuga con la solidarietà. Iniziative e progetti che portano risultati concreti e tangibili. Vogliamo far conoscere questa realtà e sollecitare aziende, privati, fondazioni della nostra città a sostenere Rimetti in moto l’Africa e contribuire alla riuscita delle loro attività”. “Io e mio fratello abbiamo viaggiato tanto in Africa, conosciamo bene quella realtà – sottolinea Maurizio Trovanelli – Per questo mi è venuto spontaneo aiutare quei bambini che vivono il mio stesso problema e che ora possono muoversi con l’ausilio della protesi. Girando il continente abbiamo trovato realtà estreme, drammatiche, davanti alle quali non potevamo rimanere indifferenti. Oltre ad aiutare i bambini che vengono sottoposti all’impianto di protesi, seguendoli prima e dopo l’intervento, cerchiamo anche di risolvere i problemi che si presentano nelle loro comunità di origine, valutiamo le condizioni dell’ambiente in cui vivono”.

L’associazione Rimetti in Moto L’Africa, che si è costituita formalmente il 28 gennaio 2016, si focalizza infatti sull’assistenza prima, durante e dopo il soggiorno dei bambini provenienti dall’Africa, svolgendo tutte le pratiche logistiche per l’organizzazione del viaggio, fornendo vitto e alloggio durante il soggiorno, accompagnando i pazienti a regolari visite di controllo e monitoraggio delle protesi, e infine riaccompagnandoli e agevolando il loro reinserimento nella comunità. Ma non solo. Interviene anche sull’infrastruttura locale per agevolare la deambulazione dei bambini con protesi, oltre che per garantire la fornitura di acqua pulita e di servizi igienici adeguati per disabili (costruzione pozzi, servizi sanitari appositi, ecc.). “Il prossimo progetto – annuncia Maurizio Trovanelli – è quello di realizzare un progetto agricolo affinché il villaggio di Signate possa autosostenersi dal punto di vista alimentare”.

L’assistenza a Cisse, Saliou e Signate ha comportato un costo complessivo a carico dei volontari di Rimetti in Moto L’Africa di circa 30mila euro annui circa. “E’ una grande responsabilità – sottolinea Stefano Trovanelli – ma che ci regala anche una gioia enorme. I costi che sosteniamo per l’assistenza ai bambini sono tanti, ma per intervenire in maniera concreta nei villaggi basta anche un piccolo contributo. Non dimentichiamo che, in Africa, a un bambino basta un euro al giorno per mangiare”.

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