San Marino. Governo, MDSI: “Dov’è il cambiamento promesso?”

San Marino. Governo, MDSI: “Dov’è il cambiamento promesso?”

SAN MARINO. Per il Movimento Democratico San Marino Insieme l’impegno elettorale di cambiamento professato dal nuovo escutivo è stato completamente disatteso. Nessuna presa di distanza dalle metodologie dei precedenti esecutivi: “azioni e parole che contrastano in modo stridente con un’attualità fatta di continue regressioni in campo economico e sociale”.

2 mld di Npl: “Non possono prendere la strada del Granducato” 

Nella Grotta del Lupercale il fauno Luperco, ed i suoi aruspici, purificano Consigli di Amministrazione bancari con suadenti strategie di comunicazione per stabilire nuove posizioni dominanti nel settore bancario. Circa due miliardi di euro di Crediti Deteriorati stimati, di cui solo una piccola percentuale sarebbero quelli realmente esigibili. Una cifra a cui il nostro paese non può rinunciare, non possono prendere la strada del Granducato. Ne abbiamo bisogno, per non ricorrere all’indebitamento estero. Non possiamo lasciarli nelle mani della finanza speculativa internazionale. Sono il futuro dei nostri figli. Non commettiamo nuovamente l’errore di pensare di dare dignità al nostro paese, con la continuazione del modello della piazza finanziaria. Questo modello ha tolto dignità al nostro paese.

“Orientare il Paese verso l’Economia Circolare”

Dov’è il cambiamento promesso. Nella continuazione del modello economico lineare, che distrugge materie prime che non abbiamo, che mette in pericolo la salute dei cittadini. Il cambiamento non si fa con cogeneratori, boiler e colate di cemento, anche se di lusso, rimangono colate di cemento. Il cambiamento si fa orientando il paese verso l’Economia Circolare un modello economico rigenerativo delle risorse utilizzate. Un modello ideale per il nostro paese e non solo se si pensa che l’Unione Europea ha investito in progetti orientati verso questo modello economico 320 miliardi di euro. Colossi produttivi stanno investendo in questo nuovo modello economico, per adeguare le loro linee produttive. E noi, perché non pensare di attrarre investimenti, facendo diventare il paese un laboratorio dove sperimentare e far crescere le nuove metodologie necessarie al modello economico circolare. Questo rappresenterebbe un vero cambiamento, piuttosto che continuare a dare asilo a biscazzieri il cui solo impegno è quello di speculare nei mercati finanziari e nel settore bancario, sclerotizzando la sua importante funzione di sostegno allo sviluppo sociale ed economico. (…)

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