San Marino. A Villa Manzoni successo di pubblico per la serata con Giancarlo De Cataldo

San Marino. A Villa Manzoni successo di pubblico per la serata con Giancarlo De Cataldo

SAN MARINO. Successo di pubblico per l’incontro a Villa Manzoni con Giancarlo De Cataldo. L’autore di “Romanzo criminale” ha raccontato la mala romana, la sua esperienza di giudice, un affresco storico politico della storia recente italiana.

Comunicato stampa

“Io pensavo di aver scritto un grande affresco storico-politico su 15 anni di storia italiana e mi sono ritrovato con le magliette e i gadget con su scritto “Io sono il Libanese”. Giancarlo De Cataldo – ospite del terzo appuntamento del Salotto di Villa Manzoni promosso da Ente Cassa di Faetano – non è soltanto un giudice della Corte d’Assise di Roma, uno scrittore, sceneggiatore, traduttore, ma è soprattutto un uomo di grandissima cultura e di profonda generosità, che con il pubblico condivide la sua esperienza di vita. E il pubblico lo adora.

Il suo “Romanzo criminale”, ma anche “Sburra”, “La notte di Roma”. “Nero come il cuore”, “Onora il padre” raccontano una società in cui è difficile indentificare chi detenga il potere e il modello criminale ha sempre un fascino ineludibile. Mai avrebbe immaginato che il suo libro potesse diventare un fenomeno sociale, tanto più che l’editore gli aveva detto: “Non si venderà neanche una copia”. E invece, non solo il libro continua a vendere, ma continuano a vendere anche tutti i successivi. Senza contare il successo del film e dei serial tivù. “Non immaginavo non solo questo – spiega De Cataldo – ma anche che alla fine scrivere quel libro mi avrebbe cambiato la vita, trasformandomi da scrittore conosciuto solo da qualcuno, a scrittore conosciuto da tanti. No, non immaginavo niente di tutto questo. L’unica cosa che posso dire è che mi ricordo quel periodo come un periodo di trance, in cui ero comunque posseduto dalla scrittura e avevo giurato a me stesso che avrei detto nel libro tutto quello che avevo da dire, che lo avrei fatto al massimo e che se non fosse andato bene non avrei mai più scritto niente.”

Come sappiamo, la storia racconta ben altro.
Come concilia le due anime? “Benissimo, grazie. Non mi dispiace finire sotto i riflettori come scrittore, lo detesto come magistrato. Penso che il cittadino a cui capita di imbattersi nel mondo giudiziario si possa sentire sicuro ad essere giudicato da una persona che ha consegnato le sue ambizioni alla scrittura, che esercita il suo mestiere con distacco e senza la smania di apparire in toga.”
E come si può raccontare il male sempre mantenendo un magnifico sguardo umano?
“Estrapolo l’inciso senza mai giudicare. Da professionista del giudicare, mi prendo, come scrittore, la sovversiva libertà di non schierarmi.” Tante le domande dal pubblico in conclusione della serata e la fila per gli autografi. Per l’Ente Cassa Faetano, che promuove il salotto letterario, un’altra grande serata da inserire in un palmares che diventa sempre più prestigioso.

de cataldo a villa manzoni

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