San Marino. Pedini Amati e Ciavatta: “Le ragioni della nostra assenza in Commissione Finanze”

San Marino. Pedini Amati e Ciavatta: “Le ragioni della nostra assenza in Commissione Finanze”

SAN MARINO. Che senso ha convocare una commissione “non già per audire l’associazione bancaria, quanto per decidere se convocarla?”

E’ l’interrogativo che Federico Pedini Amati e Roberto Ciavatta, Consiglieri di RETE e MDSI, hanno posto in una lettera aperta a Tony Margiotta, Presidente della Commissione Consiliare III, con l’invito a leggerla all’inizio dei lavori della riunione odierna. Nella missiva i due Consiglieri evidenziano le ragioni della loro assenza durante i lavori odierni della Commissione Finanze. A fronte di una opposizione compatta che ne aveva fatto richiesta già lo scorso 30 maggio 2017: “tutti i membri di opposizione della Commissione hanno indetto una conferenza stampa in cui spiegare le ragioni e l’urgenza di tale richiesta: in una fase straordinaria e complessa come quella che stanno vivendo il nostro paese e il suo sistema finanziario, permettere ai membri della Commissione Consiliare che, per suo mandato, è tenuta a prendere decisioni su tali tematiche di confrontarsi -oltre che con i vertici di Banca Centrale- anche con coloro che rappresentano il sistema finanziario, ci pareva e ci pare ancora indispensabile per potersi fare un’idea completa, non di parte”.

(…) Spettabile Presidente, sappiamo bene che la richiesta di audire un’associazione privata, come quella bancaria, è fatto irrituale (per quanto vi siano dei precedenti).
Ma che cos’è rituale oggi, quando il direttore di BCSM si definisce lo sceriffo di San Marino, l’unico a perseguire il rispetto delle leggi? Che rispetto (ad esempio verso la magistratura) dimostra tale affermazione?
Che ritualità intravvede in commissariamenti privi di motivazioni?
Che ritualità nell’eliminazione della voce dell’opposizione più numericamente consistente della storia di questo paese da ogni organo che possa controllare l’operato del governo sul sistema bancario?
Che ritualità quando una crisi patrimoniale viene trasformata (con dolo o per imperizia poco conta) in una grave crisi di liquidità che ci espone verso misure drastiche che favoriranno delle parti colpendone altre?
Che ritualità intravvede nel favorire alcune banche, alcuni proprietari di banca più o meno occulti, colpendo tutti gli altri per tutelarne gli interessi privati?
Per queste ragioni, spettabile Presidente e colleghi commissari, ribadiamo l’intenzione dei commissari di Democrazia in Movimento di non partecipare a questa convocazione. Chiediamo che i commissari restituiscano il gettone che percepiranno per un dibattito inutile. (…)

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