Rimini. Progetto “La casa che vorrei”

Rimini. Progetto “La casa che vorrei”

Rimini 17 novembre 2017
comunicato stampa

Progetto “La casa che vorrei”: il Comune di Rimini partecipa al bando regionale per favorire l’autonomia abitativa delle donne vittime di violenza. Il vicesindaco Lisi: “Il primo passo per ricostruire la propria vita in piena libertà”

Un percorso per favorire l’autonomia di donne vittima di violenza che stanno ricominciando una nuova vita, partendo dal primo punto fermo: la casa. E’ volto a favorire l’autonomia abitativa per le donne vittime di violenza il bando pubblicato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del piano d’azione straordinario contro la violenza di genere e a cui parteciperà anche il Comune di Rimini attraverso un progetto ribattezzato “La casa che vorrei” che coinvolge anche l’associazione Rompi il Silenzio, l’Asp Valloni Marecchia e Acer Rimini.
Il progetto intende favorire non solo l’autonomia abitativa ma anche l’instaurazione di rapporti di mutuo aiuto ed è rivolto a dieci donne vittime di violenza e ai sei figli minori. Il piano prevede l’individuazione di una abitazione in cohousing, all’interno della quale donne con figli possano trovare sia spazi di autonomia sia spazi condivisi (cucina e salotto), funzionali a garantire la socializzazione e lo sviluppo di rapporti di amicizia e sostengo reciproco, favorendo anche una maggiore flessibilità nei tempi di lavoro e di cura familiari, in un’ottica di potenziare l’autonomia della donna. Saranno inoltre individuate otto abitazioni monucleari destinate a donne che hanno già avviato un percorso di vita autonoma, che hanno un impegno lavorativo compatibile con gli impegni familiari o che possono già contare su una rete di supporto per conciliare i tempi di lavoro con quelli di cura dei figli. Le abitazioni mononucleari sono inoltre destinate a donne senza figli che hanno necessità di uscire dal proprio contesto familiare e che sono in grado di sostenere il costo dell’affitto. Nell’individuazione degli appartamenti e delle case saranno coinvolti Acer – Rimini e Asp Valloni Marecchia, che si occuperanno del reperimento degli alloggi e dell’assistenza per le incombenze successive legate alla stipula dei contratti di affitto e alla verifica delle conformità e licenze edilizie. Non si esclude tuttavia la possibilità, per le donne individuate dal progetto, di provvedere in autonomia all’individuazione dell’abitazione sul libero mercato. Il Comune di Rimini destinerà il contributo regionale al finanziamento del pagamento dell’affitto per il periodo massimo di 12 mesi, oltre all’allacciamento delle utenze, le spese condominiali e le eventuali ulteriori spese ritenute indispensabili alla donna per potersi trasferire nell’appartamento individuato, fino ad un massimo di 8.000 euro per ciascuna donna, come previsto dall’avviso regionale. Il progetto ha un costo complessivo di 95.000 euro dei quali 80.000 quale contributo dalla Regione Emilia Romagna e 15.000 a titolo di co-finanziamento tra Comune, Asp Valloni, Acer e Associazione Rompi il Silenzio. “Riacquistare o conquistare per la prima volta la piena autonomia e o l’autosufficienza è uno degli aspetti più importanti, se non il principale, di una donna che riesce a riprendere il controllo della sua vita dopo un’esperienza traumatica come il subire violenze e abusi – sottolinea il vicesindaco con delega alle pari opportunità Gloria Lisi – Soprattutto nei casi in cui la mano che colpisce è quella del compagno o dell’ex compagno, la donna è costretta ad annullarsi, a vivere in funzione del suo carnefice, a dipendere da lui in tutto e per tutto. Riprendersi spazi e soprattutto l’autonomia abitativa e quindi economica è indispensabile per riprendersi anche la consapevolezza del proprio valore e della propria dignità. Con questo progetto sosteniamo le donne che hanno intrapreso questo percorso, anche con la formula del cohousing, che permette alle donne di mettere a confronto le proprie esperienze e di diventare supporto l’una per l’altra, condividendo sacrifici ma anche la soddisfazione di ricostruirsi una vita con le proprie mani”.
L’Ufficio stampa

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