San Marino. Minoranze, prima battaglia persa. Oggi si prova col ‘colpo’ di piazza

San Marino. Minoranze, prima battaglia persa. Oggi si prova col ‘colpo’ di piazza

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SAN MARINO. Sconfitte alla prima battaglia, le opposizione attendono la giornata di oggi per cercare di assestare il colpo “mortale” al Governo riformista. Ieri, infatti, il primo, grande, assalto è stato respinto. In Consiglio la maggioranza, con 33 No, ha alzato il muro difensivo e rigettato al mittente la mozione di sfiducia  presentata, nei confronti del segretario alle Finanze, Simone Celli, dai gruppi del Pdcs, Psd, Ps, Rete e MdSi: per loro 22 sono stati i voti a favore. Dunque, alla prova di forza delle minoranze, la coalizione di Adesso.sm ha tirato fuori i muscoli e mostrato tutta la sua compattezza.

Diverse le accuse contenute nella richiesta di dimissioni: si va dalla non sostituzione di Romito a presidente del cda di Cassa di Risparmio, all’approvazione del passaggio di Asset senza tener conto dei risultati Aqr e senza la Centrale Rischi, fino al disinteresse delle valutazioni contenute nell’ordinanza del tribunale sul commissariamento di Asset banca e al ruolo attribuito, proprio a Bcsm, paragonata quasi ad un potere dello Stato. “Nell’ambito delle sue responsabilità – attacca Pasquale Valentini (Pdcs)- Celli ha disatteso più volte le delibere del Consiglio avallando decisioni oltre il limite dei suoi poteri. Inoltre, da segretario di Stato non ha preso posizioni pubbliche circa le inopportune e inqualificabili dichiarazioni del direttore di Savorelli sui ocial”. E ancora le gravi conseguenze economiche, le fuoriuscite della liquidità, la sfiducia nel sistema da parte delle imprese e un crescente livello di esposizione dello Stato verso rischi di sistema per cui nella stessa maggioranza, prosegue Valentini “ci sono segni di un disallineamento tra i suoi componenti e le posizioni di Celli in Congresso di Stato”. (…)

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