San Marino. “Solidarietà alla nazionale Catalana”

San Marino. “Solidarietà alla nazionale Catalana”

SAN MARINO. Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’Associazione Mazziniana di San Marino, che interviene dopo le ultime vicende avvenute in Catalogna. 

[C.S.] L’Associazione Mazziniana della Repubblica di San Marino esprime solidarietà alla nazione Catalana augurando al suo Popolo di poter presto coronare la propria rivendicazione ultrasecolare di un assetto istituzionale repubblicano e libero e altresì biasima fortemente lo Stato spagnolo per i metodi violenti e dispotici utilizzati e i rappresentanti dell’Unione Europea che li hanno condivisi e nella sostanza sostenuti, nonostante fossero perpetrati già dal 20 settembre 2017 da uno Stato membro con i primi arresti e le prime bastonature politiche.

Non possiamo dimenticare che alla Camera Alta di Madrid, ben prima del giorno del referendum gli esponenti di Esquerra Republicana de Catalunya denunciavano con la senatrice Laura Castel che “di fronte alla democrazia, rispondono con repressione e violazione dei diritti fondamentali” o ancora quando sempre la senatrice repubblicana ha accusato il governo Rajoy, sostenendo ben prima del giorno del referendum che “mentono quando dicono che l’organizzazione di un referendum non costituzionale è un crimine, poiché il diritto di autodeterminazione ha una copertura giuridica in vari trattati internazionali ratificati dalla Spagna, come la Carta delle Nazioni Unite” e ancora:”non si può costringere una nazione intera a convivere con la forza in uno Stato, non si può governare un popolo, senza ascoltare la sua volontà”.
A chi ritiene che i Catalani debbano desistere da quest’azione, per la necessità di lavorare ad uno Stato federale spagnolo repubblicano, replichiamo citando un altro senatore di Esquerra Republicana de Catalunya, Elisenda Pérez in un intervento precedente al referendum sempre alla Camera Alta di Madrid:”La Catalogna ha cercato di essere quello che è e come voleva essere in Spagna, ma abbiamo trovato un muro di incomprensione e di negazione”. Circa l’illegalità del referendum, a cui si appellano in tanti in Europa per lasciare la questione Catalana al metodo franchista previsto dalla Costituzione che lo stesso Franco, se vivo, avrebbe votato, sempre un senatore repubblicano, Quim Ayats, sostenne prima del refendum e purtroppo solo noi lo riportiamo, che:”la votazione non è illegale. Ciò che è illegale è intervenire nella Generalitat della Catalogna come hanno fatto, applicando l’articolo 155 senza portare questo provvedimento all’esame del Senato”.
In definitiva non possiamo che solidarizzare con i fratelli Catalani, che con la loro piccola Patria anelano oltre che alla Repubblica, anche all’inserimento della stessa in una federazione dei Popoli Europei. E d’altra parte ancora, come si fa, con un’Europa i cui Stati più importanti, virano sempre più nell’interesse della grande finanza internazionale, a non sostenere una nazione che vuole chiudere i conti con il subito stato totalitario a favore di una democrazia? Troppo facile liquidare la questione come un semplice atto d’egoismo senza storia e credibilità. Non è certo per ambizioni personali o stupidità che anziani, giovani, vigili del fuoco e tanti spagnoli (visti manifestare in altre città della Spagna sulla BBC e oscurati in Italia e a San Marino), che tanti di costoro si sono fatti picchiare, arrestare e dimostrare che solo con la violenza li si poteva contrastare dall’espressione del proprio voto. Un’ultima considerazione: è comune vulgata sui media europei che in fondo ha votato solo il 42% dei Catalani per la repubblica indipendente, quasi a sminuire il dato percentuale con l’appoggio delle manifestazioni della domenica degli unionisti realisti giunti solo in qualche migliaio da tutta la Spagna per dire che non tutti vogliono la Catalogna indipedente e repubblicana. Mai lettura fu più fuorviante. Quel 42% infatti è costituito da chi ha deciso di andare a votare pur sapendo che c’erano in giro 7000 militari della Guardia Civil che li avrebbero potuti arrestare o manganellare. In queste condizioni, confermate durante la giornata del voto da tutte le emittenti internazionali per le brutalità occorse ai seggi e per le strade, è normale che almeno un altro 40% sia rimasto a casa per paura di essere arrestato o manganellato.
Quindi rivolgiamo il nostro più solidale saluto ai Repubblicani Catalani con il modo che tra loro si conviene e che ci onora usare in quest’occasione,
Salute e Repubblica

Per l’Associazione Mazziniana della Repubblica di San Marino
Il Presidente
ing. Epifanio Troina

 

 
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