San Marino. Massoneria? Michele Bovi sulla Loggia Regolare intitolata a Melchiorre Delfico

San Marino. Massoneria? Michele Bovi sulla Loggia Regolare  intitolata a  Melchiorre Delfico

SAN MARINO. Michele Bovi ha indagato sulla massoneria sammarinese intervistando alcuni personaggi addentro alla materia, cominciando dall’avv. Alvaro Selva  (prima puntata). Ha raccontato  di  Giacomo Maria Ugolini (seconda puntata), nonché della nascita  della Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino (terza puntata). Qui ci dice della ‘Loggia Regolare  di San Marino’ intitolata a Melchiorre Delfico.  Il tutto   in un servizio pubblicato sul mensile sammarinese SUPER n. 6,  novembre 2017.

MICHELE BOVI, giornalista e autore di saggi. Ha realizzato inchieste televisive su diritto d’autore e plagi musicali. Le sue ricerche internazionali sugli antenati del videoclip lo hanno accreditato come massimo esperto della materia. Alla RAI è stato caporedattore centrale del Tg2, dirigente di Raidue e capostruttura per l’intrattenimento di Raiuno. Ha ideato programmi TV di successo come Eventi Pop, I ’60 a colori, TG2 Mistrà, DaDaDa, TecheTecheTe’, Segreti Pop.  Nel febbraio scorso ha pubblicato il saggio  ‘NOTE SEGRETE Eroi, spie e banditi della musica italiana‘. 

Titolo: A che loggia appartieni? / Tutti i grembiulini del Titano / Ieri e oggi: i protagonisti della massoneria sammarinese

(…) Domenico Bruschi:  “…  ci fu un impetuoso diverbio al vertice. Secondo alcuni, e io tra questi, un fratello aveva modificato a suo favore lo statuto: paragonammo l’accaduto al passaggio della Fattoria degli animali di George Orwell in cui i maiali nottetempo emendano il testo del regolamento che da ‘gli animali sono tutti uguali’ diventa ‘gli animali sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri’. A dirimere la controversia fu un altro affiliato, un avvocato riminese, che dette ragione alla controparte costringendoci a lasciare la Serenissima”.
E così a San Marino nacque una nuova loggia.
Costituimmo la Loggia Regolare di San Marino intitolata a Melchiorre Delfico, in correlazione con l’omologa Regolare d’Italia e con logge inglesi e statunitensi. Crescemmo organizzando le nostre nuove officine fino a formare la Gran Loggia Regolare, pertanto non sottoposta all’obbedienza italiana, tra le critiche dei confratelli dell’altra comunione sammarinese perché per raggiungere i numeri necessari avevamo consentito l’ingresso anche a molti ex seguaci di Ugolini, che implicavano l’anomalia, secondo il rimprovero, di non risiedere in Repubblica in quanto italiani. Ma non eravamo forse stati ospitati in passato proprio da sedi geografiche limitrofe? Il primo massone sammarinese, l’avvocato Giuseppe Forcellini, nelle decadi iniziali del secolo scorso non frequentò forse le logge di Pesaro e Bologna? Accuse indubbiamente faziose”.
Iniziative memorabili della Loggia Regolare?
Abbiamo dato vita a un’associazione profana, ossia aperta anche a non iscritti alla massoneria, intitolata sempre a Melchiorre Delfico, che ha riscosso apprezzamento per l’attività nell’ambito della ricerca storica. Fummo noi a far da guida ad Anita Garibaldi, nipote dell’Eroe dei Due Mondi, in visita a San Marino, mantenendo in seguito un assiduo rapporto con la sua associazione che ha lo scopo di perpetuare i valori del Risorgimento”.
Valori antichi. Qualcosa di più attuale?
Anche. Stavamo per compiere il grande passo: quello di consentire l’ingresso alle donne”.
Come le donne? La massoneria è da sempre riservata ai soli uomini.
Non è più così. Vennero a farci visita i vertici della mia prima loggia, la Giuseppe Garibaldi di Pesaro: erano donne colte e dinamiche, preparatissime in materia di rituali e significati. Io ero il propugnatore entusiasta dell’apertura all’altro sesso, tanto più che già tre donne sammarinesi avevano bussato, ovvero chiesto l’affiliazione, alla nostra loggia. Sarebbe stato un messaggio considerevole ed esemplare per una fratellanza del Titano. Ma mi trovai in minoranza nella scelta”.
Andrea Negri, dal 2013 gran maestro della Serenissima Gran Loggia di San Marino, ha definito le altre logge del Titano spurie. La sua Gran Loggia Regolare quindi è irregolare?
Certo non ha i riconoscimenti della Serenissima. Una comunione massonica è continuamente alla ricerca di approvazioni e contraccambi da parte di fratellanze più autorevoli; lo stesso Giordano Gamberini per tutto il periodo in cui pilotò il Grande Oriente d’Italia considerò prioritaria la trattativa per conseguire il riconoscimento dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra. E noi della Regolare stavamo per creare un ponte con logge sudamericane. Poi per me c’è stata qualche delusione di troppo che ha fatto seguito al turbamento per lo scontro con la Cassa di Risparmio che ci ha letteralmente demolito il tempio: la loggia infatti era allestita nella mia villa di Via Boschetti 31, a Borgo Maggiore, ovviamente a titolo gratuito, spartivamo unicamente le spese dei consumi. Insomma da allora, per usare i nostri termini, mi sono messo in sonno, ovvero ho cessato di partecipare alle riunioni. Tuttavia la definizione ‘spurio’ pronunciata da Negri non penso fosse estesa a noi. Io di sicuro non mi sento spurio: sono iscritto alla massoneria da quasi mezzo secolo. Quando parecchi anni addietro venne reso pubblico l’elenco dei massoni della penisola c’era soltanto un nome sammarinese, il mio. Un idiota lesse l’articolo sui giornali e mi apostrofò: avessi saputo che eri massone non ti avrei accordato la mia amicizia. Gli risposi: ti è andata bene, se tu fossi nato in altre epoche avresti corso il rischio di diventare amico di Giosuè Carducci, Giuseppe Mazzini o magari di George Washington”.
Oggi però ha preso le distanze da squadre e compassi, gli utensili simbolo adoperati dal 1969. Pentimenti dell’ultima ora?
Nessun pentimento: resterò un fratello, come diciamo noi, fino al momento del passaggio all’Oriente eterno per riposare nel grembo del Grande Architetto dell’Universo. Gli ideali restano intatti e vado fiero dell’intero percorso compiuto: la mia massoneria è stata sempre una congregazione di persone perbene, mai un comitato d’affari”.

Grembiulini allo scoperto 

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