San Marino. Consiglio Grande e Generale 24 gennaio-1 febbraio, seduta pomeridiana

San Marino. Consiglio Grande e Generale 24 gennaio-1 febbraio, seduta pomeridiana

COMUNICATO STAMPA 

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 24 GENNAIO-1 FEBBRAIO 2018 

MERCOLEDI’ 24 GENNAIO- Seduta del pomeriggio 

Il Consiglio Grande e Generale prende avvio dedicando il dibatitto in comma Comunicazioni a due vicende che, in particolare, coinvolgono i consiglieri Massimo Andrea Ugolini, Pdcs, ed Elena Tonnini, Rete. Il primo infatti esprime tutto il suo rammarico e stupore rispetto alla delibera di fine dicembre del congresso di Stato che dà mandato all’Avvocatura di Stato di procedere nel valutare possibili iniziative nei suoi confronti, in qualità di ex presidente della Commissione Affari di Giustizia, per la mancata volontà di convocare lo stesso organismo. Tonnini invece rivela all’Aula di aver ricevuto notifica di comparizione, da parte del tribunale del Lussemburgo, a seguito di una richiesta risarcitoria mossa dall’azienda Advantage Financial di Francesco Confuorti.             Sulla prima vicenda, le posizioni di maggioranza e opposizione restano distanti: dalla minoranza, Iro Belluzzi, Psd, interpreta la delibera dell’esecutivo come una vera e propria “intimidazione”, mentre lo stesso segretario di Stato per gli Affari Interni, Guerrino Zanotti, respinge l’accusa e assicura che “non vi è alcuna denuncia- spiega- si tratta di chiarire le responsabilità di un consigliere nell’atto di assunzione di una determinata carica, quella di Presidente della Commissione, seppure dimissionario è infatti un soggetto tenuto a convocarla”.

Sulla seconda questione, al contrario, gli interventi sono unanimamente concordi con le preoccupazioni espresse dalla stessa Tonnini. “Il parlamento deve sapere di probabili ingerenze esterne che un consigliere può subire da tribunali di altri Paesi- manda a dire la stessa- oggi è Confuorti a chiedere a me i danni dal Lussemburgo, domani può essere chiunque ad essere denunciato al tribunale di un altro Paese”.

A conclusione del dibatitto sono presentati due Odq relativi a entrambe le vicende. Il primo, presentato dal capogruppo Pdcs, Alessandro Cardelli, è sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione e chiede, in sostanza, il ritiro della delibera che riguarda Ugolini. In dettaglio, l’ordine del giorno “impegna il congresso di Stato a prendere atto della inopportunità della delibera (relativa al mandato dell’Avvocatura nei confronti del consigliere Massimo Andrea Ugolini) al fine di non generare ulteriori conflitti istituzionali e dunque a procedere con il ritiro o richiedere all’Avvocatura di non procere con l’oggetto della delibera n. 121”.             Il secondo Odg, presentato da Marianna Bucci di Rete e  sottoscritto da tutte le forze consiliari “impegna il governo, attraverso il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, a dare immediato impulso alle relazioni diplomatiche esistenti tra San Marino e gli Stati esteri, e quindi ad avviare ogni relazione utile a ribadire, nel rispetto del principio di indipendenza di ciascuno Stato, l’insindacabilità delle funzioni parlamentari sammarinesi, nonché ad avviare iter normativi finalizzati a rafforzare la tutela parlamentare per le idee e i discorsi pronunciati nell’ambito della proprie funzioni pubbliche”. La seduta termina con la risposta alle interpellanze: i lavori riprenderanno in seduta notturna con la messa al voto dell’Odg sottoscritto da tutti i gruppi consiliari. L’ordine del giorno delle opposizioni verrà invece messo in votazione al termine della sessione.

 

Di seguito un estratto della prima parte degli interventi della seduta pomeridiana.

Comma 1 – Comunicazioni

Massimo Andrea Ugolini, PdcsEsprimo mio stupore per la delibera con cui si dà mandato all’Avvocatura di Stato di procedere nei miei confronti per la mancata volontà di convocare la Commissione Affari di  Giustizia, dopo la richiesta avanzata da un quarto dei suoi membri. Ho spiegato più volte le mie ragioni, è prima di tutto un atto politico. Fino a che vi era unanimità di procedere nelle decisioni, non ho mai opposto resistenza, ma sempre dimostrato la massima disponibilità. Chiaro invece che, nel momento in cui viene meno la condivisione e l’unanimità, il clima non è più sereno e ho detto che avrei fatto un passo indietro. Ho detto ‘io mi fermo, politicamente io non vado avanti’. E’ mia facoltà o no dire che mi sarei fermato? La legge prevede o no come sostituirmi? Io ho annunciato il 22 novembre scorso la mia intenzione di dimettermi, il giorno dopo ho consegnato lettera formale di dimissioni, dopo di che, a mezzanotte del giorno successivo, è pervenuta la richiesta di 6 membri di convocare la commissione, ma ho comunicato che ero dimissionario e non intendevo procedere. La legge prevede l’iter per la mia sostituzione, vedo che però si è dato mandato comunque di procedere nei miei confronti. Ribadisco: come presidente mi sono posto più volte per ricercare un clima sereno. Dispiace vedere la delibera, credo che l’Avvocatura debba tutelare tutti coloro che fanno parte delle istituzioni, ritengo questo modo di fare un atteggiamento indimidatorio, solo perchè ho detto che non volevo essere io a portare avanti un certo tipo di scontro che poteva portare problemi al Paese? Il problema allora è che il presidente non ha risposto agli ordini e allora va punito Se verrò chiamato nelle sedi preposte ribadirò la mia posizione. Se si voleva andare avanti per far pesare i numeri della maggioranza, ho solo detto ‘signori mi fermo, andate avanti voi che avete i numeri’. Se verrò chiamato, risponderò per come sono andati i fatti, non ho nulla da nascondere. Piuttosto che degli aspetti politici, mi preoccuperei degli elementi emersi.

Elena Tonnini, Rete Intervengo perché si rende necessaria l’introduzione di un argomento anche in Aula. Il 2 gennaio 2018 mi è stato notificato un atto con richiesta di comparire al tribunale del Lussemburgo, a seguito di una richiesta risarcitoria mossa dall’azienda Advantage Financial di Francesco Confuorti. L’obbligo di comparizione entro un mese mi ha spinto all’impellenza di informare il consiglio. Non entrerò qui nel merito delle accuse rivolte, non è questo un tribunale. Ma come parlamentare di questo Paese non sono tenuta a difendere ciò che dico in Aula sugli interessi dei Confuorti a San Marino. Invito l’Aula a ragionare sul contesto delle accuse che mi sono rivolte, le prese di posizione. Nella citazione si parla di ‘discorso pubblico’, ma viene omesso che vengo chiamata da Confuorti a rispondere per l’intervento svolto all’interno del Consiglio il 18 ottobre 2017. Vengo perseguita dal Lussemburgo e non dal tribunale sammarinese per quello che ho detto qui in Consiglio. E’ vero, è un fatto personale, avrei preferito evitare di parlarne oggi, non fosse che si pone un problema più ampio, il dover mettere l’Aula a conoscenza della situazione e chiedere di esprimersi con un atto istituzioale come può essere un Odg. Se infatti passa come normale che qualcuno, attraverso il tribunale di un altro Paese, può denunciare un parlamentare sammarinese per ciò che ha discusso in quest’Aula, il parlamento deve sapere di probabili ingerenze esterne che un consigliere può subire da tribunali di altri Paesi. Oggi è Confuorti a chiedere a me i danni dal Lussemburgo, domani può essere chiunque ad essere denunciato al tribunale di un altro Paese, magari non rispettoso dei principi democratici. Il Consiglio ha l’opportuntià di ribadire qua che ogni Paese sappia che delle questioni trattate nel parlamento sammarinese se ne occupa questo Paese. Non  si tratta di ascoltare genericamente su quale sia o meno il limite per essere o meno perseguibili ripetto quello che si dice in Aula, ma della perseguibiità rispetto uno Stato terzo. Mi auguro quest’aula possa cogliere l’occasione di andare a tutelare la funzione della figura del consigliere, non il singolo caso. Ma è attraverso il singolo caso, che pone scadenze imminenti, che si può evitare che in futuro influenze esterne inibiscano l’attività parlamentare.

Iro Belluzzi, Psd I consiglieri che mi hanno preceduto hanno sottoposto all’Aula situazioni simili, una interna e una esterna. Avrei preferito il pronunciamento di un membro del Congresso di Stato per capire quali sono le modalità per comprendere, nel primo caso, le motivazioni per cui si è agito e dato mandato all’Avvocatura a procedere nei confronti del consigliere Ugolini. Un caso anomalo e va letto come una intimidazione interna del governo e della maggioranza rispetto ad azioni legittime di chi è membro di qualsiasi Commissione, ovvero la libertà di dimettersi quando non ci sono più le condizioni per andare avanti. L’altro caso presentato dal consigliere Tonnini francamente tocca in maniera grande quello che è il concetto dell”idea di sovranità. Spero dalla maggioranza prendano parola per capire quali azioni corali San Marino dovrà esprimere negli organismi internazionali. Non si lascia correre quello che potrebbe essere pensato egoisticamente come ‘non riguarda me, chi se ne frega’ , Viene minata la sovranità del Parlamento della Repubblica di San Marino. Sarà il Segretario agli Esteri che si relazionerà con il governo Sammariense per spiegare che una società che ha base in lussemburgo tenta di minare la base della nostra democrazia. Esprimo tutto il nostro sostegno da parte del Psd al consigliere Tonnini. L’altra questione su cui discute: si torna su questioni del sistema bancario, nello specifico a Cassa di Risparmio. Oggi in funzione di scelte (sciagurate?), l’operato del governo che ha cambiato più volte il Cda di Cassa e destituito il direttore Luca Simoni, si è portato a una caduta di fiducia nei confornti dei referenti bolognesi, le banche che partecipavano alla gestione di Delta, che avevano portato nel tempo a detenere 84 mln di euro per sostenere Cassa in funzione di rapporti di fiducia esistenti con il vecchio management. A seguito di questa caduta di fiducia, hanno restituito infatti questa cifra. Per non andare incontro al peggio, si sceglie ora di andare a vendere gli Npl di Delta, incassando cifre più basse, contraddicendo quanto detto più volte dal congresso e dalla maggioranza. Dalla sera alla mattina si è cambiata rotta, come lo spiegherà il governo?.  Per fortuna sulla conversione del credito di imposta in obbligazioni si è tornati indietro. 

Pasquale Valentini, Pdcs Il consigliere Ugolini si trova di fronte a un mandato dato all’Avvocatura di Stato per procedere nei suoi confronti. Le motivazioni delle sue dimissioni sono inerenti all’esercizio delle sue funzioni, ovvero il sostenere di ‘non condividere la direzione che vuole prendere la Commissione, contro legge’. Che questa non sia un’opinione è stato dichiarato e scritto direttamente dalla  maggioranza. I membri di maggioranza in commisisone volevano portare la questione in Consiglio giudiziario plenario ed è contro legge perchè la Commissione riferisce solo al Consiglio Grande e Generale. Di fronte a questo, Ugolini dice ‘a questo non ci sto’ e le dimissioni ci sono per non essere coinvolto in un atto contro legge. Ci sarebbe da chiedere all’Avvocatura piuttosto, con quale coraggio sono state fatte pressioni al consigliere Ugolini. Le dimissioni sono nelle sue piene facoltà. E di fronte a questo atto addirittura il governo si mette con il dito puntato e chiede ad un organismo dello Stato di andare a verificare la legittimità del suo rifiuto. Ma la commissione Giustizia non ha compiti amministrativi, la questione è puramente di carattere politico ed è gravissima perché lede la libertà del consigliere sulla responsabilità che ha che quello che fa sia nel rispetto delle norme. Ecco come si stravolgono le questioni. Ci vuole invece un atto forte. Non è che siamo tutti contenti perché hanno colpito l’opposizione, non è questione di maggioranza e opposizione. Quello sollevato da Tonnini è un altro aspetto di questa libertà del mandato che diventa gravissimo nel momento in cui non c’è presa di posizione istituzionale da parte di questo organismo e poi nel confronto dello Stato del Lussemburgo. Il Consiglio deve dire che non è questione del singolo consigliere, ma che è un problema tra i due Stati e secondo gli accordi che possono avere, il mandato parlamentare è sacrosanto.

Teodoro Lonfernini, Pdcs Fermo restando che quanto sostenuto da Ugolini e Tonnini non lo conosco in maniera assoluta, su quello che è successo all’interno della Commissione, posso solo esprimere opinioni sulle azioni conseguenti che a me sembrano allucinanti. Come non è allucinante se un atto politico viene trasferito in azione giudiziaria, come è stabilitò dalla delibera del congresso? Siamo noi a dire che c’è separazione di poteri e le istituzioni giudiziarie non devono interferire, poi siamo noi a trasferire tutto all’intenro di una grandissima confusione. Mi chiedo perché colpo di stato o il circo che sia, siamo proprio noi a volerlo fare andare avanti. La delibera rappresenta infatti la volontà non di proseguire in modo sereno, voi rispondete ad un’azione personale con un’azione di gruppo e istituzionale in modo forte e confuso, dove c’è di tutto e di più, un’azione di inopportunità politica e confusione dei ruoli. 

Roberto Giorgetti, Rf Va approfondito nei luoghi opportuni come intervenire per salvaguardare il ruolo parlamentare a fronte di certe situazione, sono d’accordo. E’ la prima volta che si verifica una situazione del genere e vanno messe in campo iniziative per tutelare i consiglieri nell’espletamento delle proprie funzioni, sempre, e in particolare nella tutela di idee e affermazioni. C’è da dire che forse in taluni casi bisognerebbe scindere le opinioni da quello che potrebbero essere calunnie, sono cose diverse. Se davvero vogliamo mettere in capo la tutela del ruolo di parlamantare, lo dobbiamo fare anche con comportamenti coerenti, non solo nel caso particolare. E vengo all’intervento del consigliere Ugolini che ha fatto una ricostruzione anche un po’ fantasiosa di quanto è successo nell’ambito della commissione Giustizia. Il problema non sono le opinioni politiche, si contesta il suo rifiuto perdurante, messo per iscritto e riferito anche all’Ecc.ma Reggenza, di convocare la commissione Giustizia. Se non lo fa il presidente, non sono previste altre figure che possano farlo. E la convocazione di un Consiglio d’urgenza è stata fatta per ovviare al suo rifiuto. Un suo collega ha detto la sciocchezza che la commissione stava agendo contro legge. In verità la commissione Giustizia, in cui lei ha ritenuto legittimanente di dimettersi, si era conclusa con un consigliere che in modo legittimo ha deciso di dimettersi. E siccome non c’è più l’unanimità, lei ha detto: ‘io non ne voglio sapere’. Il problema è che essendo lei dimissionario, se non la faceva lei la convocazione, la commissione non poteva riunirsi. Non trasformiamo un atto di rifiuto di convocare la commissione in una opinione politica. A me non piace trascinare situazioni in tribunale, non c’è stata alcuna denuncia, ma solo la richiesta di appurare la situazione. Le opinioni non sono sindacabili fuori e dentro l’Aula, ma diverso è quando si parla di colpo di Stato che vuol dire sovvertire il funzionamento delle istituzioni, quindi anche impedire che funzionino. Su Tonnini: noi siamo favorevoli che il Consiglio approvi un Odg sull’importanza del ruolo del consigliere e della sua insindacabilità e che valga in tutte le circostanze.

Gian Carlo Venturini, Pdcs Appare inverosimile quanto sta avvenendo da inizio dell0anno, da un lato non si può confondere il ruolo di consigliere con una questione di natura poltiica. Il consigliere Ugolin, nominato presidente dalla Commissione Affari Giustizia e non dal Consiglio, come nessun consigliere, non non può essere obbligato a permanere in un organismo o a ritirare le sue dimissioni. Nel caso specifico, dopo le dimisisoni Ugolini si è rifiutato di convocare la Commissione, ma non ha ostacolato il suo funzionamento, visto che è stato convocato persino un Consiglio  d’urgenza e lunedì si è fatta poi la commissione con la nomina pro tempore di nuovo presidente. Qui si sta discutendo del ruolo del consigliere, che è libero di esprimere la sua attività in autonomia e non può essere giudicato per opinoni esprese nell’esercizio dle proprio mandato. Di fronte tutto questo, ha inverosimile che lo stesso governo dia mandato all’Avvocatura di verificare azioni nei suoi confronti. Presenteremo un Odg per chiedere il ritiro della delibera o per non procedere alla sua attuazione. Stessa considerazione su quanto espresso da Tonnini, si innesta sempre un problema di autonomia e libertà di opinione di un consigleire. Il signor Confuorti poteva presentare istanza al tribunale di San Marino. L’autonomia di un singolo consigliere sè auspicabile, ma non vuole dire che ognuno può dire quello che gli pare per la sua immunità, ma che il soggetto che si sente danneggiato può rifarsi nella sede competente sammarinese. Assurdo è che un parlamentare sia giudicato da un tribunale estero. Anche qui è auspicabile l’approvazione di un Odg di Rete per ripristinare la legalità dell’attività parlamentare di ogni consigliere. Su Crrsm, nell’incontro tra gruppi e Cda è stato confermato che l’asta per la vendita degli Npl Delta era già programmata, vedremo quali saranno le offerte. Dalle parole del presidente mi è parso di percepire rassegnazione alla vendita, anche se le offerte potranno essere basse e potranno esserci ripercussioni così anche sul bilancio dello Stato. Ci dovremo invece preoccupare per trovare strumenti possibili perchè l’eventuale svendita dopo il 29 gennaio si possa evitare.  Infine sulla nomina di Mazzeo, capo di vigilanza di Bcsm. C’è stata una interpellanza di Rete-Mdsi, vi sembra normale che chi ha operato e vigilato su un istituto sammarinese, sia coinvolto inquesti organismi, è opprtuno che il vigilato oggi sia vigilante?

Guerrino Zanotti, Sds Affari Interni E’ necessario fare chiarezza in particolare sull’atto del governo nei confronti del presidente della commissione Consiliare Affari di Giustizia, atto che non è una denuncia ma è un mandato all’Avvocatura di Stato di intraprendere le più opportune iniziative al fine di verificare se siano stati rispettati obblighi e responsaiblità in capo al presidente della Commissione. Respingo la lettura data: non c’è alcun atto intimidatorio, ma si tratta di chiarire le responsabilità di un consigliere nell’atto di assunzione di una determinata carica, quella di Presidente della Commissione, seppure dimissionario è infatti soggetto tenuto a convocare la riunione della commissione. Invece per convocarla si è dovuti arrivare a un consiglio straordinario, per poter quindi arrivare alla sostituzione del presidente. Riguardo all’altro argomento, mi trova concorde nel ribadire il principio secondo cui ogni consigliere, nello svolgimento della sua funzione, ha la possibilità di esprimere un’opinione senza dover temere di essere chiamato in giudizio. So che è stato predisposto un Odg e lo accogliamo favorevolmente, ci deve essere l’impegno di tutta l’Aula per ribadire questo principio, che è sacrosanto, e vale per tutte le situazioni che si presenteranno in futuro. Su Mazzeo: non c’è il Segretario Celli, ma posso dire che tutte le risposte che necessitano i gruppi verranno date all’interno della risposta all’interpellanza presentata, la nomina è avvenuta su proposta del direttore di Bcsm, all’interno dell’organismo deputato alla nomina.

Francesco Mussoni, Pdcs Chi mi ha preceduto ha sottolineato l’inviolabilità del ruolo di consigliere e delle sue dichiarazioni in Aula. Quanto comunicato dal consigliere Tonnini è una comunicazione delicata, verso cui mi aspetto una risposta di sistema. Credo che l’intero Consiglio possa sostenere una posizione comune con un Odg per dare un chiaro messaggio istituzionale a difesa di ogni consigliere della Repubblica. Credo che il Dipartimento Affari esteri debba attivarsi, e anche che il governo, con la sua diplomazia, debba intervenire perché le leggi del nostro Paese danno garanzie a un consigliere della Repubblica e chiedo anche siano chiarite le modalità di notifica, non so se con il Lussemburgo ci sia un accordo a riguardo. Serve in definitiva una risposta istituzionale rigorosa su un aspetto che tocca il fondamento del nostro sistema democratico. L’altra faccia del dibattito è relativa al mandato che il congresso ha dato all’Avvocatura di Stato rispetto al consigliere Ugolini. Ho sentito il riferimento del segretario agli Interni. Così demandiamo fuori dall’Aula le nostre responsaiblità, chiamando in causa tribunali e avvocati, mi pare una forzatura e non credo si vada nella strada che noi tutti dobbiamo tracciare. Spero ci sia un ravvedimento su questa delibera.

Gian Matteo Zeppa, Rete La questionein ballo è quella di dare dignità ai parlamentari, di poter loro dire, dietro mandato elettivo, ciò che pensano e i fatti poi sono evidenti, ovvero che ci sia qualcuno che sta tramando contro lo Stato. Tutti e 60 qui dentro abbiamo dignità di dire quello che pensiamo, e se può accadere che un organo terzo può interferire, allora bisogna creare una rete diplomatica per impedirlo. Questione Ugolini: è una battaglia tutta interna e vostra, la mia solidarietà va tutta per Ugolini. Zanotti dice che non è una denuncia. Ma se la prassi non è stata giusta, allora cosa fate?  Quella delibera è molto strana,  è del 29 dicembre, ma l’avete messa sul sito il 22 gennaio. Non volevate farlo sapere al Fmi?

Sandra Giardi, Rete Dal Lussemburgo arriva una situazione di forte pressione sul nostro ruolo e su quello che diciamo. Si apre uno scenario con questa denuncia per cui anche i nostri interventi oggi potrebbero essere considerati lesivi. Episodio che potrebbe dare via a una catena di eventi che restrinogno la libertà dei consiglieri. Dare modo a certi personaggi di decidere su quando, come e se discutere qui dentro è un problema. L’Odg portato in Aula oggi dovrebbe essere non partitico, ma di tutta l’Aula. Su Ugolini: credo l’azione del congresso sia più punitiva che conoscitiva, massima solidarietà al consigliere.

Tony Margiotta, Ssd D’accordo che un parlamentare che si esprime in un’Aula venga denunciato, soprattutto al di fuori del nostro territorio. Questo deve essere assolutamente sottolineato e rigetto tutti gli interventi di opposizione che hanno rimarcato il fatto che non ce ne fregava niente di questa denuncia, credo anzi si stia già lavorando a un Odg. Non è solo il problema di Tonnini, ma è un problema istituzionale che riguarda tutti i consiglieri.

Altro tema, c’è un clima che non è collaborativo, ma cerca lo scontro se i colleghi di opposizione annunciano denuncia per tutti i commissari di maggioranza. Si arriva al punto che il presidente di una commissione si è rifiutato di convocare una commissione- con tutte le sue motivazioni che non posso accettare- bloccando di fatto una commissione. E’ dovuta intervenire anche la Reggenza per risolvere la situazione. E’ un fatto da stigmatizzare. Il congresso ha chiesto una verifica, riaffronteremo l’argomento una volta la questione sia più chiara. Dispiace si sia arrivati a questo punto, non credo che il bene del paese sia denunciarci e urlarci contro e dire che maggioranza e governo tirano dritto. Invito i consiglieri di opposizione, almeno quelli che pensano che è importante dialogare, a iniziare una nuova fase.

Alessandro Mancini, Ps Margiotta ha parlato di ‘bene del paese’, tutti lo vogliamo, poi del confronto, ma vorrei rilevare che siamo ancora molto lontani dal confronto. In questi mesi di legislatura non c’è stato nemmeno l’ascolto su tutta una serie di temi che portavamo in quest’Aula e verso cui ci si diceva che non avevano senso. Non solo voi tirate dritto, ma fate anche passi indietro. Per esempio sulla trasformazione di credito d’imposta in debito pubblico: qualche giorno fa, anche su raccomandzione del Fmi,arrivano conferme che non ci sarà più, per fortuna. Ultimo passo indietro in ordine di tempo: sfoglio le delibere del congresso di dicembre e spunta quella di 480 mln di euro che sono inseriti in patrimonio a bilancio… Tutto questo per dire che, prima di arrivare al confronto, ci deve essere ascolto, che vuol dire anche rispetto, cosa che non c’è stata in questa legisltura. Fa piacere che si voglia affrontare insieme la questione sollevata da Tonnini, l’Aula si deve interrogare- e lo sta facendo- e dare risposta istituzionale affinchè fatti come questi non accadano più.  Sulla questione del congresso di avviare verifica da parte dell’avvocatura sull’atteggiamento del consigliere Ugolini: mi auguro che ci possa essere veramente un ripensamento da parte del governo. Cerchiamo in quest’aula di concentrarci sui  problemi del paese e mettiamo da parte questioni che non hanno nulla a che fare con la politica.

Roberto Ciavatta, Rete Mi chiedo perché nell’incontro con Fmi nessuno ha detto che era già stata fatta la delibera per mettere a bilancio 480 milioni di euro datata 29 dicembre. Noi in più occasioni abbiamo preso denunce qui a San Marino, siamo andati al tribunale se chiamati, tutela effettiva a San Marino nei fattic’è. Attenzioni a non prendere la palla al balzo per ampliare l’Odg verso immunità totale. Fuori dal consiglio è sacrosanto che ognuno risponda delle sue azioni e deve rimanere. Il problema qui è diverso: per la prima volta da quando facciamo politica noi è un tribuale di un paese estero che fa arrivare a San Marino una comunicazione giudiziaria a un parlamentare sammariense. Una posizione ferma da parte del Consiglio deve essere presa a tutela della sovranità di questo istituto nei confornti di Paesi terzi. Ho sentito poi che si vuole fare distinzione tra claunnie e opinioni, per questo ci sono i tribunali, e va bene se sono denunce che provengono da San Marino. 

Mimma Zavoli, C10 Va da se che questo Consiglio affronti temi oltre gli schiaramenti politici, è nella direzione auspicata dall’Aula, come non essere d’accordo sulla tutela nei confronti di tutti consiglieri e sulla solidarietà espressa verso colleghi posti al centro dell’attenzione. Non trovo nulla di non accoglibile rispetto alla bozza che sta girando tra i banchi e credo l’Aula sarà in grado di dare una risposta corale come richiesto. Non penso su questo ci siano distanze incolmabili. Ho sentito poi esprimere solidarietà verso un consigliere che ha una posizione aperta particolare su eventi di cui darò la mia posizione, ma non ho avvertito la medesima solidarietà per altri consiglieri di maggioranza sottoposti a una potenziale denuncia, in quanto membri di maggioranza in commissione Affari di giustizia. Come scritto da 25 firmatari di opposizione sulla nota del colpo di Stato. Ci sono parole pesanti e fanno male ma non abbiamo avuto la medesima solidarietà.  Ma siamo ancora nell’ambito della scoperta ,se è vero oppure no, pare che il consigliere Ciavatta non abbia poi fatto denuncia, ma siamo ancora ad espettare. Ho ascoltato con attenzione il riferimento di Ugolini. Avevo massima stima nei suoi confronti, si ricorda che venni da lei il giorno delle dimissioni per cercare una quadra, io cercai il dialogo pur sapendo che c’erano divisioni. Mi ha stupito in modo negativo l’intervento di Valentini, che ha fatto un intervento non degno e infarcito di inesattezze, imprecisioni e di un populismo che non si può sentire.

(…)

Alessandro Cardelli, Pdcs, da lettura dell’Odg presentato dai gruppo consiliari di minoranza

‘Preso atto e considerate le ragioni che hanno condotto il consigliere Massimo Andrea Ugolini a rassegnare le dimissioni quale president e membro della commissione Affari di giustizia (…); considerato che le dimissioni sono prerogativa del mandato consiliare e che attraverso le stesse si possa  compiere assoluta e totale chiaezza politica, a maggior ragione nel momento in cui viene a mancare un clima collaborativo e sereno; (…) visto considerata la delibera del congresso di Stato in data 29/12/2017 n. 121 con cui il congresso di Stato conferisce mandato all’Avvocatura di Stato per valutare le eventuali azioni nei confronti del consigliere della Repubblica Ugolini nelle sue funzioni di Presidente della Commissione (…); si impegna congrsso a procedere con ritiro o chiedere avvocatura di non procedere a quanto espresso da delibera (…) valutato che la delibra può ledere il principio di libra e democratica azione del consigliere nella partecipazine istituzionale: si impegna il congresso di Stato a prendere atto della inopportunità della delibera sopra menzionata al fine di non generare ulteriori conflitti istituzionali e dunque a procedere con il ritiro o richiedere all’Avvocatura di non procere con l’oggetto della delibera n. 121”.

Marianna Bucci, Rete, da lettura dell’Odg sottoscritto da tutte le forze consiliari:

“Il Consiglio grande e generale, udito il dibatitto in merito al caso sollevato sul consigliere Elena Tonnini, valutata la necesità di assicurare ad ogni consigliere della Repubblica il libero esercizio dele proprie funzioni di interdire ogni tentativo di inibizione del’attività parlamentare, rispetto al diritto/ dovere di ogni consigliere della Repubblica di mettere a conoscenza, nell’ambito delle proprie prerogative, il Consiglio Grande e generale di elementi che destano preoccupazione per il proprio Paese; (…) impegna il governo, attraverso il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, a dare immediato impulso alle relazioni diplomatiche esistenti tra San Marino e gli Stati esteri, e quindi ad avviare ogni relazione utile a ribadire nel rispetto del principio di indipendenza di ciascuno Stato, l’insindacabilità delle funzioni parlamentari sammarinesi, nonché ad avviare iter normativi finalizzati a rafforzare la tutela parlamentare per le idee e i discorsi pronunciati nell’ambito della proprie funzioni pubbliche”.

San Marino, 24 GENNAIO 2018/01

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy