San Marino. Cresce il numero di velivoli che scelgono la ‘targa’ sammarinese. Il Resto del Carlino

San Marino. Cresce il numero di velivoli che scelgono la ‘targa’ sammarinese.  Il Resto del Carlino

Il Resto del Carlino

Efficienza e poca burocrazia, 150 aerei immatricolati sul Titano

Cresce il numero di velivoli che scelgono la ‘targa’ sammarinese

Monica Raschi

SONO quasi 150 (146 per l’esattezza) gli aerei che hanno deciso di registrarsi sul Titano ed avere così la ‘targa’ T7, la sigla internazionale di riconoscimento per gli aeromobili immatricolati a San Marino.
Una flotta di tutto rispetto per la Città-Stato che, naturalmente, aspira anche a fare meglio partecipando alle grande fiere mondiali per promuovere questa importante iniziativa non solo per la Repubblica ma anche per il circondario.
Una svolta importante avvenuta attraverso l’accordo di una importante società di Miami per la gestione dei grandi aerei che ha così permesso di lanciare il registro aereo sammarinese nel grande mercato.
E i gli ottimi risultati non si sono fatti attendere attirando immatricolazioni sia da privati che da società commerciali.
I proprietari degli aeromobili o delle società di appartenenza di questi sono di varia nazionalità: libanesi, cittadini degli Emirati Arabi, svizzeri , nigeriani, serbi, ma non mancano tanti europei.
La scelta di San Marino come luogo di immatricolazione non sarebbe dettata tanto dalle agevolazioni fiscali dai servizi che un piccolo Stato può offrire in termini di velocità per quanto riguarda le pratiche burocratiche, la grande competenza del personale e tante altre formalità che possono essere evase con maggiore celerità.
Senza contare la serie di ispettori e tecnici che possono essere reperite in molte parti del globo, senza necessariamente far partire il personale dal quartier generale sammarinese dell’Aviazione.
Intanto il registro ha aperto anche un’altra sede, questa in Sardegna, sulla Costa Smeralda. E tutto fa pensare che l’espansione di questa eccellenza sammarinese sia destinata ad espandersi in altre parti del mondo.

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