San Marino. Gian Matteo Zeppa: “Fare sistema al di la’ delle ideologie”

San Marino. Gian Matteo Zeppa: “Fare sistema al di la’ delle ideologie”

Andrea Lattanzi – La Serenissima: IL TITANO ALLO SPECCHIO / Zeppa suona la carica: “Governo lontano dalla realtà, Rete non molla” / Il consigliere del movimento civico invita ad andare oltre le ideologie e fare sistema

SAN MARINO. “Non siamo più quelle persone che urlavano in piazza; i cappelloni, i tatuati o con gli orecchini. Evidentemente l’abito non fa il monaco e le valutazioni che la cittadinanza svolse nel novembre 2016 vanno ben oltre. A noi non interessa essere precursori di qualcosa o essere coloro che piantano le bandierine: noi proponiamo idee per poter migliorare il Paese, condividendole con i cittadini. Possono piacere o meno, ma credo che il confronto ‘non a giochi fatti’ come stanno attuando ancora, sia la cosa migliore, per consentire alla cittadinanza di avere un peso sostanziale. Siamo eletti da essa, ma non superiori, anzi”.

Con queste parole Gian Matteo Zeppa commenta la notevole crescita di consensi per Rete da quando è stato istituito il movimento. Lo stesso Zeppa, in questa intervista, ci racconta la sua scelta di entrare nel mondo politico sammarinese oltre a fornire più di una soluzione per poter spazzare via i problemi presenti nel Paese. (…)

Cosa bisognerebbe fare per evitare che la situazione peggiori?

“Bisogna fare sistema, al di là delle ideologie che non moriranno mai, ma il governo sembra non essere favorevole a questo concetto basico continuando a non confrontarsi con l’opposizione, parti sociali, associazioni di categoria e cittadinanza, per discutere del futuro di San Marino. Se fossimo andati noi al governo, avremmo chiesto aiuto molto tranquillamente per risolvere assieme i problemi del Paese. Siamo di fronte a un mutamento radicale del sistema. Impossibile pensare di essere i latori di una onniscenza autoreferenziale. Qualcuno ha fatto i danni negli anni precedenti, e questo è evidente. Ma continuare a farlo, spacciandosi per i nuovi, è diabolico. A rimetterci, purtroppo, saranno i cittadini”. (…)

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