Andrea Rossini – Corriere Romagna: DELITTO DI RIVABELLA: CORTE D’ASSISE DI RIMINI / Condannati sia il padre sia i due figli Pene comprese tra 23 e 25 anni / Sentenza dopo sei ore di camera di consiglio. La vedova: «Ora il mio Petrit potrà riposare un pochino più in pace»
RIMINI. Morì per una “colpa”da lavare nel sangue secondo l’ottica distorta di un clan familiare legato a un antico codice d’onore che non apparteneva alla vittima, né al Paese, l’Italia, che li ospita. I tre imputati sono stati riconosciuti responsabili dell’omicidio di Petrit Nikolli, 42enne idraulico di cittadinanza italiana e origine albanese ucciso in strada a Rivabella il 25 maggio 2016. I giudici della Corte d’assise di Rimini (presidente Silvia Corinaldesi, giudice a latere Benedetta Vitolo, più i “p op ola ri ”) hanno condannato a 25 anni di reclusione sia Lek Preci sia il figlio Edmond Preci; l’altro figlio, Altin Preci, è stato condannato a 23 anni di reclusione. È caduta l’aggra – vante della premeditazione, ma non sono state concesse le attenuanti. Il pm Paola Bonetti aveva chiesto per tutti l’ergastolo. «Giustizia è fatta: da stasera Petrit potrà riposare un pochino più in pace», ha commentato Linda, la vedova, madre di quattro figli, assistita dall’avvo – cato Mattia Lancini (le è stata riconosciuta una provvisionale di 300mila euro). (…)