San Marino. Trattative fra Credito Industriale Sammarinese e finanzieri arabi

San Marino. Trattative fra Credito Industriale Sammarinese e finanzieri arabi

SAN MARINO. Milano Finanza: Credito: le mani degli arabi su San Marino (MF)

MILANO (MF-DJ)–Dapprima il Qatar. Poi gli Emirati Arabi Uniti. Il mondo arabo ha messo gli occhi sul traballante sistema bancario di San Marino. L’antica Repubblica non e’ piu’ quell’isola felice degli anni 80-90. Al punto che l’ex Segretario di Stato, Iro Belluzzi, lo aveva pubblicamente denunciato lo scorso 19 aprile in Consiglio Grande e Generale. “Per ricapitalizzare il sistema bancario saranno necessari 5-600 milioni di euro”. Dichiarazione mai smentita dal governo del Monte Titano che gia’ deve far fronte alla tegola dei non perfoming loan (quasi 2 miliardi di euro) che affliggono le banche locali. Come porre rimedio a questa crisi che sta portando, per la prima volta nella storia, a una uscita di capitali dalla Repubblica? Una prima soluzione puo’ essere la vendita di uno degli istituti piu’ in difficolta’, ovvero il Credito Industriale Sammarinese. La banca che fa riferimento di fatto all’immobiliarista e costruttore Marino Grandoni (la catena di controllo parte dalla lussemburghese Leiton Holding e arriva a Banca Partners spa) potrebbe presto passare di mano. Perche’, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza in ambienti politici e istituzionali, lo scorso weekend si sarebbe giunti all’atto finale della trattativa. La controparte e’ rappresentata dagli Emirati Arabi Uniti.

Marcello Bussi e Andrea Montanari: Serio interesse degli emirati arabi il Credito Industriale Sammarinese / Mani arabe sul Monte Titano / Lo scorso weekend summit al Grand Hotel di Rimini per definire la cessione dell’istituto in crisi, che era finito anche nel mirino del Qatae. Caos istituzionale nella Repubblica

Da San Marino Rtv la conferma della notizia:  A confermarlo lo stesso Marino Grandoni, figura di riferimento del Credito Industriale che detiene oltre l’85% del pacchetto azionario attraverso Banca Partner. Per chiudere l’accordo servono le autorizzazioni di Banca Centrale, la garanzia della tutela dei posti di lavoro – spiega Grandoni, che assicura un rilancio importante dell’azienda. Il management, punto di forza della banca, verrà riconfermato. “Si tratta di imprenditori importanti dell’Arabia Saudita – spiega – con i quali collaboriamo spesso e che come tutti i grandi imprenditori guardano alle banche sane”. Legge come positivo l’interesse verso il paese, una risposta concreta all’internazionalizzazione di cui si parla spesso. Una volta raggiunta la firma l’istituto si aprirà a nuovi mercati. “Per affrontare le sfide – continua Grandoni – occorrono partner forti, grandi risorse, le chiacchiere non servono”. Massimo riserbo sull’aspetto economico dell’operazione anche se non nasconde la grande soddisfazione. Il gruppo opera in tutto il mondo in diversi settori, fra cui l’ingegneria. “Un segnale di fiducia – aggiunge – che sicuramente rilancerà l’economia e l’intero comparto”. Della questione se ne è occupato anche il quotidiano economico Milano Finanza che ha svelato incontri riservati al Grand Hotel di Rimini.

Non si tratterebbe dunque di  finanzieri degli emirati arabi ma dell’Arabia Saudita. 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy