Rimini. Il vicesindaco Gloria Lisi sulla condanna a Butungu

Rimini. Il vicesindaco Gloria Lisi sulla condanna a Butungu

RIMINI. Il vicesindaco Gloria Lisi, il giorno dopo la condanna a 16 anni di carcere nei confronti di Guerlin Butungu, uno dei responsabili degli stupri di Miramare dello scorso agosto, è intervenuta pubbblicamente attraverso un comunicato stampa. “Si chiude una vicenda che ci ha ferito profondamente”, ha commentato.

[c.s.] Dopo meno di tre mesi da quella terribile notte, ieri è stato messo un punto fermo su una delle pagine più tristi vissute di recente dalla nostra comunità. La condanna a sedici anni di uno dei responsabili degli stupri di Miramare dell’agosto scorso consente di chiudere una vicenda che ci ha ferito profondamente, sia come amministratori sia dal punto di vista umano; impossibile dimenticare gli sguardi dei giovani polacchi e della peruviana all’indomani di quella violenza cieca e terribile. Una giustizia quindi che attraverso le sue istituzioni ha agito celermente, così come altrettanto rapida è stata l’individuazione e poi l’arresto del branco che si è macchiato di questo crimine così orrendo. Mai come in questa occasione l’intero sistema ha dato prova di efficienza, capacità, impegno e dedizione, nel fermare i colpevoli prima e nell’emettere un giudizio poi. Per questo voglio ringraziare a nome dell’amministrazione comunale gli investigatori, gli inquirenti, il tribunale e tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito a far sì che le vittime avessero giustizia. E tra le vittime includo anche la nostra comunità, anch’essa ferita brutalmente da questa violenza – come peraltro è stato riconosciuto anche formalmente dalla sentenza – e che ha avuto giustizia. Non c’è condanna che potrà cancellare il dolore delle tre vittime, non c’è sentenza che potrà risarcire loro e la nostra comunità, ma in mezzo a tanta sofferenza il segnale di speranza è quello di una città che attraverso tutte le sue componenti ha saputo reagire, prima mostrando la propria concreta vicinanza alle vittime, poi individuando e giudicando i colpevoli, riconsegnando all’intera comunità il senso di giustizia”.

 

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